Elio, Pierino e il Lupo «Adoro dialogare con i bambini in sala»
Il poliedrico artista milanese stasera al castello di Arco
La voce narrante di Elio sarà il valore aggiunto di «Pierino e il lupo», domani al Castello di Arco (ore 21.30) nell’ambito della rassegna «Il Castello delle meraviglie». Il poliedrico ex cantante del gruppo Elio e Le Storie Tese condurrà il pubblico alla scoperta degli strumenti e degli animali della celebre fiaba sinfonica scritta da Sergej Prokofiev, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica «Carlo Coccia» di Novara diretta dal maestro Michele Brescia. Si tratta di un’esperienza che Stefano Belisari, in arte Elio, ripete ormai da diversi anni e che nel 2016 ha portato all’incisione per la Deutsche Grammophon del lavoro «Pierino e il lupo a Hollywood». L’evento si terrà sul prato della Lizza di Arco, raggiungibile in un quarto d’ora a piedi partendo dal centro del paese trentino. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà nel Salone delle feste del Casinò municipale. Le prevendite sono attive sul sito Internet www.primiallaprima.it.
Elio, da quanti anni porta avanti lo spettacolo di «Pierino e il lupo»?
«Sono parecchi anni, credo più di una decina. Ci sono arrivato per la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo: nel mio bagaglio ci sono gli studi classici di flauto traverso e anche qualche prova da attore, ma mi mancava l’esperienza di impersonare la voce narrante accompagnato da un’orchestra».
In uno spettacolo dal vivo come questo quali sono i momenti per lei più divertenti o più emozionanti?
«La cosa che amo di più in assoluto è quella di esibirmi davanti a un pubblico per lo più di bambini, che si dimostrano sempre molto attenti e pronti a interagire. La spiegazione dei vari strumenti la faccio un po’ a modo a mio ma uno dei momenti più divertenti è sempre quando arriva la differenza tra clarinetto e
oboe: io lo spiego a parole ma nel momento in cui entra l’Orchestra diciamo che le parole servono a poco, la differenza si capisce. Eccome».
Torna in Trentino dopo l’esperienza dello scorso febbraio all’Ice Music Festival, prima del lockdown.
«A proposito di sfide stimolanti, penso che quelcisti
l’esperienza rimarrà per me indimenticabile. Cantare in un igloo di ghiaccio a quasi tremila metri di quota è stato incredibile: devo dire che la difficoltà più grossa è arrivarci, se poi sei ancora vivo e resisti al freddo cantare è un gioco da ragazzi. A parte gli scherzi, credo che la difficoltà più grossa sia stata per i musiche mi accompagnavano in termini di accordatura, ma c’era davvero tantissima gente e la cosa è molto piaciuta».
E poco dopo come ha vissuto il periodo del confinamento?
«Sono stati mesi che ci hanno messo a confronto con le nostre paure. Io ho sperimentato una difficoltà più psicologica e sottile in una situazione in cui non avrei mai pensato di trovarmi. Oggettivamente la categoria degli artisti è stata una delle più penalizzate dal Covid e devo dire che non è affatto facile ricominciare. C’è gente molto più in difficoltà di me e per questo con Elio e le Storie Tese e il Trio Medusa abbiamo aderito alla raccolta fondi “Insieme per la musica” realizzata dall’organizzazione umanitaria Cesvi di Bergamo».
Dischi, film, televisione, colonne sonore, doppiaggio. Sente di voler ancora qualche sfida da affrontare per poi vincere?
«Penso che solo cinque anni fa mi sarebbe sembrato impossibile portare a teatro un grande come Giorgio Gaber con Il grigio e invece la cosa si è realizzata. Cerco di lasciarmi affascinare dalle occasioni, che poi puntualmente fioccano».
Il lockdown
Ho sperimentato una difficoltà più psicologica, non avrei mai pensato a una situazione del genere