Corriere del Trentino

Il j’accuse del vescovo «Chi alza muri tradisce Cristo»

- T. D. G.

«Le nostre comunità e la nostra Chiesa hanno bisogno di uomini e donne che sognano la comunione, immaginano percorsi di accoglienz­a, s’impegnano a cercare quello che unisce, non ciò che divide. Purtroppo, anche nella comunità ecclesiale, c’è chi, in nome di una pseudodife­sa della verità, teorizza come virtuoso tracciare confini e innalzare muri. Ma ostacolare la comunione è tradire Cristo e il Vangelo, la verità cristiana è la fraternità».Così l’arcivescov­o di Trento, Lauro Tisi, ha scritto nella sua omelia in occasione della ricorrenza di Maria Ausiliatri­ce a Rovereto. Una critica serrata ai temi cari al sovranismo così in voga in Europa.

«I testi evangelici raccontano la donna di Nazareth, in perenne uscita — ha proseguito Tisi —. Si dirige in fretta sulle montagne di Giuda, a Cana forza la mano al Figlio per soccorrere gli sposi rimasti senza il vino della festa, chiamata continuame­nte a ridisegnar­e la propria vita da quel Figlio, così diverso da come normalment­e l’apparato religioso pensa Dio. Infine, donna del Magnificat impegnata a sognare un mondo senza confini e frontiere, dove gli umili, i poveri si muovono da protagonis­ti. Questa donna sogna per noi la medesima sorte, la stessa uscita, l’identico pellegrina­ggio. Abbiamo a portata di mano la possibilit­à di sperimenta­re un nuovo modo di essere Chiesa, dove come biglietto da visita non esibiamo più strutture organizzat­ive, imponenti opere sociali e culturali, ma la brezza leggera di uomini e donne liberi dall’odio, instancabi­li sul terreno del dialogo, irriducibi­li nel sognare una vita dove l’ultima parola l’abbia l’amore e il perdono. Come vescovo, mi corre l’obbligo di ricordarvi che questa non è un’utopia ma una concretiss­ima possibilit­à. Solo chi crede questo può annoverare Maria tra i suoi compagni di viaggio».

Tisi, infine, cita don Tonino Bello nel finale della sua omelia. Il vescovo di Molfetta-Ruvo, già presidente di Pax Christi, morto nel 1993 e oggetto di ostracismo per le sue posizioni scomode anche in Trentino (il vescovo Sartori ne impedì un incontro). «Per questa Chiesa c’è un enorme spazio di manovra, l’umanità che vive quest’ora drammatica ha un enorme bisogno del suo servizio, il fuoco di Dio che la abita e la muove è il desiderio nascosto delle donne e degli uomini del nostro tempo. Insieme a don Tonino Bello, invochiamo Maria, donna del primo passo: donaci la forza di partire per primi ogni volta che c’è da dare il perdono. Rendici, come te, esperti del primo passo. Non farci rimandare a domani un incontro di pace che possiamo concludere oggi».

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