Regale, solido e bellissimo acero Dal suo legno tenace è nato l’incanto dei violini di Stradivari
Tra gli alberi a foglia caduca, l’acero è uno fra i più belli, folto, dritto,regale. Della famiglia delle Aceraceae, il genere conta trentasette specie sparse in tutto il mondo, e molte varietà.
Le specie più note sono l’Acer platanoides - le foglie assomigliano a quelle del platano, con punte acute -; poi l’Acer pseudoplatanus, con foglie piccole e rotondeggianti, che non teme climi inclementi. Comune è anche l’acero campestre, Acer campestre, spesso cresce quale fitto, grande cespuglio piuttosto che ad albero, perché nei campi è tagliato a terra e mantenuto a siepe. Se si lascia crescere in pace, lo fa lentamente, diventando un albero di media grandezza. Amato dagli appassionati di bonsai – si sviluppa, appunto, con grande calma – e anche dai giardinieri, che gli danno forme e portamenti diversi secondo le mode del momento: è molto paziente.
Le sue foglie sono piccole, trilobate, aggraziate, in autunno si colorano di un caldo colore ambrato. Curiosamente, l’acero campestre è l’unico fra gli europei che in origine cresceva anche in Inghilterra.
Sciroppo Si ricava dalla linfa ed è usato in cucina Si trova nella varietà «saccharum»
L’Acer palmatum, giapponese, con alcune varietà a foglie rosse, è apprezzato per la forma frastagliata delle foglie e per la colorazione: si vede spesso nei giardini.
L’Acer saccharum da noi invece è raro: popola i boschi dell’Ontario, del Quebec e dell’americano Vermont, è famoso per le sue colorazioni autunnali dovute all’escursione termica fra notti gelate e giornate miti. Ciò è dovuto al fatto che la pianta in autunno non produce più clorofilla, così i caroteni e le xantofille, sostanze chimiche antiossidanti arancioni e gialle presenti nelle foglie, diventano visibili. È famoso anche per lo sciroppo ricavato dalla linfa, usato in cucina, ricco di zuccheri.
Il legno dell’acero è solidissimo, così duro da essere il preferito per le mazze da baseball. Un uso però più «acculturato» dell’essenza è quello che ne fece a Cremona, a cavallo fra il 1600 e il 1700, il liutaio Antonio Stradivari, che con il legno dell’acero campestre creò i più famosi strumenti musicali ad arco della storia, violini dal suono tuttora insuperato.
Il perché dell’eccellenza dei suoi violini, riconosciuta universalmente, è ancora avvolto da mistero; si suppone che dal 1640 al 1750 – epoca in cui visse all’incirca Stradivarigli inverni fossero molto più freddi che nei periodi successivi.
Perciò gli aceri crescevano molto più lentamente, con anelli molto stretti, rendendo molto compatto il legno. Anche il liutaio Giuseppe Guarnieri usò il medesimo legname per i suoi strumenti, divenuti anche questi famosi e ricercatissimi nel mondo.
I frutti degli aceri, sàmare, anzi bi-sàmare perché sono sempre due insieme, sono amati dai bambini: se gettati in aria, ricadono girando su se stessi come piccole eliche.