«Giunta Fugatti coraggiosa, supporta le piccole attività»
BOLZANO Philipp Moser, Presidente Unione commercio, turismo e servizi Alto Adige, la legge lampo sulle chiusure domenicali, approvata in Trentino, ha dato il via a un dibattito acceso. In particolare, ha incontrato la disapprovazione delle associazioni di categoria. Come avete recepito la decisione della giunta di Maurizio Fugatti?
«Il passo fatto dal Trentino è stato molto coraggioso, e prende una decisione che noi riteniamo giusta. Sebbene rappresenti un problema a livello istituzionale, per le modalità scelte nell’attuazione, è un adattamento normativo che serve all’Alto Adige».
Nel mondo del commercio si legge una volontà di approvare un provvedimento simile?
«Già due anni fa, a settembre 2018, avevamo già avanzato una proposta di legge per disciplinare gli orari di apertura degli esercizi commerciali, provando la strada della chiusura domenicale. Il testo presentava differenze nei contenuti rispetto a quello scritto a Trento. Per esempio, si stabilivano le chiusure domenicali, concedendo però 8 domeniche di deroga all’anno ai comuni con più di 500.000 pernottamenti all’anno. Mentre erano esentati dalla chiusura i piccoli centri, in cui ad ogni abitante corrispondevano 120 pernottamenti. Questa proposta era stata condivisa con l’Svp e il governo provinciale. Tuttavia, non si è potuto procedere con una legge autonoma. L’emergenza Covid-19 ha forzato le chiusure domenicali, riaccendendo l’interesse a tornare sui passi tracciati due anni».
Le associazioni di categoria, in Trentino, temono ricadute economiche negative a causa del provvedimento. Perché voi la ritenete una norma necessaria?
«Il ventaglio degli aspetti da considerare è ampio. Il primo riguarda il tessuto economico altoatesino. La scelta di chiudere durante le domeniche e i festivi supporta le piccole attività, che sono le stesse capaci di creare ricadute positive sul territorio e di accrescere il valore dei nostri paesi e città. Attività che contano un massimo di cinque collaboratori si vedono in difficoltà a organizzare giornate lavorative di domenica. Ma talvolta sono costrette a farlo per reggere la concorrenza della grande distribuzione, che invece ha un business strutturato su 7 giornate di apertura. È quindi una scelta che va incontro alle piccole realtà commerciali. La seconda ragione a favore delle chiusure, poi, verte sul tema di diritti: riteniamo giusto dare ai collaboratori un giorno da dedicare alle famiglie. Infine, non posso tralasciare l’aspetto della prossimità all’Austria, che da anni ha previsto le chiusure domenicali. Di conseguenza, la misura non incoraggerebbe gli acquisti fuori del territorio provinciale».
Quali sono gli aspetti del provvedimento trentino che non condividete?
«Non voglio dire quello che è giusto o sbagliato di una norma altrui. Le due Province potranno modulare le chiusure secondo criteri diversi. Nel caso di Bolzano, la proposta del 2018 prevede una via gestibile e ad hoc per il contesto altoatesino. Con Trento, dobbiamo invece procedere insieme verso la norma di attuazione, in modo da trovare una soluzione regionale sulle competenze. Ed è un tassello su cui ora dobbiamo lavorare. Certo, il nodo creatosi a causa del provvedimento lampo di Fugatti ha bloccato il ragionamento della Commissione dei Dodici, e potrebbe essere un problema per l’Alto Adige, che contava di arrivare alla legge soltanto dopo l’ok da parte del governo nazionale sulla competenza».
Moser
Ma la legge Failoni complica l’iter verso la norma di attuazione