Fugatti va avanti: «Non cambio idea Bene i soldi da Roma, ora si fissino i tempi»
Il presidente: «329 milioni dal Recovery Fund? Vediamo se ci saranno risorse, siamo pronti a trattare»
TRENTO Maurizio Fugatti non si lascia scalfire minimamente. L’esposto alla presidenza del consiglio dei ministri delle associazioni del commercio contro le chiusure domenicali e festive non sembra preoccupare granché il presidente della Provincia. Di sicuro, non mette in discussione una posizione (quella sugli orari del commercio) che il governatore difende con decisione. «Noi andiamo avanti, la nostra linea non cambia» assicura senza mezzi termini l’esponente leghista, che in queste ore guarda a Roma anche per altre questioni aperte: da un lato l’accordo raggiunto lunedì sulla compensazione del minor gettito (in Trentino arriveranno 355 milioni), dall’altro la partita, ben più spigolosa, del contenzioso contro la legge provinciale sugli appalti («Il governo ritiri il ricorso che aveva presentato»).
Presidente Fugatti, le associazioni di categoria del commercio dunque vanno avanti a muso duro. Cosa risponde?
«È legittimo presentare degli esposti, ci mancherebbe. Ma vorrei ricordare una questione: quando ci avevano prospettato il libero commercio e la liberalizzazione delle aperture domenicali ci avevano promesso anche un aumento dei posti di lavoro. Non lo dicevano le categorie che hanno presentato l’esposto, beninteso, ma chi aveva elaborato queste norme. Ebbene: così non è stato. Anzi, oggi possiamo dire che è avvenuto l’esatto contrario. Quindi ora vedremo come andrà avanti la nostra linea. Il tempo dirà se abbiamo fatto bene. Certo non cambiamo posizione».
Il governo ha impugnato la vostra legge sul commercio?
«Per ora no, che io sappia. Va detto però che questo governo ha l’impugnativa facile».
Nel frattempo, sempre per quanto riguarda i contenziosi, c’è ancora in ballo il ricorso del governo sulla vostra norma sugli appalti pubblici. A ridosso del via libera al decreto Semplificazioni aveva chiesto a Roma di ritirarlo. Come procede?
«Ci sono incontri tecnici in corso perché continuiamo a ritenere che il governo debba ritirare quel ricorso a seguito del decreto Semplificazioni che — ora possiamo dirlo — ha copiato le norme trentine. Abbiamo occupato uno spazio legislativo: ora lo Stato è venuto a prenderselo, ma lo avevamo già occupato noi. È un po’ quello che vogliamo fare sulle aperture domenicali e festive: abbiamo occupato uno spazio e vedremo come andrà. Sarà dura, è chiaro».
Intanto da Roma arriveranno 355 milioni. Una boccata d’ossigeno.
«Questo risultato importante dimostra come il lavoro di squadra delle Speciali abbia pagato. Anche la nostra presa di posizione dei mesi scorsi, quando avevamo messo in discussione i rapporti finanziari con lo Stato, è servita per far capire la difficoltà dei nostri territori. Quindi vediamo positivamente questo accordo. Ora si dovrà capire come verrà messo in atto: i tempi, i percorsi legislativi, per poi definire la destinazione dei soldi. Ma l’approccio è positivo».
E il Recovery Fund porterà altre risorse in Trentino?
«Non so ancora se ci saranno risorse aggiuntive per noi ed eventualmente a quanto potranno ammontare (si era parlato di 329 milioni pochi giorni fa, mentre a Bolzano Kompatscher chiede 500 milioni, ndr). Appena avremo notizie certe inizieranno le trattative».