Corriere del Trentino

Salite, montagne e Moser La bellezza del ciclismo

Esce «Memorabile Impresa», dedicato al Giro d’Italia d’Epoca

- Di Silvia Vernaccini

Dieci Regioni, venti Provincie, cento Comuni, mille quattr oc entos sessantase­i ciclisti: così appare, letto attraverso i numeri, il Giro d’Italia d’Epoca edizione 2019, il primo e il più prestigios­o circuito di eventi che rievocano le gare ciclistich­e di un tempo ormai lontano. Se il Giro d’Italia ufficiale prendeva il via quel 13 maggio del 1909 con 127 ciclisti, la prima edizione del Giro d’Italia d’Epoca è di dieci anni fa e da allora è stato un crescendo di entusiasmo per questo sport, declinato in una scoperta culturale e ambientale della penisola italiana.

Lo racconta con grande passione il trentino Flavio Maria Tarolli, manager aziendale che vede la sua vita cambiare a cinquant’anni in seguito al suo «incontro casuale con una bicicletta che diventa protagonis­ta, amore e passione travolgent­e», come confessa candidamen­te.

Memorabile Impresa (Edizioni Reverdito, 235 pagine, 15 euro) è infatti il titolo di questo suo libro che conclude «il trittico» iniziato con Destinazio­ne Eroica (Reverdito, 2018) e proseguito con Leggendari­e Emozioni (Reverdito, 2019). Un libro prescelto tra le venti opere per il Premio Bancarella Sport 2020 e già al traguardo della seconda ristampa.

Un’avventura fantastica la sua, «un viaggio partito dal Trentino che finisce per abbracciar­e l’Italia intera, il Paese più bello del mondo», racconta con trasporto. Una carica che trasmette anche nello stile con cui scrive queste pagine: una sorta di radiocrona­ca incalzante, un diario delle cose viste e delle persone incontrate, di ricordi di campioni e imprese sportive. «Le bellezze naturali, le città e i luoghi d’arte, i vini e i cibi, le opere di grandi artigiani e inventori fautori del concetto moderno di “Made in Italy”, il piacere della fatica, la gioia del ritrovarsi, le riflession­i sui pedali», sono tutti ingredient­i di Memorabile Impresa, la cui copertina di colore rosa, come la mitica maglia dei Campioni d’Italia, aiuta a immergersi nell’atmosfera dei racconti.

Ecco dunque La Lambrustor­ica, La Classica, La Francescan­a, La Matta, La K2, La Mitica, per citare alcune delle tappe storiche del Giro d’Italia d’Epoca e ovviamente non poteva mancare La Moserissim­a, la ciclostori­ca di Trento intitolata a Francesco Moser e alla sua famiglia, la «dinastia» del ciclismo (Aldo, Diego, Enzo,

Francesco, Ignazio) che in questi anni ha contribuit­o e contribuis­ce ancora a dare notorietà al Trentino in tutto il mondo. «Francesco Moser è il campione che ha inaugurato l’era del ciclismo moderno – spiega Tarolli –. Pedalare su una bici vintage, indossando maglie di lana e cappellini colorati lungo la Valle dell’Adige percorsa dalla Moserissim­a, significa scoprire paesaggi meno noti e altri più familiari, ma anche avvicinars­i alle costanti che hanno reso grande il ciclismo antico e moderno. In un anno in cui l’edizione 2020 della Moserissim­a, insieme alla Leggendari­a Charly Gaul sul Monte Bondone, sono state spostate al 2021 causa emergenza sanitaria».

Non poteva mancare la 33Trentini, la ciclostori­ca amata dall’autore che la descrive come «Un giro da pistard!». «Dopo dopo aver pedalato sulle belle piste ciclabili lagarine che scorrono lungo i fiumi Adige e Leno, il castello e le vie antiche e rinascimen­tali della città di Rovereto», racconta l’autore, le ruote leggere raggiungon­o il velodromo di Mori, in Vallagarin­a: e le emozioni lì sono «tenacia, gioia, ebbrezza della velocità, desiderio di libertà».

Vincitore del Giro d’Italia d’Epoca 2019, Flavio Maria Tarolli – che di quella gara dice: «Il sapore della vittoria procura istanti irripetibi­li» – si considera «un ciclista normale, una persona che nella vita ama pedalare sempre» e, soprattutt­o, che sa emozionars­i di fronte alle piccole cose con animo semplice. Chiunque ami spostarsi in bicicletta, o più nello specifico ami il cicloturis­mo, comprende bene quanto questa pratica sia rispettosa della Natura: «La bicicletta, muscolare o elettrica, pare rappresent­are la soluzione moderna in grado di rispondere alle esigenze di mobilità sostenibil­e delle città –spiega –. Nel rapporto tra distanza percorsa ed energia bruciata, la bicicletta è ancor oggi il mezzo di locomozion­e più efficiente inventato dall’uomo».

Un libro per gli appassiona­ti di ciclismo in senso stretto – campioni, record, tecnologia dei materiali – ma anche per chi vuole conoscere realtà diverse che fanno grande il nostro Paese. Così si legge infatti nell’introduzio­ne di Michela Moretti Girardengo, presidente del Giro d’Italia d’Epoca, che definisce lo stesso «un romantico museo itinerante fatto di bici arrugginit­e o restaurate, di maglie di lana infeltrite o riproduzio­ni fedeli, di storia di ciclismo (…) di un’Italia fatta anche di profumi, colori e sapori differenti, tutti da scoprire e riassapora­re».

Il campione celebrato insieme alla famiglia: la dinastia delle due ruote

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Nel cuore del Trentino Foto ricordo dell’edizione 2019 della Moserissim­a (MindGAPhot­o Eventi). Al centro in maglia bianca Francesco Moser (68 anni)

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