Fratelli d’Italia, ribaltone Via Gerosa, ecco Urso
Le diverse visioni, nelle ultime settimane, erano emerse evidenti. E avevano mostrato un partito a due volti. Frizioni che a Roma non sono passate inosservate. Tanto che da ieri Fratelli d’Italia, in Trentino, si presenta con una nuova figura al vertice. In sostanza, da ieri Francesco Gerosa (che non più tardi di giovedì aveva presentato l’«operazione ascolto» del partito, ribadendo il sostegno al candidato sindaco di Trento Alessandro Baracetti) non è più commissario provinciale del partito di Giorgia Meloni. Al suo posto è stato scelto Adolfo Urso, senatore ed ex viceministro, molto legato ad Andrea de Bertoldi.
Un cambio che potrebbe impensierire Baracetti, visto che de Bertoldi non ha mai fatto mistero delle sue perplessità sull’allontanamento di Agire, spingendo piuttosto sull’unità della coalizione.
E la coalizione di centrodestra, ieri, secondo le indiscrezioni avrebbe dovuto incontrarsi per l’atteso confronto «chiarificatore» dopo le voci di un possibile cambio di candidato (il nome indicato sarebbe quello di Marcello Condini). Ma tutti gli interessati hanno smentito. I ben informati parlano di una cena, nella zona di Dro, che avrebbe coinvolto il candidato sindaco e «pochi intimi»: un incontro che comunque non avrebbe avuto la veste di un vertice politico (ma non è escluso che il vertice si faccia nelle prossime ore). «Nessuna fibrillazione» assicura il segretario della Lega Mirko Bisesti, che difende la scelta di Baracetti: «Abbiamo capito che il nostro candidato a qualcuno non va bene. Ma la coalizione lo sostiene convintamente. E la gente valuterà l’operato dell’amministrazione degli ultimi 15 anni». Così Baracetti: «Tutta la coalizione mi dice di non mollare. Io vado avanti».
Intanto ieri la minoranza ha presentato l’annunciata mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio Walter Kaswalder. Un testo firmato da tutti i consiglieri di opposizione tranne che dal pentastellato Alex Marini. «Con il presente atto — si legge nella mozione — i sottoscritti consiglieri intendono prendere le distanze dalla condotta del presidente Kaswalder e condannare le modalità di conduzione dei lavori d’aula portate avanti dallo stesso, in sfregio ai basilari principi di imparzialità ed equidistanza dalle parti». E ancora: «Il voto sul presente atto esprime un’assunzione di responsabilità del consiglio».