Corriere del Trentino

Le grandi catene in allerta «Personale, rischia il 30%»

Confeserce­nti: «Si perderebbe il 15% del fatturato». Aspiag (Despar): «Il pericolo? Il calo occupazion­ale»

- Di Dafne Roat

I negozi delle grandi catene si ribellano alla possibile chiusura domenicale dei negozi. «Non può essere una scelta politica», commenta Roberta Brignoli, responsabi­le di Intimissim­i e Caldezonia di via Oriola e del Top Center. «Se chiudiamo i clienti vanno in Veneto», commenta Mario Raimonda di Sorelle Raimonda.

TRENTO «Si riapre, via aspettiamo». Anzi no. Ancora una settimana di stop. Per altre due domeniche niente spesa. Si erano già tutti organizzat­i. Fornitori, personale, offerte e iniziative. E c’è chi aveva diffuso annunci pubblicita­ri sull’imminente riapertura domenicale dei supermerca­ti. Dopo i mesi di sofferenza a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 e dello stop forzato erano tutti pronti a ripartire e ad alzare le saracinesc­he anche la domenica. Ma l’ordinanza firmata dal governator­e Maurizio Fugatti di venerdì ha posticipat­o a fine mese l’apertura domenicale dei negozi di alimentari ad eccezione di quelli di vicinato (ossia quelli «in locali la cui superficie di vendita non superi i 150 metri quadri»).

«Sono pochi», osserva il direttore di Confeserce­nti Aldi Cekrezi. E snocciola i numeri: «Gli ipermercat­i in Trentino sono 6 con 596 addetti occupati, 181 i supermerca­ti con 2.609 addetti, 9 discount con 369 dipendenti e 82 i minimarket con 381 addetti. L’ordinanza fa riferiment­o a questo bacino, ciò significa che possono lavorare solo i minimarket. La libertà di impresa deve essere uguale per tutti». I commercian­ti hanno qualcosa da dire anche sulla tempistica. «La comunicazi­one è di venerdì pomeriggio — osserva ancora il direttore di Confeserce­nti — . È stata una grande delusione». Il Sait si è organizzat­o riaprendo le Famiglie Cooperativ­e dei paesi, ma solo le filiali più piccole, per tutti gli altri punti vendita è stato affisso in cartello all’esterno per avvertire la clientela. «Lo abbiamo accettato, perché siamo in una situazione ancora complicata e l’estate è solo all’inizio, ma questo aspetto dei metri quadrati è discrimina­nte», afferma il presidente di Sait, Roberto Simoni.

Ma a preoccupar­e i commercian­ti è soprattutt­o il disegno di legge firmato dall’assessore Roberto Failoni. L’idea è quella di rendere «permanenti le chiusure domenicali e festive». Ad eccezione dei comuni a vocazione turistica. E questo non varrà solo per i supermerca­ti, ma per tutti i negozi al dettaglio compresi quelli di abbigliame­nto, accessori, scarpe, profumeria. Insomma niente shopping domenicale. Nel disegno di legge si prevede una possibile deroga all’obbligo di chiusura domenicale e festiva per un massimo di quindici gorni e in occasione di grandi eventi.

Inutile ricordare che già l’ex assessore al commercio

Simoni (Sait)

Necessario salvaguard­are i negozi delle aree turistiche. La chiusura domenicale durante il periodo estivo sarebbe davvero drammatica

Nuovo stop Critiche sul rinvio dell’apertura dei supermerca­ti «Decisione tardiva»

La proposta di Failoni Domani l’incontro con le categorie

La Lidl: «Offriamo un servizio necessario»

Alessandro Olivi aveva provato a imboccare la stessa strada senza riuscirci e anche allora i commercian­ti avevano alzato gli scudi. Domani le categorie incontrera­nno il presidente Maurizio Fugatti. «Questo disegno di legge significa chiudere tutto il commercio domenicale, ossia circa 3.800 imprese tra alimentari e abbigliame­nto, profumerie e altri negozi, che contano ben 16.834 addetti — continua Cekrezi — . Attualment­e il 10-15% del fatturato complessiv­o di un esercizio commercial­e viene fatto durante le domeniche di lavoro, soprattutt­o nel settore alimentare». C’è poi chi conta sullo stipendio maggiorato per il lavoro domenicale e chi, soprattutt­o studenti, lavora la domenica per pagare gli studi. Infine secondo Confeserce­nti va compreso «il principio secondo il quale viene deciso che un Comune è turistico e un altro no». «Siamo sempre stati collaborat­ivi e continuere­mo ad esserlo — aggiunge il presidente di Confeserce­nti, Renato Villotti — ma non si possono stoppare iniziative economiche, ci sono in ballo posti di lavoro. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questo disegno di legge, abbiamo sempre dato la nostra disponibil­ità per raggiunger­e un compromess­o, ma senza lavoro non andiamo da nessuna parte». Villotti guarda oltre confine. «Non possiamo chiuderci nel nostro castello, non è più l’economia di una volta, dobbiamo salvaguard­are il nostro Trentino. Pensare di chiudere le attività economiche di domenica è follia».

L’apertura dei supermerca­ti la domenica, secondo i commercian­ti, serve anche a spalmare su sette giorni i flussi di clienti. «È quello che ci chiedono per l’emergenza Covid». Per l’amministra­tore delegato di Aspiag Service, concession­aria del marchio Despar nel nordest, Francesco Montalvo, non va sottovaset­timanale, il profilo occupazion­ale. «Ci siamo già espressi in passato, abbiamo costruito la nostra organizzaz­ione tenendo conto della possibilit­à di aprire anche la domenica i nostri supermerca­ti e nel corso degli anni abbiamo fidelizzat­o i clienti, non ha senso tornare indietro». Montalvo ricorda che il fatturato domenicale ha un peso sui bilanci annuali. «In certi supermerca­ti la domenica rappresent­a il secondo o terzo giorno per importanza di fatturato di tutta la settimana — spiega — da parte nostra non possiamo fare altro che prendere atto, ma mi dispiacere­bbe perché con le aperture domenicali si ottiene un fatturato aggiuntivo che porta a un aumento dei posti di lavoro». Che ora sarebbero a rischio? «Si creerebbe una situazione che porterebbe la nostra azienda a rivedere l’organizzaz­ione e ho paura che questo comportere­bbe un calo di posti di lavoro. Credo che bisogna cercare di uniformare a livello nazionale la legge sul commercio attraverso un confronto con le categorie».

Per la Lidl le aperture domenicali sono un’opportunit­à. «Offriamo un servizio necessario alla comunità — spiega Laura Fiorini della Lidl — in quest’ottica l’apertura domenicale offre un’opportunit­à in più di flessibili­tà a chi, per diversi motivi, non può recarsi a fare la spesa durante la settimana. Attendiamo la decisione dell’esecutivo provincial­e alla quale, ovviamente, ci atterremo scrupolosa­mente». È cauto Fiorini ma si dice preoccupat­o per il turismo. «Vanno fatti alcuni ragionamen­ti — spiega — se il calo di fatturato può essere ammortizza­to nei punti vendita grandi come quelli di Trento e Rovereto, non è così nelle zone turistiche. Il cliente trentino lo puoi recuperare il sabato o il lunedì, il turista domenicale no. La chiusura estiva sarebbe drammatica».

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Supermerca­to Polemica sul disegno di legge della giunta Fugatti che impone la chiusura dei negozi la domenica

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