Rovereto dedica una mostra all’artista Dai diorami alle stazioni della Via Crucis, Mariolino e i viandanti della notte I sogni di Sedini
Da oltre sessant’anni schiude le porte a un mondo di favole senza perdere il contatto con la realtà. Con la sua ironia, a volte il suo sarcasmo, dalla realtà non si allontana, ma aiuta a vederla con una spensieratezza diversa. Per questo, «con le sue opere Vittorio Sedini (Milano, 1934) ci ha aiutato a crescere senza invecchiare», spiega il curatore Roberto Ronca, che da tale riflessione ha tratto spunto per la mostra «Sognare significa crescere senza invecchiare». Organizzata dall’Associazione internazionale arti plastiche Italia – Aiapi - fino al 9 agosto alla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto, l’esposizione «ricostruisce il percorso artistico di Sedini, un personaggio in Italia a volte un po’ dimenticato — osserva il curatore —. Illustratore storico di Città Nuova, di Avvenire, del Corriere dei Piccoli, autore di Mariolino, con i suoi disegni ha accompagnato l’infanzia e l’adolescenza di molti».
L’obiettivo di Aiapi, che di recente lo ha nominato socio onorario, è quello di avvicinare il pubblico all’arte di Sedini e di Franca Trabacchi, che, assieme a Valter Casiraghi da oltre trent’anni collaborano nella realizzazione di immagini e di personaggi che fanno ormai parte della storia di bambini e adulti. Rivolta a un target di pubblico «dagli zero ai 120 anni e oltre», ma soprattutto ai più piccoli, la mostra è proposta con un allestimento «atipico», realizzato a misura di bambino. Per prendere visione delle opere gli adulti devono, infatti, abbassarsi, perché «scendere un po’ permette di capire meglio, a volte. Crescendo dimentichiamo di guardare alle cose con la necessaria leggerezza: l’invito sotteso è ad arrabbiarci meno, a sospendere la nostra presunta superiorità, perché questo è il principale insegnamento di Sedini», continua Ronca.
Alla Campana dei Caduti di Rovereto, il percorso della mostra inizia con un interrogativo giocoso: «Da dove cominciamo? Dall’Inizio? No, dalla fine». Dalla fine, perché negli ultimi vent’anni Sedini ha collaborato con Trabacchi e Casiraghi, e con loro ha iniziato a realizzare i diorami, dei paesaggi immaginifici, costruiti con gli oggetti più improbabili. Il pubblico si sorprenderà di fronte a uno dei diorami presenti, dedicato al paesaggio trentino, con la Campana che spicca sulla sommità del Colle di Miravalle. Si entra quindi nella galleria in cui è esposta la Via Crucis, «la parte “seria” della creatività di Sedini, che, ad un certo punto della carriera ha coltivato un percorso più spirituale — riprende Ronca —. Si tratta di una rappresentazione non convenzionale del soggetto sacro, formata da quindici stazioni, una in più rispetto alle canoniche 14, ma soprattutto priva di figurazione». Si tratta di tavole in bianco e nero che istituiscono un collegamento con il percorso dell’essere umano, l’ultima delle quali simboleggia la resurrezione di Cristo. Si prosegue con una panoramica sulla carriera di Sedini, dai suoi fumetti pubblicati su Città Nuova ai divertenti «calendari della gallina», ad alcuni personaggi, sempre ispirati ai valori della pace, della solidarietà, del vivere civile e della bellezza dell’arte. Ancora, le serigrafie, fino al manifesto del «tinellismo», di cui è stato ideatore. Si tratta di una corrente artistica, che aveva ad oggetto degli acquerelli per il tinello, perché, afferma giocosamente Sedini, «tutti pensano ai quadri per la galleria, per il museo, ma mai nessuno pensa al tinello».
Sarà l’occasione per rivivere la magia dei cartoni animati di Mariolino, passati sul canale televisivo della Rai negli anni Settanta, poco prima che i cartoons giapponesi facessero irruzione e cambiassero il panorama dell’animazione in tv. Non mancheranno i disegni apparsi su Avvenire, su Città Nuova, su Famiglia Cristiana, mentre una sezione è dedicata all’ornitologia, in omaggio al Libro Uccelli che Sedini ha composto con tantissimi personaggi-uccelli, sottotitolandolo «un libro che non parla di pesci».
Non mancano i coloratissimi «viandanti della notte», personaggi favolistici-fantastici, e neppure la grafica pubblicitaria, accompagnata da alcuni progetti. «La mostra è un invito a dare spazio al fanciullo che vive in noi. La maestria del tratto, la capacità di divertire e lanciare al contempo messaggi importanti, dai significati profondi e dalle sfumature delicatissime, ha portato a identificare il nome di Sedini con le migliori memorie dell’infanzia e della giovinezza di più generazioni — ricorda il curatore —. Nel suo lavoro, montava i cartoni fotogramma per fotogramma, componendo racconti di grande fascino, in un patrimonio che è fatto di memorie e di aneddoti che sarebbe un peccato perdere insieme alle sue illustrazioni», conclude.