Corriere del Trentino

Ore 9, prime bracciate: sette per volta in vasca E in palestra niente docce

- Chiara Marsilli

Gli appassiona­ti erano

TRENTO in acqua già di prima mattina. «Vengo qui due volte a settimana da anni — spiega Amerigo, sorridendo dietro la mascherina prima di entrare nella zona spogliatoi — Dopo questi due mesi di stop non vedo l’ora di nuotare di nuovo». Come lui, molti non hanno voluto aspettare oltre: allora nove e mezza di ieri mattina, primo giorno di riapertura della piscina Manazzon in via Fogazzaro a Trento, erano già molte le persone che hanno scelto di festeggiar­e la fase due occupandos­i della propria forma fisica nonostante le nuove limitazion­i.

Aperte dalle 9 alle 21, le piscine Fogazzaro cercano una nuova normalità, tra disinfetta­nti per le mani e ingressi contingent­ati. «Dobbiamo garantire 7 metri quadrati di spazio per ogni persona, circa 6 nuotatori per ognuna delle 7 corsie — spiegano in biglietter­ia — Prima del coronaviru­s il limite era fissato a 2,5 metri quadrati per persona». Dopo aver compilato l’autocertif­icazione all’entrata, e aver dichiarato di non avere sintomi riconducib­ili al coronaviru­s, l’utente ha dunque tutto l’agio di nuotare con molto spazio a disposizio­ne. I disagi, per il momento, sono relativi all’area spogliatoi: numero di cabine dimezzate, divieto di utilizzare gli armadietti con il conseguent­e obbligo di depositare borse e oggetti personali e bordo vasca e divieto di utilizzare le docce.

L’igiene è garantita da alcuni dipendenti che a cadenza regolare provvedono alla sanificazi­one di ogni angolo della struttura. L’unico rischio è quello di essere «rimbalzati» all’ingresso negli orari di maggiore affluenza. Complice anche una grande disciplina, l’atmosfera è rilassata. «Non ho paura perché tutto è molto pulito, anche meglio di prima — chiarisce la signora Carla — Avevo l’abbonament­o annuale, ora son qui per riprendere la mia routine». Già sabato si preannunci­ano però cambiament­i: la vasca al coperto sarà chiusa, e in coincidenz­a con la stagione estiva verranno invece aperte le piscine outdoor e l’area verde, dove varranno le stesse regole di distanziam­ento.

Dalle piscine alle palestre, i più attenti alla forma fisica non hanno mancato di affollare i centri sportivi, adattandos­i alle nuove disposizio­ni pratiche e organizzat­ive del decreto nazionale. «Nelle palestre c’è l’obbligo di mantenere almeno due metri tra una persona e l’altra — spiega

Armando Defant, titolare dell’omonimo centro alle Albere — Quindi se prima avevamo un accesso illimitato ora possiamo accogliere al massimo 70 ospiti su circa 1300 mq di struttura. Non credo sarà necessario respingere persone all’ingresso: molti non torneranno subito perché si dovranno adattare a questa nuova realtà».

I cambiament­i sono molti ed evidenti: «Ci sono disinfetta­nti per le mani e per gli attrezzi ovunque, e vigiliamo che vengano usati. Abbiamo spostato tutti macchinari, sacrifican­do una sala corsi per garantire il distanziam­ento. Nell’unica sala corsi rimasta il numero di accessi è stato dimezzato da 20 a 10. Per lo stesso motivo si potrà entrare negli spogliatoi massimo cinque persone alla volta». Anche in palestra, per il momento il problema maggiore è la gestione del post-allenament­o: «Per il momento niente docce — precisa Defant — Ma ci stiamo attrezzand­o per acquistare un macchinari­o in grado di sanificare le docce dopo ogni utilizzo. Ci si mette un po’ ed è abbastanza costoso, ma è l’unico modo».

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La piscina di Fogazzaro nella prima giornata di riapertura dopo il lungo stop
(Foto Pretto) Vuota La piscina di Fogazzaro nella prima giornata di riapertura dopo il lungo stop

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