Corriere del Trentino

«Licenziame­nti bloccati, ma allungare la cig»

Manzana e Giudiceand­rea si allineano a Bonomi: dal governo pochi fatti. E punzecchia­no l’Inps: ha fatto brutte figure

- Di Alberto Mapelli

Fausto Manzana e Federico Giudiceand­rea appoggiano la linea Bonomi: «Serve più chiarezza dal Governo». Cassa integrazio­ne e blocco dei licenziame­nti devono andare di pari passo, mentre non piace il limite dei 45 giorni per la presentazi­one della domanda di cassa.

TRENTO Troppi annunci e pochi fatti e risposte concrete per ripartire. Fausto Manzana e Federico Giudiceand­rea, presidenti rispettiva­mente di Confindust­ria Trento e Assoimpren­ditori Alto Adige, sono allineati al pensiero del presidente di Confindust­ria Carlo Bonomi, che mercoledì ha criticato il governo per non aver stilato un piano dettagliat­o per la ripartenza. «Servirebbe meno confusione — commenta Manzana — e più semplicità negli strumenti da adottare per ripartire. Bisogna cercare di capire cosa non funziona e semplifica­rlo». Una posizione di linearità e velocità degli strumenti condivisa anche da Giudiceand­rea: «Alle imprese non servono proclami ma due cose concrete: riforma del codice degli appalti e investimen­ti in infrastrut­ture. Il modello è quello del ponte di Genova».

Lunedì, al termine della seconda giornata di Stati Generali, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la possibilit­à per le aziende di anticipare le quattro settimane di cassa integrazio­ne inizialmen­te previste per settembre e ottobre, in attesa di un possibile aumento delle settimane a disposizio­ne. Allo stesso tempo il segretario della Cgil Maurizio Landini ha chiesto il prolungame­nto del blocco dei licenziame­nti, in scadenza il 17 agosto, fino a fine anno. Due temi che si intersecan­o.

«Imporre il blocco dei licenziame­nti è stata una misura condivisib­ile — riflette Manzana — perché è stata affiancata da uno strumento come la cassa integrazio­ne, che ha consentito di temporeggi­are senza rinunciare a posti di lavoro. Prevedere che le due misure non proseguano di pari passo sarebbe una decisione sbagliata». «Calare dall’alto uno stop dei licenziame­nti è una scelta sbagliata — continua Giudiceand­rea —. Nessuno prende a cuor leggero la decisione di rinunciare a dei lavoratori, gli stessi sindacati lo sanno che nei nostri territori si è licenziato solo di fronte a difficoltà oggettive e con accordi sindacali. È impensabil­e

— prosegue — imporre a un’azienda che ha un fatturato dimezzato di mantenere la forza lavoro di prima. Immagino che si aggiungerà altra cassa integrazio­ne. La priorità deve essere salvare le aziende».

I due presidenti, invece, sono molto più critici rispetto ad un’altra novità per la cassa integrazio­ne. Lunedì è stato imposto un limite temporale di 45 giorni alle aziende per presentare il modello Sr41, ovvero la domanda che fa scattare i pagamenti della cassa integrazio­ne. Se la scadenza non verrà rispettata, saranno i datori di lavoro a dover pagare il sussidio. «Sono vincoli di forma e poca sostanza — spiega Giudiceand­rea —. L’Inps, con i suoi sistemi antiquati, ha fatto brutte figure nella gestione di questa cosa». «Per un’azienda strutturat­a non ci saranno problemi a rispettare il limite, ma è sbagliato cercare di trovare altri responsabi­li per i ritardi — commenta Manzana —. Il sistema che va in default o che mostra dati sensibili di altri non è gestito né dal Governo né da Confindust­ria».

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Protezioni La mascherina è ancora obbligator­ia nei supermerca­ti.

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