Furia Baracetti Nel suo sito c’è Ianeselli: «Un reato»
Il candidato del centrodestra presenta querela e accusa. L’ex segretario della Cgil: «Noi estranei»
Ha digitato www.alessandrobaracetti.it sui motori di ricerca e gli è apparsa l’immagine del suo competitor Franco Ianeselli. Una beffa per il candidato sindaco Alessandro Barcetti. Che accusa: «Un reato, una sostituzione di persona, un fatto molto grave». Solidarietà da Ianeselli.
TRENTO Alessandro Baracetti, candidato del centrodestra cittadino, è saltato dalla sedia quando davanti allo schermo del pc ha digitato il suo nome sulla barra degli indirizzi del suo browser: dopo aver scritto www.alessandrobaracetti.it e aver premuto «invio» gli è apparsa l’immagine del suo competitor Franco Ianeselli. Una beffa, un tranello: «Un reato — dice lui — una sostituzione di persona, un fatto molto grave».
«Provate a digitare www.alessandrobaracetti.it o www.baracettisindaco.it — scrive sulla sua pagine Facebook — e guardate cosa succede. Sì, avete visto bene — scrive arrabbiato — compare l’immagine di Franco Ianeselli, perché si è indirizzati in automatico al suo sito». Accusa alcuni «ignoti» che si sarebbero sostituiti alla sua persona: «Hanno registrato domini internet creati con la combinazione del mio nome proprio al fine di ostacolare l’esercizio del mio diritto politico e di precludermi la formazione di un sito internet omonimo», operazione necessaria per la presentazione della candidatura elettorale in virtù della normativa sulla trasparenza».
«Non solo — aggiunge il candidato sindaco — l’operazione crea un artificioso sviamento con l’effetto che chiunque provi a cercare notizie digitando il mio nome verrebbe comunque convogliato alla pagina web del competitor elettorale, il beneficiario finale di questa operazione».
«Ho già depositato la querela — afferma Baracetti — perché la condotta è illegittima e voglio andare a fondo. Ho fiducia nella correttezza della competizione elettorale ma questi sistemi, messi in atto da chicchessia per favorire Franco Ianeselli, sono illeciti».
Al telefono, Baracetti è più preciso rispetto a quell’accusa contro «ignoti»: «Per forza l’autore di tutto questo è all’interno del suo staff, perché a lui si arriva, a Ianeselli. Io non mi chiamo Mario Rossi o Mario Bianchi, non possono dire che è una casualità: di Alessandro Baracetti sono l’unico, non è un cognome diffuso. Questa è un’azione decisa scientemente, una scorrettezza, un limite che non doveva essere superato in campagna elettorale».
Dal canto suo Ianeselli, saputo dell’accaduto, si è subito sincerato che qualcuno del suo staff «non avesse fatto una cavolata come questa»: «Mi hanno assicurato che non c’entrano: ne ero sicuro. Approfitto per dare la mia solidarietà a Baracetti. Si tratterà di sicuro dell’opera di qualche burlone». Ma Ianeselli aggiunge: «Io i domini internet con il mio nome li ho acquistati appena designato, anche per evitare situazioni spiacevoli come questa».
Rabbia
«L’autore di tutto questo è all’interno del suo staff. Non c’è alcuna casualità»