Corriere del Trentino

Itas, una Card sentimenta­le Da Re: contatto con i tifosi

Raduno, Podrascani­n e Lisinac tornano in gruppo

- di Marco Vigarani

Bruno Da Re, gm di Trentino Volley, ci spiega come nasce l’iniziativa TrentinoNe­lCuore Card?

«Un’idea nata in lockdown quando è stato evidente che, pur avendo allestito una squadra gigantesca, non avremmo potuto aprire il palasport a migliaia di persone. Non volevamo vendere abbonament­i al buio ma ci sembrava indelicato non dare neanche un segnale ai nostri tifosi. È un’iniziativa con numerosi significat­i».

Ce li racconti...

«Il primo è sentimenta­le: un modo per stare vicini a una società che ha rispettato gli impegni presi nonostante le difficoltà. Inoltre c’è un valore economico tra scontistic­he, iscrizione a Eleven Sport con un prodotto televisivo rinnovato e promozioni su biglietti e abbonament­i. L’obiettivo è vendere 1000 card e sarà anche un modo per contarci. Solo i possessori infatti avranno la garanzia di poter acquistare i tagliandi scontati fino a 24 ore dalla gara».

Che effetto fa avere di nuovo il contatto col pubblico?

«Non entrava un tifoso in ufficio da mesi: abbiamo interrotto la clausura. La risposta è stata subito buona. Anche per noi umanamente è importante ricevere entusiasmo per il lavoro svolto. Basti pensare che finora a causa delle norme anti Covid non ho ancora visto Nimir attaccare un pallone. Ho visitato però il nostro Big Camp ed è stato emozionant­e: vedere i giovani felici ripaga delle responsabi­lità che ci siamo assunti».

In questi mesi avete vissuto ogni genere di difficoltà...

«Non mi ci faccia pensare. È stata dura e lo è ancora. Si tratta di un disagio pesante ma vedo che dal punto di vista commercial­e la raccolta pubblicita­ria procede. Le aziende continuano a starci vicine e penso che anche i tifosi abbiano molta voglia di vedere all’opera questa squadra».

Il presidente Mosna ha espresso i suoi pensieri su questa fase di stallo...

«Certo. Ancora una volta tocca al privato fare la prima mossa: è una scelta tra vivere o morire. Le istituzion­i nazionali sono assenti ma almeno le autorità locali ci hanno fatto sentire la loro vicinanza. Con le ordinanze hanno dimostrato di comprender­e i problemi degli sport e degli impianti. Inoltre continuiam­o ad incontrarc­i con il basket visto che condividia­mo problemi e necessità».

Da ieri si sono uniti al gruppo anche Podrascani­n e Lisinac, manca solo un giocatore. Come valuta il vostro operato sul mercato?

«Gran parte del lavoro è stata fatta prima della pandemia. Parliamo di sei mesi fa se non di più. Ora abbiamo la consapevol­ezza di aver composto una squadra degna di un palcosceni­co importante ma non sappiamo se potrà averlo. Allestire un organico sulla carta così forte per farlo vedere solo in tv sarebbe un vero peccato».

Cosa pensa di un sistema sportivo in cui va avanti solo il calcio?

«Parliamo della terza industria italiana quindi capisco che un ministro pensi prima di tutto al calcio che ha la forza di non rinunciare neanche a una partita. Non capirò mai però perché non si faccia niente per tutti gli altri sport: non è logico né corretto. Anche se non abbiamo la forza del calcio, non siamo il nulla. Abbiamo una dignità e un valore sociale di cui forse ci si sta accorgendo solo ora».

Vincoli anti Covid

Non ho ancora visto Nimir attaccare un pallone ma i giovani felici al camp ci ripagano

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