Palpeggia e rapina una ragazza, tradito dai social
Palpeggiata alla fermata del bus, aggressore tradito da Facebook
È stato tradito dai social un trentenne peruviano accusato di aver aggredito e palpeggiato una ventenne alla fermata del bus. L’uomo l’ha gettata a terra e le ha rubato il cellulare. Ora è a giudizio.
TRENTO Era accaduto tutto in fretta quella fredda mattina di novembre. Il giovane era spuntato all’improvviso e l’aveva afferrata per un braccio, facendola cadere a terra con uno sgambetto, poi l’aveva palpeggiata sul seno, nelle parti intime e sulle cosce, infine le aveva preso il cellulare. Lei, spaventata, aveva cercato di divincolarsi e correre verso casa, ma lui l’aveva raggiunta e trascinata. Paura, confusione, era successo tutto velocemente, ma lei era riuscita a notare una scritta tatuata sul collo e proprio grazie a quella è riuscita a risalire al proprio aggressore. È stato identificato attraverso facebook il giovane peruviano, 35 anni, accusato di aver aggredito e rapinato una ventenne in via Maccani, all’altezza della fermata dell’autobus 4. Il giovane è accusato di violenza sessuale e rapina. Nei giorni scorsi si è aperta l’udienza in rito abbreviato, condizionato all’acquisizione di alcune testimonianze, davanti al giudice delle udienze preliminari.
Ma facciamo un passo indietro. Era il 29 novembre del 2018 quando, poco dopo le 6 del mattino, la ventenne sta rincasando e ha incrociato il giovane peruviano che era alla fermata dell’autobus. La ragazza ha atteso un po’ l’arrivo del bus, poi ha deciso di incamminarsi a piedi ed è stato in quel momento che il giovane le ha afferrato il braccio sinistro. «Ha pronunciato alcune frasi in una lingua che non capivo», ha raccontato la ventenne ai carabinieri. Spaventata, la ragazza ha iniziato a correre, ma il giovane l’ha inseguita. Con uno sgambetto l’ha fatta cadere a terra e poi si è avventato su di lei, palpeggiandola in più parti del corpo. La ventenne, terrorizzata, ha iniziato a sferrare calci e pugni nel tentativo di liberarsi, ma lui avrebbe reagito sferrando due calci al fianco destro della ventenne. A quel puto, nel corso della colluttazione, è caduto a terra lo smartphone della ragazza che è stato subito raccolto dal trentenne. «Se lo rivuoi devi darmi venti euro», avrebbe intimato il giovane. E lei, a quel punto, ha pagato, ma questo non sarebbe stato sufficiente a placare l’uomo che avrebbe afferrato nuovamente la ventenne e l’avrebbe trascinata di nuovo verso la fermata dell’autobus.
Solo l’intervento provvidenziale di una suora, che stava avvicinandosi alla fermata, avrebbe fatto fuggire il giovane. La ventenne ha subito presentato denuncia ai carabinieri e qualche giorno dopo, ancora sotto choc, ha raccontato tutto a un’amica. Sarebbe stata quest’ultima ad aiutarla a «scovare» il presunto aggressore su facebook. Grazie infatti a quella scritta tatuata sul collo la giovane è riuscita a dare un volto e un nome al trentenne. Il pm Marco Gallina ha aperto un fascicolo e poi ha chiesto il giudizio dell’uomo per violenza sessuale e rapina. La ragazza nel frattempo si è rivolta all’avvocato Giuliano Valer e si è costituita parte civile. L’udienza è stata rinviata per ascoltare alcuni testimoni.