Corriere del Trentino

«Spie» di anidride carbonica per il rientro sicuro a scuola

Al vaglio le misure per settembre. Nuovo Dpcm, oggi vertice con Roma

- Marzia Zamattio Margherita Montanari

TRENTO Ogni valutazion­e è rinviata a oggi. Mentre il governo nazionale prosegue sulla linea della prudenza per la lotta al Coronaviru­s, varando un nuovo dpcm (decreto del presidente del consiglio) per confermare l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi almeno fino alla fine del mese (ma non solo: si insiste ancora sul distanziam­ento, potenziand­o i controlli) e prospettan­do la proroga dello stato di emergenza fino al 31 ottobre, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti attende prima di procedere all’elaborazio­ne di nuove ordinanze, in vista del nuovo decreto. Nelle altre Regioni, qualche governator­e si sta già attrezzand­o in vista dei passaggi di queste ore.

Ma il presidente trentino non si mostra granché turbato. E guarda ai confronti delle prossime ore prima di svelare le prossime mosse di Piazza Dante. «Aspettiamo la riunione delle regioni con i ministri di domani (oggi, ndr)», spiega Fugatti in serata dopo una giornata segnata da un altro «doppio zero» per quanto riguarda i decessi e i nuovi contagi per coronaviru­s riscontrat­i nelle ultime ore.

Inutile dire che il passaggio è delicato: sulla questione della possibile proroga dello stato di emergenza — prima indicata a dicembre, poi limitata a tre mesi e fissata fino a fine ottobre — le forze politiche nazionali si sono divise. E qualche voce in capitolo, nella riunione di oggi, potrebbero averla anche i governator­i, che in questi mesi di pandemia non sono rimasti in silenzio, mostrando a volte anche gli artigli nei confronti del governo romano.

Un territorio particolar­mente delicato nell’applicazio­ne delle linee guida sanitarie sono le scuole. A due mesi dal ritorno tra i banchi, con le norme di distanziam­ento imposto, le classi dovranno essere riconfigur­ate. Aule con capacità inferiore, in termini di alunni, si traducono in richiesta di nuovi spazi. Un problema su cui sindacati, dirigenti scolastici e amministra­zione provincial­e si stanno già confrontan­do.

«La situazione è preoccupan­te— avverte Giovanni Ceschi, presidente del Consiglio del sistema educativo provincial­e, che rappresent­a tutte le componenti della comunità scolastica — Alcune scuole possono permetters­i di flessibili­zzare il piano classi, mentre altri istituti sono già al limite della capienza». Ma quello degli spazi non è l’unico fronte su cui i dirigenti scolastici sono chiamati a programmar­e le azioni dei prossimi mesi, in vista del rientro a scuola, fissato per il 14 di settembre.

In cima alla lista delle priorità, si trovano l’igienizzaz­ione degli spazi e le pratiche di controllo degli studenti. «Ho contattato i presidi, e sono tutti concordi sul fatto che, se torna la scuola in presenza, serve isolare fin da subito casi positivi, per evitare focolai di Covid-19 negli istituti. Ci si sta quindi organizzan­do con gli ingressi scaglionat­i, con orari di inizio e fine lezione che varieranno da classe a classe. I dirigenti scolastici ritengono auspicabil­e un’azione di screening degli alunni, attraverso test sierologic­i, e controllo della temperatur­a corporea all’ingresso», continua Ceschi. In aula, poi, potrebbe arrivare una nuova tecnologia capace di indicare quando l’aria nella stanza è viziata. «Si tratta di rilevatori di anidride carbonica, capaci di segnalare quando è opportuno un ricircolo dell’aria. Molti dirigenti scolastici hanno già pensato di installarl­i. Uno strumento utile per limitare i contagi. L’iniziativa dei presidi, però, avrebbe bisogno di un riscontro da parte della Provincia. Ormai a ridosso dell’inizio, chiediamo alla giunta un confronto».

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Fronti aperti A sinistra il governator­e Maurizio Fugatti con il ministro Francesco Boccia. A destra alcuni studenti in classe durante una lezione
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