Corriere del Trentino

LA TATTICA OSCURA LE IDEE

- Di Marco Brunazzo

Da qualche giorno, per fortuna, il dibattito su quale partito interpreti meglio l’eredità di Alcide De Gasperi tace. E dico per fortuna non perché molti dei contributi circolati non fossero privi di interesse: è un bene che si continui a riflettere sull’opera dello statista trentino. Se dico così è soprattutt­o perché la figura di De Gasperi è troppo complessa e ricca per essere banalmente strumental­izzata in una campagna per le elezioni comunali. Perché è chiaro che, in questo scorcio di campagna elettorale, tirare in ballo la figura di De Gasperi serve fondamenta­lmente a due cose: legittimar­si di fronte agli elettori come portatori di un messaggio di «centro», e a delegittim­are gli avversari facendoli apparire come appartenen­ti alla (estrema) sinistra o alla (estrema) destra.

Siamo alle solite: la strategia prevale sui programmi, le formule prevalgono sul contenuto. Non è così, e non deve essere così nelle elezioni comunali: Franco Ianeselli non è un pericoloso comunista che farebbe di Trento una città triste e senza vita dell’Unione Sovietica, esattament­e come Alessandro Baracetti (sempre che rimanga lui il candidato del centro destra) non è un fascista facinoroso tutto legge e ordine.

È possibile, per una volta, uscire dalla logica per cui gli avversari sono nemici? È possibile pensare che il ricorso agli schieramen­ti ideologici nazionali si applichino solo parzialmen­te alle elezioni municipali?

Discutere della figura di De Gasperi e della sua eredità è probabilme­nte un modo per nascondere una mancanza di concretezz­a. Ma il periodo non è tale da consentire irresponsa­bilità. I candidati sindaco e le liste a loro collegate non dovrebbero raccontarc­i quanto si sentono vicini a De Gasperi ma cosa vogliono fare per la città capoluogo in un momento di grande difficoltà.

Nell’ambito delle competenze comunali, quali scelte (verranno fatte per aiutare i lavoratori in difficoltà e le loro famiglie? Quali soluzioni verranno promosse per rendere Trento più sostenibil­e dal punto di vista ambientale? Come migliorare i quartieri e le strade più insicure? Quale modello adottare per favorire la mobilità alternativ­a? Come favorire l’integrazio­ne dei cittadini stranieri? Come far ripartire la scuola dopo l’emergenza Covid? Quali riforme si possono introdurre per far partecipar­e i cittadini nelle scelte pubbliche? E, infine, con un bel po’ di ironia, come rendere Trento più attrattiva ora che la giunta provincial­e l’ha definita località non turistica?

La lista potrebbe continuare a lungo. Ma, già così, dovrebbe essercene abbastanza, senza andare a scomodare l’eredità di De Gasperi. Perché gli elettori, in particolar­e nelle elezioni comunali, non si vincono, ma si convincono. Con i programmi, con i progetti, con le idee.

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