L’auto sbanda e precipita nel lago Santo: trappola fatale
Il cugino: «Amava la musica». Caldonazzo, non ce l’ha fatta l’operaio di 37 anni
Una pizza insieme agli amici ai Tre Faggi di Terlago. Una domenica allegra come tante altre, poi il rientro a casa lungo la strada dei Laghi di Lamar. La striscia di asfalto è stretta, con piccoli dislivelli, corre lungo il lago Santo, una perla della natura ai piedi della Paganella, un tempo unita al lago di Lamar. Simone Depaoli, 42 anni, di Monte Terlago la conosce bene. Mancano pochi chilometri a casa e la Suzuki swift percorre il tratto costeggiando il lago, poi l’improvvisa sbandata e lo schianto contro le rocce dall’altro lato della carreggiata. Accade tutto in fretta, poco tempo per pensare, forse Simone
ha tentato di bloccare l’auto, ma la macchina ormai «impazzita» ha sbattuto contro il guardrail che ha fatto come da trampolino facendo decollare l’auto, precipitata poi nel dirupo. Un volo di circa 7 metri, poi la Swift si è inabissata nelle acque del lago che si sono trasformate in una trappola, purtroppo fatale. Erano le undici circa.
Il quarantenne, forse, ha cercato di uscire dall’auto o è stato sbalzato. È difficile capire cosa è accaduto, i carabinieri della compagnia di Trento stanno cercando di ricostruire la dinamica, ma per recuperare il corpo dello sfortunato quarantenne ci sono volute ore. I vigili del fuoco volontari di Terlago, Cadine, Sopramonte, insieme ai sommozzatori del corpo permanente di Trento hanno operato fino a notte fonda per trovare Simone Depaoli. «I sommozzatori si sono subito immersi, ma nell’auto non c’era», racconta, ancora sotto choc, l’assessore all’istruzione del Comune Vallelaghi, Verena Depaoli. È stata tra i primi, dopo i soccorritori e i vigili del fuoco, ad accorrere sul posto insieme al cugino di Simone, Roberto Depaoli. «È stato un incidente terribile — continua l’assessore, commossa e incredula — conosco Simone e tutta la sua famiglia, mi dispiace moltissimo». Le ricerche dello sfortunato automobilista sono proseguite fino a notte fonda, poi verso le 3 del mattino i vigili del fuoco hanno deciso di recuperare la macchina con l’autogru. «Pensavano che Simone fosse stato sbalzato», spiega Verena Depaoli. E così, probabilmente, è stato. Quando i vigili del fuoco con l’autogru hanno recuperato l’auto, i sommozzatori si sono immersi nuovamente e hanno trovato il corpo dell’uomo inabissato a poca distanza dal luogo dove era la Suzuki.
Un dolore profondo per i genitori Valerio e Angelina, le due sorelle Claudia e Ornella e la compagna di Simone. Ma anche per tutta la comunità di Monte Terlago, un piccolo agglomerato di case dove tutti si conoscono. Simone era cresciuto lì e il suo paese non l’aveva mai abbandonato. Era stimato in paese.
Un uomo discreto, gentile e dolce, che «amava moltissimo la musica», come ricorda il cugino Roberto. «In passato aveva suonato anche in un gruppo, suonava la batteria e anche la chitarra elettrica — ricorda — poi aveva smesso». Ma la passione, quella, non era mai venuta meno. «Siamo tutti scossi, era una bravissima persona», afferma il sindaco di Vallelaghi, Gianni Bressan, ancora sconvolto. I funerali dell’uomo si terranno con tutta probabilità mercoledì pomeriggio al cimitero.
Ma quella di Lamar purtroppo non è l’unica tragedia. Sempre la notte scorsa si è purtroppo fermato il cuore di Abderrazzak Elouardighi, 37 anni, di origini marocchine, ma residente a Trento insieme alla sorella. Il cuore dell’operaio purtroppo non ha retto ai lunghissimi minuti sotto acqua lottando nel lago di Caldonazzo dove si era inabissato domenica nel tardo pomeriggio dopo un tuffo dal pedalò.
Il dramma si è consumato verso le 18.30 di fronte al ristorante Europa, a una quindicina di metri dalla riva. L’uomo, che a quanto pare, non sapeva nuotare bene si è tuffato e si è inabissato. L’amico si è gettato in acqua cercando di salvarlo, ma il trentasettenne era nel panico e ha iniziato ad agitarsi facendo inabissare anche l’amico. A quel punto si sono gettati anche altri bagnanti e sono riusciti a portarlo a riva, purtroppo esanime. È stato elitrasportato all’ospedale S. Chiara in condizioni gravissime e verso le due di notte il suo cuore si è fermato per sempre gettando nella disperazione gli amici e la sorella.