L’uomo e la caccia, Castel Roncolo riparte dagli affreschi
Dopo il lungo «inverno», con lo stop dovuto al coronavirus, a Bolzano Castel Roncolo ha riaperto i battenti. Un’occasione importante per inaugurare la mostra L’uomo
e la caccia nel Tirolo in programma fino al prossimo 10 gennaio.
Una quarantina i pezzi in esposizione che potranno essere ammirati per quasi sette mesi: utensili, armi, frecce e balestre ma anche opere pittoriche datate nel lungo arco di tempo che copre dall’epoca preistorica al Rinascimento. Il più grande ciclo di affreschi profani di epoca medievale — che si estende in otto sale, nel cortile interno e in alcune parti della facciata — affiancato da oggetti che provengono da collezioni private e da strutture museali di Innsbruck e che oggi sono la testimonianza tangibile della fervida attività di caccia che caratterizzava il Tirolo.
La mostra è il parallelo espositivo del quindicesimo e omonimo volume degli Studi storico-culturali di Castel Roncolo che, dal 2008, si arricchisce ogni anno di una nuova pubblicazione. Da dodici anni, infatti, la Fondazione Castelli di Bolzano si impegna
a pubblicare annualmente volumi di accompagnamento alle mostre temporanee; non si tratta di semplici cataloghi, ma di pubblicazioni che riguardano la storia, la cultura, l’economia e l’arte locale e che hanno sempre un collegamento con i due castelli del capoluogo, Castel Roncolo e Castel Mareccio. La collaborazione della fondazione con istituzioni internazionali come università e musei permette di ottenere risultati di grande rilievo: gli Studi, editi sia in tedesco sia in italiano, vantano autori e ricercatori di pregio e sono considerati lavori di grande interesse a livello internazionale.
Il quindicesimo capitolo, pubblicato quest’anno, segue Massimiliano I e il suo maniero illustrato del 2019. Sulle pareti del fortino svettavano le avventure di cavalieri ed eroi accanto ai personaggi delle triadi lungo la Casa d’Estate: Re Artù, Goffredo di Buglione, Carlo Magno, Giulio
Cesare e Teodorico da Verona, modelli illustri del sovrano condottiero oltre che antenati di Massimiliano I.
Una mostra e un volume che avevano creato grandi aspettative sull’atteso prosieguo del ciclo degli Studi che anche quest’anno, nonostante il covid e il lockdown, non hanno deluso. Protagonisti del nuovo catalogo patinato sono gli affreschi di Castel Roncolo in cui è illustrata la caccia al cervo, al cinghiale, all’orso, a camosci e agli stambecchi. Opere d’arte che sono importanti documenti delle tecniche di caccia in uso in passato, dalla preistoria all’età moderna. La caccia è declinata ee approfondita in tutte le sue forme, partendo dalla pesca fino alle armi, agli attrezzi e all’evoluzione delle leggi relative alla prassi venatoria attuale. (S.M. C. S.)