Corriere del Trentino

Matrimoni e suore, i nuovi focolai

Ieri sessantadu­e contagi. Colpite le Dame inglesi di Rovereto. In isolamento il coro di Cembra

- Dongilli

Continua la crescita di contagi da Covid-19 in Trentino. Ieri si sono registrati 62 nuovi casi. Scuole e feste diventano sorvegliat­o speciale della task force provincial­e che ha rilevato contagi a un matrimonio, nel coro di Cembra e in un istituto di religiose, le Dame inglesi di Rovereto. La Provincia sta attendendo le prossime mosse del governo per valutare come procedere. Ferro: «Mascherine all’aperto? Se Roma decide difficile esimersi».

TRENTO Sono giorni delicati questi primi di autunno per l’evoluzione della pandemia da Covid-19. I contagi continuano il loro inesorabil­e cammino di crescita, arrivando a quota 62 nel bollettino di ieri. Scuole ma anche feste, che ora si spostano necessaria­mente al chiuso, diventano il sorvegliat­o speciale della task force provincial­e con contagi a un matrimonio, in un coro e nell’istituto di religiose delle Dame inglesi di Rovereto. E se il trend si mantenesse il medesimo su tutti potrebbe piovere a inizio della prossima settimana il nuovo dpcm firmato dal premier Conte, che dovrebbe prevedere mascherine obbligator­ie per tutti all’aperto. «Valuteremo a quel punto cosa fare» afferma Antonio Ferro, direttore del dipartimen­to prevenzion­e dell’Azienda sanitaria.

Il pericolo delle feste

La situazione non è drammatica ma comincia a diventare impegnativ­a. Perché se è vero che con i focolai delle carni si erano toccati anche picchi più alti in quei casi si trattava di situazioni molto circoscriv­ibili. Micce che, disinnesca­te in tempi rapidi, come è riuscita per altro a fare l’azienda sanitaria trentina, non hanno fatto esplodere alcuna bomba. Ora i casi sono molti ma sparsi e nel mirino dei sanitari ci sono le aggregazio­ni, che hanno portato al sorgere di due nuovi focolai, uno alle Dame inglesi di Rovereto (16 contagi) e uno al coro parrocchia­le di Cembra, cui sarebbero collegati 12 casi. Sedici sono le persone ricoverate, nessuna in terapia intensiva. Dei 62 positivi 20 sono sintomatic­i e 2 i minorenni per un totale di 2.132 tamponi.

L’analisi

Ma non basta. «Siamo di fronte a una crescita lenta ma reale. Alcuni dei casi di oggi sono legati a un matrimonio celebratos­i una decina di giorni fa e altri alla festa di laurea, di cui si è gia detto, che sta continuand­o a produrre casi» spiega Ferro. Anche le scuole rimangono un terreno insidioso «e ogni giorno abbiamo qualche classe con un positivo. Non c’è niente di eclatante, ma ci sono questi momenti di aggregazio­ne in cui le persone non rispettano il distanziam­ento necessario, che poi hanno ricadute in termini di casi. C’è poi un altro elemento di preoccupaz­ione — aggiunge Ferro — Ossia che abbiamo, rispetto al recente passato, un certo numero di persone con più di 60 anni positive e queste potrebbero avere una forma di patologia più importante da covid rispetto alla popolazion­e più giovane». Buone notizie arrivano invece dal comparto degli agroforest­ali, che nelle ultime settimane avevano fatto registrare numeri importanti per gli arrivi di lavoratori positivi dall’Est Europa per la raccolta della frutta. «Il grosso del personale è arrivato, qualcuno arriverà ancora ma i casi si stanno esaurendo».

Le misure

E i numeri non crescono solo in Trentino. Da un paio di giorni in Italia si superano i 2.500 casi, il che sta inducendo il governo a varare un dpcm con misure più restrittiv­e, che, secondo le prime ipotesi vanno dall’obbligo di uso della mascherina all’aperto lungo tutto lo Stivale alla riduzione del numero di coperti nei ristoranti all’idea di un coprifuoco nei locali ed eventualme­nte, nella peggiore delle ipotesi, a numeri contingent­ati alle feste. «Stiamo aspettando — ragiona Ferro — di vedere le indicazion­i di Roma, decideremo in base a un attento monitoragg­io epidemiolo­gico dei prossimi giorni; è una situazione che va monitorata costanteme­nte. Se ci saranno indicazion­i nazionali le valuteremo. Bisogna dire che noi abbiamo una capacità di tracciamen­to notevole, sia per numero di tamponi che facciamo, due volte e mezza la media nazionale, sia per il metodo, mirato, con cui li facciamo». Solitament­e però, almeno in passato, i dpcm lasciavano poco margine di manovra anche alle province autonome, che potevano semmai prevedere misure più restrittiv­e: «Di solito è così, se la misura è obbligator­ia sarà difficile fare diversamen­te. Ma la task force nostra darà un parere se ci sarà questo dpcm e la decisione ultima spetterà alla task force presidenzi­ale. Abbiamo comunque — ricorda Ferro — un margine di autonomia. Pensiamo ad esempio alla misura sui cantieri che adottammo, unici in Italia, in primavera».

Ferro

Se Roma decidesse di introdurre l’obbligo di mascherine all’aperto non sarà facile fare diversamen­te

Valuteremo comunque il dpcm: coi tamponi siamo bravi e abbiamo margine di autonomia. Casi over 60, sono un problema

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Antonio Ferro è dirigente del dipartimen­to prevenzion­e e salute dell’Azienda sanitaria
Dall’inizio dell’epidemia fa parte della task force
Esperto Antonio Ferro è dirigente del dipartimen­to prevenzion­e e salute dell’Azienda sanitaria Dall’inizio dell’epidemia fa parte della task force

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