Corriere del Trentino

«Cooperazio­ne internazio­nale al palo Lega e 5 Stelle dimostrano incultura»

L’ex sottosegre­tario Raffaelli: «Così si blocca un settore strategico»

- Donatello Baldo

TRENTO Ex parlamenta­re, presidente di Amref e ora riferiment­o per il Trentino di «Azione» di cui è responsabi­le nazionale degli Esteri, Mario Raffaelli si è scagliato nei giorni scorsi contro Di Maio.

Cosa le ha fatto il ministro degli Esteri?

«Sono nove mesi che non si decide ad affidare la delega della Cooperazio­ne internazio­nale a uno dei suoi viceminist­ri. C’è una violazione formale, ma anche sostanzial­e: così facendo impedisce alla cooperazio­ne internazio­nale di lavorare a pieno regime, lasciandol­a senza interlocut­ori nel governo. E in un momento come questo è ancor più grave, perché questo settore è fondamenta­le per le relazioni internazio­nali, per mantenere i rapporti economici, per sostenere le imprese italiane nel mondo e per garantire al Paese un ruolo nei contesti di crisi come quello libico e del Corno d’Africa».

Un’accusa «politica» fatta per conto di Azione?

«Sono stato nominato responsabi­le di Azione per la Politica estera. E sono intervenut­o perché conosco bene la realtà di cui parlo. È inutile parlare dell’importanza della cooperazio­ne intenziona­le se non la si mette nelle condizioni di lavorare».

A Roma come a Trento. Non viene compresa la sua importanza strategica?

«Non capiscono l’importanza della cooperazio­ne internazio­nale ma non capiscono tante altre cose. A Roma sono i 5 Stelle, qui è la Lega, due realtà accomunate dalla stessa incultura politica».

Fino a dicembre era alla presidenza del Centro per la cooperazio­ne internazio­nale, poi si è dimesso per denunciare i tagli che hanno portato i finanziame­nti provincial­i al lumicino.

«Non potevo avallare il tentativo della giunta di distrugger­e uno dei vanti del Trentino, il suo impegno nella solidariet­à e nella cooperazio­ne internazio­nale. Ma vedo che la distruzion­e non si limita a questo, il tutto lo inserisco in un quadro generale che è desolante, che passa anche dalla gestione dell’emergenza Covid. Dalla follia delle piste aperte fino al dramma nelle Case di riposo».

Fugatti dice che nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo.

«Si appella al senno del poi, ma da chi siede al governo ci si aspetta il senno del prima. O perlomeno uno sguardo di prospettiv­a».

Tornando alla cooperazio­ne internazio­nale, crede che la Provincia farà qualche passo indietro?

«Non credo. Purtroppo dovremo affrontare una crisi con il peggior gruppo dirigente che ci sia mai stato in Trentino. Non solo per la cooperazio­ne internazio­nale, ma per il rischio che sia fatto strame di tutto quello che si è costruito in questi anni c’è bisogno di un contraltar­e alla politica della giunta».

Sta parlando dell’elezione del sindaco di Trento?

«Noi sosteniamo convintame­nte Franco Ianeselli. Per come è fatto il sistema istituzion­ale trentino questa giunta provincial­e ce la dobbiamo tenere fino alla scadenza della legislatur­a. Bisogna controbila­nciare con un sindaco come Ianeselli, con un Comune che possa contenere i danni».

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Presidente Mario Raffaelli è alla guida di Amref ed è referente trentino del movimento «Azione»

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