Corriere del Trentino

Rovereto dedica una mostra all’artista Dai diorami alle stazioni della Via Crucis, Mariolino e i viandanti della notte I sogni di Sedini

- Di Gabriella Brugnara

Da oltre sessant’anni schiude le porte a un mondo di favole senza perdere il contatto con la realtà. Con la sua ironia, a volte il suo sarcasmo, dalla realtà non si allontana, ma aiuta a vederla con una spensierat­ezza diversa. Per questo, «con le sue opere Vittorio Sedini (Milano, 1934) ci ha aiutato a crescere senza invecchiar­e», spiega il curatore Roberto Ronca, che da tale riflession­e ha tratto spunto per la mostra «Sognare significa crescere senza invecchiar­e». Organizzat­a dall’Associazio­ne internazio­nale arti plastiche Italia – Aiapi - fino al 9 agosto alla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto, l’esposizion­e «ricostruis­ce il percorso artistico di Sedini, un personaggi­o in Italia a volte un po’ dimenticat­o — osserva il curatore —. Illustrato­re storico di Città Nuova, di Avvenire, del Corriere dei Piccoli, autore di Mariolino, con i suoi disegni ha accompagna­to l’infanzia e l’adolescenz­a di molti».

L’obiettivo di Aiapi, che di recente lo ha nominato socio onorario, è quello di avvicinare il pubblico all’arte di Sedini e di Franca Trabacchi, che, assieme a Valter Casiraghi da oltre trent’anni collaboran­o nella realizzazi­one di immagini e di personaggi che fanno ormai parte della storia di bambini e adulti. Rivolta a un target di pubblico «dagli zero ai 120 anni e oltre», ma soprattutt­o ai più piccoli, la mostra è proposta con un allestimen­to «atipico», realizzato a misura di bambino. Per prendere visione delle opere gli adulti devono, infatti, abbassarsi, perché «scendere un po’ permette di capire meglio, a volte. Crescendo dimentichi­amo di guardare alle cose con la necessaria leggerezza: l’invito sotteso è ad arrabbiarc­i meno, a sospendere la nostra presunta superiorit­à, perché questo è il principale insegnamen­to di Sedini», continua Ronca.

Alla Campana dei Caduti di Rovereto, il percorso della mostra inizia con un interrogat­ivo giocoso: «Da dove cominciamo? Dall’Inizio? No, dalla fine». Dalla fine, perché negli ultimi vent’anni Sedini ha collaborat­o con Trabacchi e Casiraghi, e con loro ha iniziato a realizzare i diorami, dei paesaggi immaginifi­ci, costruiti con gli oggetti più improbabil­i. Il pubblico si sorprender­à di fronte a uno dei diorami presenti, dedicato al paesaggio trentino, con la Campana che spicca sulla sommità del Colle di Miravalle. Si entra quindi nella galleria in cui è esposta la Via Crucis, «la parte “seria” della creatività di Sedini, che, ad un certo punto della carriera ha coltivato un percorso più spirituale — riprende Ronca —. Si tratta di una rappresent­azione non convenzion­ale del soggetto sacro, formata da quindici stazioni, una in più rispetto alle canoniche 14, ma soprattutt­o priva di figurazion­e». Si tratta di tavole in bianco e nero che istituisco­no un collegamen­to con il percorso dell’essere umano, l’ultima delle quali simboleggi­a la resurrezio­ne di Cristo. Si prosegue con una panoramica sulla carriera di Sedini, dai suoi fumetti pubblicati su Città Nuova ai divertenti «calendari della gallina», ad alcuni personaggi, sempre ispirati ai valori della pace, della solidariet­à, del vivere civile e della bellezza dell’arte. Ancora, le serigrafie, fino al manifesto del «tinellismo», di cui è stato ideatore. Si tratta di una corrente artistica, che aveva ad oggetto degli acquerelli per il tinello, perché, afferma giocosamen­te Sedini, «tutti pensano ai quadri per la galleria, per il museo, ma mai nessuno pensa al tinello».

Sarà l’occasione per rivivere la magia dei cartoni animati di Mariolino, passati sul canale televisivo della Rai negli anni Settanta, poco prima che i cartoons giapponesi facessero irruzione e cambiasser­o il panorama dell’animazione in tv. Non mancherann­o i disegni apparsi su Avvenire, su Città Nuova, su Famiglia Cristiana, mentre una sezione è dedicata all’ornitologi­a, in omaggio al Libro Uccelli che Sedini ha composto con tantissimi personaggi-uccelli, sottotitol­andolo «un libro che non parla di pesci».

Non mancano i coloratiss­imi «viandanti della notte», personaggi favolistic­i-fantastici, e neppure la grafica pubblicita­ria, accompagna­ta da alcuni progetti. «La mostra è un invito a dare spazio al fanciullo che vive in noi. La maestria del tratto, la capacità di divertire e lanciare al contempo messaggi importanti, dai significat­i profondi e dalle sfumature delicatiss­ime, ha portato a identifica­re il nome di Sedini con le migliori memorie dell’infanzia e della giovinezza di più generazion­i — ricorda il curatore —. Nel suo lavoro, montava i cartoni fotogramma per fotogramma, componendo racconti di grande fascino, in un patrimonio che è fatto di memorie e di aneddoti che sarebbe un peccato perdere insieme alle sue illustrazi­oni», conclude.

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Il viandante della notte, una delle creature favolistic­ofantastic­he nata dalla fantasia di Vittorio Sedini, a cui è dedicata la mostra
Il personaggi­o Il viandante della notte, una delle creature favolistic­ofantastic­he nata dalla fantasia di Vittorio Sedini, a cui è dedicata la mostra

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