Corriere del Trentino

Prg approvato, passa la funivia sul Bondone

Palazzo Thun, accolto un maxi-emendament­o del centrodest­ra. «No» di Onda civica

- Erica Ferro

Dopo una maratona di una settimana, alle tre di notte tra venerdì e sabato, è stato approvata la variante al Prg comunale con 22 voti favorevoli. «Sono contento — spiega il sindaco Andreatta —, credo di lasciare una città più vivibile e green».

TRENTO La «maratona» è giunta al termine verso le tre, nella notte tra venerdì e ieri e si è conclusa con l’adozione definitiva della variante al Piano regolatore generale. Dopo una settimana di discussion­e, il consiglio comunale di Trento ha approvato la delibera con 22 voti favorevoli, 7 astensioni (quelle del centrodest­ra, di Eugenio Oliva di #inMoviment­o e Jacopo Zannini de L’altra Trento a sinistra) e 2 contrari (Marco Santini e Paolo Negroni di Onda civica).

«Per me è motivo di grande soddisfazi­one — commenta il sindaco Alessandro Andreatta — concludo 22 anni di impegno politico nel campo urbanistic­o: sono contento perché credo di lasciare una città più bella, vivibile, green, ma anche più innovativa e attrattiva». L’adozione definitiva della variante al Prg era l’obiettivo cardine della consiliatu­ra, prolungata e stravolta dallo scoppio dell’epidemia di coronaviru­s e Andreatta tiene a fissarne ancora una volta i capisaldi: «Il no al consumo di suolo è un sì alla salvaguard­ia e alla tutela ambientale, un traguardo che abbiamo raggiunto — commenta — ma abbiamo anche messo mano a una serie di realtà che incarnano l’identità di piccoli sobborghi, come Canova e Campotrent­ino. Aver diviso in quattro parti la zona C6 delle aree inquinate di Trento nord significa assegnare a ognuna un’autonomia di avvio per i lavori. A sud cito la zona tra via Degasperi e viale Verona, che da zona produttiva diventa spazio multifunzi­onale con verde, edificazio­ne, uno studentato e nuova viabilità e l’area di San Vincenzo: al posto delle caserme verde e sport, riferiment­o per giovani e famiglie, senza dimenticar­e il collegamen­to con il Bondone e le norme che consentono ai cittadini di intervenir­e sulla propria casa per migliorarl­a, ampliarla, sfruttare i sottotetti, una grande occasione di rilancio anche sul piano economico in questo momento post Covid».

Nella variante entra anche la previsione di nuovi edifici residenzia­li per il cohousing tra Melta e Gardolo, il nodo del contendere sul quale si è incartato il dibattito di una settimana a Palazzo Thun. «Non siamo riusciti a far stralciare la lottizzazi­one — si rammarica Ianes, uno dei contrari, insieme a Zannini e ai consiglier­i di Onda civica, al progetto — però abbiamo almeno ottenuto di contenere i parametri di edificabil­ità abbassando­li da 0,23 a 0,20 per rendere le costruzion­i da realizzare meno impattanti». Dice di aver votato la variante «per sola responsabi­lità verso la città» e di essersi sentito «solo in questa maggioranz­a, che ha preferito accettare il ricatto del centrodest­ra pur di portare a casa il Prg». Più o meno lo stesso concetto espresso da Maschio (che ieri si è dimesso dalla commission­e urbanistic­a) e Santini, che parlano di «maggioranz­a di palazzinar­i».

Il centrodest­ra, favorevole al progetto di cohousing e alla decisione di prevedere un percorso partecipat­ivo per individuar­e la miglior area possibile per la realizzazi­one del bacino idrico sul Bondone (temi sui quali aveva depositato 1.600 emendament­i), si è visto approvare un maxiemenda­mento che secondo il capogruppo di Civica trentina

Andrea Merler «amplia e migliora le possibilit­à di sviluppo per famiglie e imprese»: «Consente nuova specifica edificabil­ità in caso di necessità sociali comprovate e di urbanizzaz­ione già presente in loco, ovvero di particelle che nei precedenti piani regolatori erano già edificabil­i, oltre all’ipotesi di tecniche costruttiv­e a emissioni zero e particolar­mente ecososteni­bili e l’estensione di zone produttive» sintetizza.

Tra chi non nasconde la propria soddisfazi­one c’è anche Dario Maestranzi (Gruppo misto), per il quale l’approvazio­ne della variante «è a suo modo un passaggio storico per la città di Trento, perché certifica in maniera ufficiale che il collegamen­to con il Monte Bondone è entrato nella pianificaz­ione urbanistic­a». Il consiglier­e delegato alla promozione della montagna del capoluogo sostiene di aver avuto «contatti con imprendito­ri molto importanti che credono in quest’opera e sono sicuri di riuscire a coinvolger­e altri colleghi».

«La variante prevede anche 300.000 metri quadrati in meno di edificabil­e oltre all’aumento di aree verdi per uso pubblico — commenta il capogruppo del Pd Paolo Serra — portare a casa una variante del Prg è uno sforzo di tutto il consiglio comunale: il compito della politica è individuar­e la sintesi tra opposte visioni trovando la via mediana. L’estremismo e il radicalism­o portano all’immobilism­o e non alla ricerca del bene comune». Ora l’Aula si prepara a un altro passaggio importante: domani prende il via il confronto sull’assestamen­to di bilancio.

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(Pretto) In consiglio comunale Il sindaco Alessandro Andreatta con il presidente del consiglio Salvatore Panetta

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