L’autotrasporto alza la voce: «Stessi diritti dei privati»
Baumgartner: «Stesse regole dei privati». Arcese: «Volumi tornati al 70%»
Il settore degli autotrasporti chiede di ripensare i divieti di circolazione. Baumgartner: «Vogliamo gli stessi diritti di tutti». Intanto crescono i volumi movimentati.
TRENTO Stop ai divieti alla circolazione durante i weekend e le festività per gli autotrasporti e stesso trattamento dei mezzi privati tutto l’anno. La richiesta arriva direttamente da Thomas Baumgartner, presidente dell’Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici (Anita) e della Fercam: «Durante l’emergenza sono stati eliminati i divieti di circolazione — spiega — e si è capito quanto siamo fondamentali per tutto il sistema Italia. Non credo sia corretto farci tornare ad essere gli unici che si devono fermare in periodi o giornate di particolare stress per la rete infrastrutturale. Vogliamo solo gli stessi diritti di tutti anche dopo l’emergenza».
La questione nasce dopo che la ministra alle infrastrutture De Micheli ha tolto dal calendario gli stop previsti il 24 e il 31 maggio e il 2 giugno. Una decisione che ha soddisfatto solo parzialmente Anita, che ha chiesto «un in più». Tradotto: equiparare 365 giorni all’anno i mezzi pesanti a quelli privati. «Il nostro è un lavoro, non siamo sulle autostrade per divertirci. Perché — si chiede il presidente — dovremmo avere diritti inferiori a chi sta andando al mare?». Baumgartner è netto, ricordando anche che nei mesi di lockdown gli autotrasportatori hanno continuato a lavorare, con costi che spesso superavano i ricavi: «Con il sistema produttivo fermo i camion viaggiavano anche non a pieno carico o facendo il ritorno a vuoto. Abbiamo avuto un grande senso di responsabilità e penso che si sia capita l’importanza che ricopriamo nel sistema economico. Servirebbe — aggiunge — che ci fosse un coordinamento anche europeo, per evitare squilibri e ingorghi in caso di stop in un Paese e libertà in quello confinante come può succedere al Brennero».
La ripresa anche delle altre attività produttive, intanto, sta migliorando anche l’attività delle società di autotrasporto del Trentino Alto Adige. «Nelle ultime settimane si sono risolti molti problemi — spiega Baumgartner —, da quelli degli autisti che non avevano posti dove andare a mangiare a quelli delle società che riescono ad organizzare spedizioni più efficaci a quelli alle frontiere, dove non ci sono grossi problemi di circolazione. Per quanto ci riguarda, come Fercam, la domanda non è ancora tornata ai livelli pre-emergenza. Siamo intorno al 75% rispetto a prima».
Una stima simile a quella fatta da Matteo Arcese, presidente dell’omonima società di autotrasporti. «È ancora difficile comprendere quanto questi flussi derivino da una domanda nuova in aumento e quanto siano code di ordini precedenti al lockdown, senza contare che siamo a cavallo di un periodo di festività sia in Germania sia in Italia. Complessivamente siamo intorno al 70% dei volumi rispetto a quelli gestiti prima dello stop». La situazione, per Arcese e Baumgartner, è differenziata anche tra i settori serviti. «Quello dell’automotive — cita Arcese per fare un esempio — è intorno al 50% rispetto a prima. Comprare un automobile è impegnativo dal punto di vista economico e non è semplice stimolare di nuovo la domanda per un bene che richiede un intervento economico importante».
La Fercam aveva organizzato anche un servizio di trasporti dalla Cina via terra in poco più di due settimane, per ovviare all’assenza di trasporti aerei sufficienti. Servizio che è ancora attivo. «È un’attività che ha abbastanza richieste per il momento. In futuro — chiosa Baumgartner — vedremo quale sarà la domanda e decideremo se conservare questo servizio anche fuori dall’emergenza».