Assistenti civici, in Trentino la proposta non entusiasma
In settimana arriverà il bando nazionale per gli assistenti civici, ma la Provincia temporeggia. Spinelli: «Valutiamo, idea che non mi entusiasma».
Attesa, scetticismo e valutazioni ancora in corso. Si potrebbero sintetizzare così le idee degli enti locali trentini riguardo la figura dell’assistente civico, lanciata nel weekend dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia e dal presidente dell’Anci Antonio Decaro. «È una notizia del fine settimana — ha commentato l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, —. A prima vista è un’idea che non mi entusiasma, ma dobbiamo valutarla meglio».
Il progetto vorrebbe reclutare 60.000 cittadini volontari, anche tra chi sta percependo il reddito di cittadinanza o sta usufruendo di misure di ammortizzatori sociali, per aiutare i sindaci nel svolgere attività sociali sul territorio e a far rispettare le regole del distanziamento sociale. Queste figure, che non percepiranno uno stipendio e verranno reclutate da un bando nazionale della Protezione civile durante questa settimana, saranno operative nei territori che ne faranno richiesta. Gli assistenti civici avranno il compito di agevolare il rispetto delle misure di distanziamento facendo soprattutto informazione, ma senza la possibilità di fare multe. Piazza Dante, per il momento però, non si è ancora mossa. «A noi non è arrivata nessuna richiesta dalla Provincia di Trento — ha commentato l’ingegnere Raffaele De Col, a capo della Protezione civile provinciale —. È una misura di cui si è parlato soprattutto per i grandi centri urbani».
All’ideazione della figura dell’assistente civico ha partecipato in maniera attiva l’Anci. «È un progetto nato nel confronto nazionale dei sindaci — spiega Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei comuni trentini —, ma poi va calato all’interno della realtà di ogni territorio». Per il momento Gianmoena preferisce non sbilanciarsi sulla possibile utilità della figura in Trentino. «Ci confronteremo mercoledì anche su questo tema». Quello che è certo è che la specificità del Trentino, con tanti Comuni di dimensioni ridotte e una rete di volontari sempre nutrita, potrebbe ridurre l’utilità degli assistenti civici a pochi territori. «Ritengo che i cittadini — aggiunge Gianmoena —, di qualunque età, debbano essere informati e coinvolti sulle regole da rispettare e perché è così importante che vengano ancora mantenute. La figura dell’assistente civico è nata con questo intento, far capire che con l’aiuto di tutti sarà più semplice uscire da quest situazione».