LA TATTICA OSCURA LE IDEE
Da qualche giorno, per fortuna, il dibattito su quale partito interpreti meglio l’eredità di Alcide De Gasperi tace. E dico per fortuna non perché molti dei contributi circolati non fossero privi di interesse: è un bene che si continui a riflettere sull’opera dello statista trentino. Se dico così è soprattutto perché la figura di De Gasperi è troppo complessa e ricca per essere banalmente strumentalizzata in una campagna per le elezioni comunali. Perché è chiaro che, in questo scorcio di campagna elettorale, tirare in ballo la figura di De Gasperi serve fondamentalmente a due cose: legittimarsi di fronte agli elettori come portatori di un messaggio di «centro», e a delegittimare gli avversari facendoli apparire come appartenenti alla (estrema) sinistra o alla (estrema) destra.
Siamo alle solite: la strategia prevale sui programmi, le formule prevalgono sul contenuto. Non è così, e non deve essere così nelle elezioni comunali: Franco Ianeselli non è un pericoloso comunista che farebbe di Trento una città triste e senza vita dell’Unione Sovietica, esattamente come Alessandro Baracetti (sempre che rimanga lui il candidato del centro destra) non è un fascista facinoroso tutto legge e ordine.
È possibile, per una volta, uscire dalla logica per cui gli avversari sono nemici? È possibile pensare che il ricorso agli schieramenti ideologici nazionali si applichino solo parzialmente alle elezioni municipali?
Discutere della figura di De Gasperi e della sua eredità è probabilmente un modo per nascondere una mancanza di concretezza. Ma il periodo non è tale da consentire irresponsabilità. I candidati sindaco e le liste a loro collegate non dovrebbero raccontarci quanto si sentono vicini a De Gasperi ma cosa vogliono fare per la città capoluogo in un momento di grande difficoltà.
Nell’ambito delle competenze comunali, quali scelte (verranno fatte per aiutare i lavoratori in difficoltà e le loro famiglie? Quali soluzioni verranno promosse per rendere Trento più sostenibile dal punto di vista ambientale? Come migliorare i quartieri e le strade più insicure? Quale modello adottare per favorire la mobilità alternativa? Come favorire l’integrazione dei cittadini stranieri? Come far ripartire la scuola dopo l’emergenza Covid? Quali riforme si possono introdurre per far partecipare i cittadini nelle scelte pubbliche? E, infine, con un bel po’ di ironia, come rendere Trento più attrattiva ora che la giunta provinciale l’ha definita località non turistica?
La lista potrebbe continuare a lungo. Ma, già così, dovrebbe essercene abbastanza, senza andare a scomodare l’eredità di De Gasperi. Perché gli elettori, in particolare nelle elezioni comunali, non si vincono, ma si convincono. Con i programmi, con i progetti, con le idee.