«Avremo due turni In tanti hanno paura»
TRENTO Fino a venerdì erano tra i più penalizzati, ora «le nuove linee guida ci hanno spalancato le porte», dice con grande entusiasmo Francesco Benanti, tra i sedici soci fondatori dell’associazione «Noi San Carlo», che da circa un anno ha preso in gestione la casa di Deggia (di proprietà della parrocchia San Carlo in Clarina) a San Lorenzo in Dorsino.
Come sono andate queste ultime settimane?
«Sono state settimane complicate, siamo passati dal chiederci “a cosa serviamo” al dirci “capiamo i bisogni reali delle famiglie”, e rileggendo tutte le normative inimmaginabili siamo rimasti accanto a loro».
In che modo?
«Visto che non abbiamo più i gruppi parrocchiali esterni o scout che avrebbero occupato la casa per gran parte dell’estate, abbiamo pensato di dare la possibilità alle famiglie della parrocchia di soggiornare in autogestione nella casa, ciascuna con il proprio bagno e con la propria stanza. Ora inoltre con le nuove linee guida si aprono degli scenari interessanti».
Tornerete a organizzare il campeggio estivo?
«Noi abbiamo sempre organizzato campeggi, fino a venerdì eravamo stati penalizzati in toto. In ultima battuta stavamo pensando al Grest, ora invece le nuove linee guida ci hanno spalancato le porte per organizzare i campeggi. Ci sarà una settimana unica per circa 25-30 bambini delle elementari e medie e un’altra per circa 20-25 ragazzi delle superiori. La scorsa estate riuscivamo a organizzare anche un altro turno, ma le adesioni sono state inferiori, sia per la paura legata al virus che per il periodo, visto che i campeggi saranno organizzati nelle settimane dopo Ferragosto».
Come farete per gli operatori previsti per ogni mini gruppo?
«Per il personale a disposizione prima facevamo affidamento al gruppo parrocchiale dei giovani tra i 14 e i 18 anni, ma ora, con le misure di sicurezza da rispettare e la responsabilità da assumersi, non possono darci una mano. In qualche modo ci organizzeremo tra soci fondatori».
Potenzialmente quante persone potrebbe ospitare la casa di Deggia?
«A settembre abbiamo scelto di fare un investimento e con dei lavori di adeguamento siamo riusciti a portare la casa da 25 a 50 posti letto. Abbiamo preso questo impegno perché è la casa dove la maggior parte di noi ha passato l’infanzia e l’adolescenza. Abbiamo voluto dare continuità a tutto quello che c’è stato e mantenere uno spazio per la comunità parrocchiale, che è sempre stato tenuto in gestione da gruppi di volontari che l’hanno gestito in maniera magistrale».