Ricerca, muro contro muro sulla Fem e sul ruolo di Hit Pruner: atto alla Corte dei Conti
Ostruzionismo dove essere e ostruzionismo è stato: il consiglio provinciale, ieri, ha fatto le ore piccole per l’approvazione della legge sulla ricerca. Motivo: i 147 ordini del giorno presentati da Paolo ghezzi (Futura) «contro il blitz sulla Fem» e «a favore della libertà della ricerca» discussi dall’Aula senza tempo contingentato. Neppure la mediazione tentata a metà pomeriggio dall’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli ha dato frutti. E quindi si è andati fino a mezzanotte. Senza troppe speranze di chiusura dell’argomento e con gli occhi già puntati sul rinvio ad agosto.
A illustrare il senso del disegno di legge, ieri, è stato l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, che ha ribadito «la volontà di rafforzare il ruolo della fondazione Hit» quale «rappresentante unitario del sistema della ricerca e innovazione» e ente strumentale della Provincia. Sul fronte della fondazione Mach, la legge riorganizza il cda: rispetto alla prima proposta, l’emendamento depositato ieri dalla giunta prevede un board a otto componenti, di cui 4 designati dalle associazioni agricole e dalla Cooperazione, quattro dalla politica (con un membro espressione delle minoranze).
Ma la giornata consiliare di ieri ha mostrato scintille fin dalla mattina, quando sui banchi dell’Aula è approdato il contestato assestamento di bilancio del consiglio. O meglio: il debito fuori bilancio che stanzia i 260.000 euro necessari per «sanare» la questione del licenziamento dell’ex segretario particolare del presidente del consiglio Walter
Kaswalder nel caso in cui i giudici confermino la linea attuale (che condanna di fatto il consiglio a pagare tutti gli stipendi di Walter Pruner fino alla fine del mandato). «Una questione che ha generato imbarazzo» ha tuonato Michele Dallapiccola (Patt), membro dell’ufficio di presidenza. Che ha ricordato la richiesta, avanzata nell’ultima riunione dell’organismo, di prevedere una verifica della delibera alla Corte dei Conti. Netto Paolo Ghezzi (Futura), che ha accusato Kaswalder di ipocrisia: «Da un lato si integrano i fondi per le famiglie bisognose (due milioni, ndr), dall’altro si assicurano le risorse per un caso di gestione personale, che ha provocato un danno d’immagine al parlamento dell’Autonomia. Per questo il presidente doveva dimettersi. E invece è ancora lì». A denunciare il «silenzio» di Kaswalder sulla questione è stato quindi Ugo Rossi (Patt), con Filippo Degasperi (Onda civica) che ha aggiunto: «La maggioranza, che difende l'operato del presidente del consiglio, si prenda anche la responsabilità di accollare i 260.000 euro di una scelta di parte sulle spalle dei trentini». La stessa maggioranza ha difeso a spada tratta Kaswalder. «Abbiamo respinto la mozione di sfiducia. Il presidente è al suo posto legittimamente». Alla fine, se l’assestamento è passato con i soli voti negativi di Marini, Ghezzi e Coppola, il debito fuori bilancio ha ottenuto il voto negativo della quasi totalità dell’opposizione (astenuti anche questa volta Piero Degodenz e Lorenzo Ossanna).