Corriere del Trentino

«I turni come negli anni ‘60, un ritorno non positivo»

Lo storico Antonelli: «Allora fu necessario per la scolarizza­zione di massa. Protezioni fisse inconcepib­ili»

- A. D.

Non è la prima volta che la scuola italiana, e anche quella trentina, si trovano a fare i conti con il problema degli spazi, delle aule che mancano, della necessità di introdurre una turnazione. Un precedente c’è e risale alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta. A ricordarlo è Quinto Antonelli, ricercator­e e storico esperto, tra le altre cose, in materia scolastica. Suo è infatti il libro «Storia della scuola trentina» edito da Il Margine nel 2013.

Dottor Antonelli, la pandemia da Covid-19 sta costringen­do il mondo della scuola a rivedere la propria organizzaz­ione, immaginand­o aule più piccole e turnazione. C’è un precedente nel nostro recente passato oppure è una novità assoluta?

«Sì, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta si fecero delle turnazioni, soprattutt­o nelle scuole superiori. Ma in quel caso la necessità era dettata da questioni edilizie».

Ossia?

«Quando comincia la scolarizza­zione di massa aumenta notevolmen­te la domanda di accesso alle scuole superiori. Se le elementari hanno una lunga storia nella nostra terra, l’accesso diffuso alle superiori si colloca alla fine degli anni Sessanta, quando, come risultato del boom economico , di un diverso ascensore sociale aumenta notevolmen­te il numero degli accessi a queste scuole. Ma ci si trova a fare i conti con un patrimonio edilizio non adeguato. E così si procede con alcune turnazioni, lo ricordo bene a Rovereto, ma anche altrove. Fu tuttavia un fenomeno transitori­o».

Sulla scorta di questo esempio magari si potrebbe cogliere questa emergenza dettata alla pandemia per rinnovare anche l’attuale patrimonio edilizio, irrobustir­lo nei numeri e nella qualità.

«Questa potrebbe essere un’idea. Già se ne parla per il Marconi di Rovereto, per il quale è in corso un ragionamen­to da tempo. A questo si aggiunga che al giorno d’oggi, rispetto a quando sono state costruite le scuole, c’è una richiesta maggiore di laboratori e spazi simili su cui si potrebbe ragionare».

Ma la turnazione, ieri ed oggi, è solo una questione tecnica o presenta criticità dal punto di vista didatticop­edagogico?

«Così, a occhio, non mi pare una bella cosa: vuol dire che si va a scuola di meno e la riduzione dell’orario e delle ore ha un corollario non positivo: dalla semplifica­zione della didattica alla contrazion­e delle attività di ricerca e di laboratori­o, insomma va a discapito di una didattica più complessa e dinamica, disegnando un ritorno a forme tradiziona­li». ridurla , è certo

E che ne pensa, lei che è stato anche insegnante, del fatto che maestri, professori e studenti debbano tenere la mascherina per tutto il tempo che stanno in classe?

«Io lo trovo davvero inconcepib­ile».

 ??  ?? Quinto Antonelli
Quinto Antonelli
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy