Corriere del Trentino

Riva orfana dei turisti «Chiediamo un aiuto»

Miorelli (esercenti): «Qui tutto è tutto fermo Servono prestiti a fondo perduto per le aziende e un piano dedicato al lago, situazione peculiare»

- Baldo

TRENTO «Siamo stati chiusi settanta giorni». Claudio Miorelli, presidente del commercian­ti di Riva del Garda, li ha contati uno a uno, così come hanno fatto tutti gli esercenti obbligati ad abbassare le serrande per il rischio contagio. «Ora si riapre», dice con cauto ottimismo ma anche con la consapevol­ezza che per le zone turistiche non significa che la clientela sia in fila fuori dalla porta del negozio: «Tutte le strutture ricettive sono chiuse, gli alberghi sono vuoti, mancano i turisti e non si sa nemmeno quando torneranno». Per questo dall’Alto Garda è partito l’appello alla Provincia: «Aiutateci con finanziame­nti a fondo perduto perché il lago è il primo ad andare in difficoltà. Qui si è fermato non solo il commercio ma anche la ristorazio­ne, i bar, le gelaterie, tutti i servizi tarati per milioni di presenze a stagione. E i contratti di lavoro non partono, in migliaia sono senza lavoro».

Un po’ di ossigeno è arrivato nell’ultimo weekend: «Devo dire che è stato davvero bello vedere la città tornare a riempirsi di persone. Ma si è trattato di un afflusso local, persone dei dintorni, anche molti altoatesin­i: ma non basta. Ho sentito colleghi che hanno lavorato, altri meno, altri zero. Qui sul lago siamo strutturat­i per accogliere la presenza turistica internazio­nale, tedeschi, olandesi, anche russi. E questa fetta di clientela non c’è».

Claudio Miorelli spiega che «l’incasso dei mesi persi non si recupera più, della Pasqua e dell’Ascensione, dei ponti che facevano arrivare sul Garda migliaia e migliaia di persone. A differenza della montagna che può contare su un inverno che tutto sommato è andato bene, che riparte per l’estate a giugno inoltrato, qui la stagione inizia a primavera — osserva Miorelli — e per noi deve ancora iniziare». Le richieste di aiuto sono partite da tempo, fin dall’inizio della quarantena: «Le associazio­ni di categoria si stanno muovendo e da ormai due mesi chiedono alla Provincia di pensare a qualcosa di specifico per la situazione altogardes­ana». La paura è di non farcela, «che in molti non riaprano», ma è forte anche la speranza: «Leggiamo dell’imminente apertura dei confini tra le regioni, e va bene — dice Miorelli — ma guardiamo con maggiore interesse a quando si apriranno i confini nazionali verso il mondo tedesco, verso il nord. Perché l’80% dei nostri turisti arriva proprio da lì. Forse qualcosa si sblocca per la Germania — e qui Miorelli si riferisce al “corridoio” attraverso l’Austria che si potrebbe aprire — ma forse anche l’Austria dovrebbe capire che si è tutti in Europa e che non ha senso chiudere le frontiere».

L’ultimo weekend è stato un assaggio di normalità, ma insufficie­nte a ripianare l’ammanco dei mesi scorsi. «Quello — dice rassegnato il presidente dei commercian­ti rivani — non si recupererà più. La rete commercial­e di questa nostra realtà, intesa come bar e ristoranti, come aziende ricettive e servizi turistici, è tarata su 4 milioni di presenze. Abbiamo già perso una parte importante di questi numeri nei mesi scorsi, non possiamo proprio perdere anche le presenze dei mesi prossimi. Qui la gente non lavora se non arrivano i turisti, questo bisogna capirlo, e se non arrivano bisognerà trovare una soluzione».

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(foto Pretto) Sedie vuote Bar e vie del centro, quelle turistiche, a Riva del Garda sono vuote
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