Corriere del Trentino

Colombo: troppe domande identiche Stagionali, boom di «no» per errore

- A. D.

Ad accorgersi dell’incremento della mole di burocrazia c’è chi nelle norme ci deve mettere concretame­nte le mani, ossia i patronati. Che scovano anche le pecche di un sistema macchinoso: «Molte domande degli stagionali del turismo sono state respinte per un errore» afferma Marco Colombo, direttore del patronato Cgil Inca. «Le migliaia di domande inviate sul decreto Cura Italia rivelano che un incremento di lavoro c’è stato senza dubbio». E qualcosa però si poteva risparmiar­e: «Nelle situazioni in cui l’Inps, come per i 600 euro ai lavoratori agricoli, era già in grado di avere i dati necessari si poteva evitare di far fare una nuova domanda». Colombo spiega meglio: «Questi lavoratori avevano già tutti presentato domanda di disoccupaz­ione entro il 31 marzo, quindi era sufficient­e che l’Inps pagasse assieme alla disoccupaz­ione anche i 600 euro». E le domande in questo campo non sono state poche: «Come patronato ne abbiamo fatte circa 1.900, in tutta la regione sono state 8.240». Tremila quelle fatte sui 600 euro, 1.000 circa quelle per congedo parentale. «E lo scorso anno nello stesso periodo ne ho fatte 400 per congedo». E anche su questo fronte si poteva fare meglio: «Sono stati introdotti di volta in volta dei limiti alla presentazi­one delle domande imposti dai vari dpcm quando tutti sapevano che la suola non sarebbe ricomincia­ta. Prima il 3 aprile, poi metà aprile, quindi inizio maggio: mamme e papà invece che una domanda spesso ne hanno dovute presentare 4». Se questo si moltiplica per tutte le madri e i padri che hanno utilizzato lo strumento in Italia i numeri sono da capogiro. Sul nuovo decreto Colombo plaude «all’automatism­o introdotto per i percettori dei 600 euro: chi li ha già ricevuti per marzo li riavrà senza fare domanda, ma il nuovo decreto introduce una miriade di soggetti che dovranno presentare per la prima volta la domanda, perché sono stati introdotti nuovi vincoli o nuove modalità. Ecco, per semplifica­re si poteva, invece che introdurre 15 strumenti diversi per 15 soggetti, pensare uno strumento universale». E oltre alle domande ci sono anche nodi da risolvere: «Tra le tante domande dei 600 euro respinte ci sono circa la metà di quelle degli stagionali del turismo. Noi ne abbiamo 1.000. Pare che le aziende, comunicand­o a suo tempo i dati, non abbiano flaggato la casella “lavoratore stagionale”, per errore, perché ritenuta un dato a fine statistico. Ora a un dato statistico si aggancia un diritto: il sistema, non vedendo barrata questa casella, ha respinto la domanda. Spero di non doverle riprendere in mano tutte e che si trovi una soluzione massiva, anche perché non penso riguardi solo noi». Tra le proposte operative Colombo suggerisce anche «di non mettere termini perentori nella presentazi­one della domande, prorogare i termini in scadenza e centralizz­are le informazio­ni: enti e istituzion­i devono parlarsi come non mai in questa fase» conclude il direttore.

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Un Paese di carta La burocrazia non si ferma, anzi si moltiplica anche nell’epoca dell’emergenza dettata dal Coronaviru­s

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