«In classe tra il 7 e 14 settembre Le elezioni non ci fermeranno»
La linea di Bisesti. Spazi, a Rovereto Iprase e Manifattura. Trento: mancano 4 classi
«Le elezioni non andranno a incidere sul rientro a scuola». È perentorio l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti nel difendere la necessità di un ritorno in aula nei tempi canonici degli alunni.
Elezioni
L’idea che passi l’election day per il 20 e 21 settembre sta portando molti governatori in Italia a chiedere di posticipare il ritorno in classe a fine mese. Ma Bisesti ha le idee chiare: «Attendiamo di capire la decisione della giunta sulla data delle elezioni. Queste ultime non devono essere un impedimento per la vita normale». La data ipotizzata dall’assessore era quella del 7 settembre, lo Stato suggerisce il 14 e si sa, in tempi di Covid, potrebbe anche imporla. «Comunque si oscilla tra il 7 e il 14 — conferma Bisesti — Se ci sarà da fare l’igienizzazione la faremo, non ci farà perdere troppo tempo». Anche il dirigente del dipartimento Roberto Ceccato conferma il quadro e ricorda anche come si stia «spingendo per un utilizzo il più circoscritto possibile delle scuole: in ogni caso non viene occupata l’intera scuola ma qualche aula o la palestra». Il dipartimento e l’assessorato sono al lavoro anche sulla ricognizione degli spazi per settembre. «Non sono emersi problemi almeno per il primo ciclo» garantisce Ceccato. Certo sarà necessario un investimento sugli organici: «Per forza — afferma Bisesti — anche attraverso un confronto con le parti sindacali». Parti sindacali che l’assessore vuole sentire anche sull’organizzazione del tempo scuola. «Ho qualche perplessità sui turni: sui pomeriggi c’è un’esigenza forte da parte delle famiglie, faremo il possibile. Dopodiché può anche essere che quanto stiamo facendo non si riveli più necessario a settembre ma dobbiamo farci trovare pronti».
Mascherine sì o no
Il protocollo salute e sicurezza per la scuola, che ha iniziato ieri il suo iter di discussione, prevede che tutti, alunni e docenti, indossino la mascherina per tutto il tempo di presenza negli istituti. Al tavolo di lavoro si sta cercando di trattare per ridurre questo tempo di utilizzo e anche Bisesti apre uno spiraglio: «Questa è l’indicazione che ci viene dalla parte medico sanitaria oggi. Vediamo se sarà confermata a settembre: anche per le materne due mesi fa vigeva l’obbligo e poi si è potuto farne a meno. Premesso che la sicurezza rimane prioritaria questa pandemia ci ha insegnato che le disposizioni possono cambiare».
Spazi
Sul fronte degli spazi, come garantisce Ceccato, i Comuni hanno fatto bene i compiti. Finiti i sopralluoghi sono in atto le simulazioni con gli spazi extra individuati. Per la città di Trento l’ex facoltà di Lettere (sfogo per le Crispi e Bresadola) e l’ex sede del Cibio a Mattarello saranno valvole di sfogo. E se le scuole de sobborghi, da Ravina a Povo a Gardolo, non presenterebbero criticità qualche problema si pone per la città, con 4-5 classi che non troverebbero posto. Ma gli uffici stanno già lavorando per individuare la soluzione ottimale. Anche a Rovereto l’amministrazione è all’opera. «Stiamo completando la ricognizione degli spazi e le scuole a loro volta — spiega l’assessora Cristina Azzolini, stanno riorganizzando i propri spazi interni. Abbiamo già localizzato e proposto alcuni spazi nei paraggi di ogni singolo istituto. Ad esempio una scuola ha chiesto spazi della Manifattura che sono però di proprietà provinciale: abbiamo inoltrato la richiesta della dirigente delle Filzi e Degasperi alla Provincia. Ho chiesto poi all’Iprase, che ha sede in uffici di proprietà comunale ma è un soggetto provinciale, per le Regina Elena un paio di aule e abbiamo due belle aule mansardate in via Flaim utilizzate dall’università dell’età libera, che ovviamente proseguirà anche le proprie attività e ci si dovrà coordinare». Poi ci sono gli altri luoghi, i musei, le biblioteca. «Abbiamo individuato per le Negrelli uno spazio nella biblioteca Civica, con una proposta molto interessante della dirigente volta a far turnare le classi che vi si recheranno. Andremo poi a visionare la vecchia scuola di Noriglio mentre Rovereto est ha chiesto anche la disponibilità dell’oratorio della Beata Giovanna». Anche a Pergine il sindaco Roberto Oss Emer ha chiuso il cerchio: «Stiamo già lavorando su alcuni immobili — spiega il primo cittadino — per adeguarli alle nuove esigenze. In alcune frazioni, da Madrano a Susà, sono state messe a disposizione le case sociali. Le medie troveranno sfogo in parte del Centro giovani. Ci sono poi palestrine che possono tornare utili e un immobile che abbiamo sfitto che, se necessario, potrebbe essere utilizzato dal Marie Curie».
La petizione
Un piano di emergenza importante che molti docenti, 344 quelli che hanno firmato fino ad ora la petizione promossa da Andrea Brocchieri docente del liceo classico Prati, si augurano rimanga tale. «Speriamo di evitare — spiega il professore, che lunedì ha inviato la petizione a Bisesti e al consiglio del sistema educativo — la riapertura delle scuole in una condizione di semi-ospedalizzazione. Servono soluzioni praticabili e proporzionate a un’emergenza che è solo eventuale».
L’esame di Stato
Intanto oggi per circa 4.000 studenti inizia l’esame di maturità. Ieri si è riunito il tavolo tecnico ad hoc: 7 scuole hanno accettato di avere del personale della Croce Rossa di supporto. E per le emergenze la Provincia ha attivato un help desk telefonico.