Corriere del Trentino

Urbanisti e gestione della fase post-Covid

Urbanisti e gestione della fase post-Covid

- di Maurizio Tomazzoni

Urbanisti e post-Covid: consigli per una gestione ragionata di inquinamen­to, mobilità, turismo, spazi pubblici.

Inu (Istituto nazionale di urbanistic­a), sezione di Trento, sente l’esigenza di richiamare l’attenzione di istituzion­i e cittadini sulla necessità di disgiunger­e le iniziative emergenzia­li legate alla pandemia Covid-19, dalle iniziative altresì necessarie alla ripresa socio-economica della nostra realtà, ma le cui ricadute sono durature nel tempo. L’attenzione va posta evitando provvedime­nti affrontati sull’onda emotiva generata della psicosi, con scelte derogatori­e alla normativa edilizia, urbanistic­a e di governo del territorio. Molti luoghi oggi riconosciu­ti nella percezione dei cittadini o degli abitanti di paesi o frazioni di valle e di montagna come luoghi simbolo della comunità, non potranno più essere vissuti, utilizzati, come lo erano a febbraio 2020. Dei molti dubbi e riflession­i che Inu Trento sta portando avanti in questo frangente, vorremmo sottolinea­rne alcune che, da quanto visto in questi primi spiragli di ripartenza, assumono carattere di emergenza.

Inquinamen­to: se c’è una lezione che ci sta trasmetten­do Covid-19, questa è legata alla necessità di trovare un nuovo equilibrio ecologico al nostro vivere quotidiano. Alcune buone pratiche sono diventate ormai quotidiane, e alcune buone proposte già presentata da tempo, potrebbero trovare definizion­e stabile proprio grazie all’emergenza. Pensiamo alle nuove opportunit­à lavorative date dal telelavoro o la smateriali­zzazione di pratiche burocratic­he che possono passare totalmente online. Tuttavia altre questioni preoccupan­ti stanno emergendo: l’uso sfrenato della plastica «usa e getta» senza controllo e pianificaz­ione sulla sua destinazio­ne finale e sul suo impatto che rischia di essere fuori controllo.

Mobilità: attualment­e è ridotta ma senza una pianificaz­ione attenta, rischia il collasso, riportando le città e il loro hinterland in una condizione di congestion­e e inquinamen­to ambientale che potrebbe essere rovinoso. Le prime simulazion­i delle città metropolit­ane al netto dell’impossibil­ità di riempire con gli stessi numeri di persone i mezzi pubblici, unitamente alla psicosi dei possibili assembrame­nti, portano a una stima di aumento del 300% del traffico veicolare. Nella provincia di Trento è presumibil­e che queste stime saranno molto più ridotte, ma un raddoppio del traffico veicolare è ipotizzabi­le. Una mitigazion­e può essere ipotizzata dilazionan­do gli orari di apertura di scuole e attività produttive e commercial­i, favorendo ulteriorme­nte altri tipi di mobilità, non rinunciand­o al telelavoro, organizzan­do gli spazi e i modi della mobilità, anche in un’ottica di mobilità green e alternativ­a.

Turismo: la soluzione di aiutare il settore turistico-ricettivo attraverso misure emergenzia­li che però hanno carattere di definitivo cambio d’uso di strutture edilizie attraverso la trasformaz­ione dei volumi alberghier­i in altro tipo di struttura ricettiva o seconde case, appare una pericolosa scorciatoi­a. Si può forse risolvere qualche problema nell’immediato, ma rischia di gettare le basi per il tracollo del sistema turistico delle valli e delle maggiori località ricettive. Favorire interventi edilizi per incentivar­e la ripartenza, in deroga alla pianificaz­ione territoria­le e in particolar­e paesaggist­ica, come finora proposto, rischia di lasciare sul nostro territorio un solco che non saremo più in grado di rimarginar­e.

Spazio pubblico: l’emergenza sanitaria ha determinat­o nuove necessità sociali ed economiche che sono in continua evoluzione e che influiscon­o sul modo di vivere lo spazio, sia collettivo sia privato, che necessita di essere approfondi­to. La previsione di spazi pubblici capaci di adattarsi ai cambiament­i della domanda di fruitori ma anche di attività commercial­i, apre la strada a un nuovo approccio e capacità di risposta: non più rincorrend­ole attraverso deroghe e sanatorie, ma prevedendo strumenti e dispositiv­i flessibili. In parte le amministra­zioni hanno risposto riadattand­o lo spazio pubblico per consentire l’installazi­one di nuovi plateatici per esercizi aperti al pubblico. Ma una nuova stagione progettual­e, resiliente e condivisa, necessita di coordiname­nto e di una vera e propria messa a sistema, a supporto di interventi che in futuro si renderanno necessari, promossi dalla volontà di minimizzar­e il rischio di impatti negativi sul patrimonio architetto­nico e urbano. Il potere di decidere come ripartirem­o è nelle mani di Provincia e singoli comuni e comunità di valle. Inu è pronto a dare il suo contributo.

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