Urbanisti e gestione della fase post-Covid
Urbanisti e gestione della fase post-Covid
Urbanisti e post-Covid: consigli per una gestione ragionata di inquinamento, mobilità, turismo, spazi pubblici.
Inu (Istituto nazionale di urbanistica), sezione di Trento, sente l’esigenza di richiamare l’attenzione di istituzioni e cittadini sulla necessità di disgiungere le iniziative emergenziali legate alla pandemia Covid-19, dalle iniziative altresì necessarie alla ripresa socio-economica della nostra realtà, ma le cui ricadute sono durature nel tempo. L’attenzione va posta evitando provvedimenti affrontati sull’onda emotiva generata della psicosi, con scelte derogatorie alla normativa edilizia, urbanistica e di governo del territorio. Molti luoghi oggi riconosciuti nella percezione dei cittadini o degli abitanti di paesi o frazioni di valle e di montagna come luoghi simbolo della comunità, non potranno più essere vissuti, utilizzati, come lo erano a febbraio 2020. Dei molti dubbi e riflessioni che Inu Trento sta portando avanti in questo frangente, vorremmo sottolinearne alcune che, da quanto visto in questi primi spiragli di ripartenza, assumono carattere di emergenza.
Inquinamento: se c’è una lezione che ci sta trasmettendo Covid-19, questa è legata alla necessità di trovare un nuovo equilibrio ecologico al nostro vivere quotidiano. Alcune buone pratiche sono diventate ormai quotidiane, e alcune buone proposte già presentata da tempo, potrebbero trovare definizione stabile proprio grazie all’emergenza. Pensiamo alle nuove opportunità lavorative date dal telelavoro o la smaterializzazione di pratiche burocratiche che possono passare totalmente online. Tuttavia altre questioni preoccupanti stanno emergendo: l’uso sfrenato della plastica «usa e getta» senza controllo e pianificazione sulla sua destinazione finale e sul suo impatto che rischia di essere fuori controllo.
Mobilità: attualmente è ridotta ma senza una pianificazione attenta, rischia il collasso, riportando le città e il loro hinterland in una condizione di congestione e inquinamento ambientale che potrebbe essere rovinoso. Le prime simulazioni delle città metropolitane al netto dell’impossibilità di riempire con gli stessi numeri di persone i mezzi pubblici, unitamente alla psicosi dei possibili assembramenti, portano a una stima di aumento del 300% del traffico veicolare. Nella provincia di Trento è presumibile che queste stime saranno molto più ridotte, ma un raddoppio del traffico veicolare è ipotizzabile. Una mitigazione può essere ipotizzata dilazionando gli orari di apertura di scuole e attività produttive e commerciali, favorendo ulteriormente altri tipi di mobilità, non rinunciando al telelavoro, organizzando gli spazi e i modi della mobilità, anche in un’ottica di mobilità green e alternativa.
Turismo: la soluzione di aiutare il settore turistico-ricettivo attraverso misure emergenziali che però hanno carattere di definitivo cambio d’uso di strutture edilizie attraverso la trasformazione dei volumi alberghieri in altro tipo di struttura ricettiva o seconde case, appare una pericolosa scorciatoia. Si può forse risolvere qualche problema nell’immediato, ma rischia di gettare le basi per il tracollo del sistema turistico delle valli e delle maggiori località ricettive. Favorire interventi edilizi per incentivare la ripartenza, in deroga alla pianificazione territoriale e in particolare paesaggistica, come finora proposto, rischia di lasciare sul nostro territorio un solco che non saremo più in grado di rimarginare.
Spazio pubblico: l’emergenza sanitaria ha determinato nuove necessità sociali ed economiche che sono in continua evoluzione e che influiscono sul modo di vivere lo spazio, sia collettivo sia privato, che necessita di essere approfondito. La previsione di spazi pubblici capaci di adattarsi ai cambiamenti della domanda di fruitori ma anche di attività commerciali, apre la strada a un nuovo approccio e capacità di risposta: non più rincorrendole attraverso deroghe e sanatorie, ma prevedendo strumenti e dispositivi flessibili. In parte le amministrazioni hanno risposto riadattando lo spazio pubblico per consentire l’installazione di nuovi plateatici per esercizi aperti al pubblico. Ma una nuova stagione progettuale, resiliente e condivisa, necessita di coordinamento e di una vera e propria messa a sistema, a supporto di interventi che in futuro si renderanno necessari, promossi dalla volontà di minimizzare il rischio di impatti negativi sul patrimonio architettonico e urbano. Il potere di decidere come ripartiremo è nelle mani di Provincia e singoli comuni e comunità di valle. Inu è pronto a dare il suo contributo.