Il centro cattolico torna in pista Tarolli e Dellai tra i sostenitori
Anche Bizzo nella compagine. L’ex senatore dell’Udc: «C’è grande entusiasmo»
Nasce una nuova compagine di centro.
TRENTO È iniziata ieri a Roma l’Assemblea costitutiva del «nuovo soggetto politico d’ispirazione cristiana, aperto a credenti e non credenti interessati al Bene comune». Tra le numerose firme a sostengo dell’iniziativa, oltre all’economista Stefano Zamagni, l’altoatesino Roberto Bizzo e i trentini Ivo Tarolli e Lorenzo Dellai. «C’è entusiasmo – dice emozionato il primo, dalla capitale – dopo 28 anni dallo scioglimento della Democrazia cristiana è ora possibile riunire il variegato mondo centrista». Più cauto il secondo, che segue i lavori assembleari dal Trentino: «Si tratta di un’iniziativa interessante. Se la tentazione da parte di qualcuno è quella di ritentare la strada di un partito, una sorta di Dc mignon — mette le mani avanti Lorenzo Dellai — allora la strada è quella sbagliata».
L’ex governatore è comunque ottimista: «Ho deciso di dare una mano, di partecipare alla fase costituente, ma siamo ancora alle premesse. Credo sia bene seguire da vicino quello che succederà, e mi sento di concorrere, di partecipando alle discussioni, anche per il mio rapporto di vicinanza con Stefano Zamagni. Bene quindi — conferma Dellai — se si tratta di un’iniziativa che cercherà di di ricostruire un minimo di base politica di rappresentanza». Meno bene se si trattasse dell’ennesimo tentativo di ricostruire la Balena Bianca: «Il problema non è rifare un partito cattolico, o addirittura identitario e ultracattolico, ma vedere se è possibile che la cultura cattolico-popolare possa concorrere alla costruzione di un’area riformatrice, plurale, quella che manca nel Paese. C’è un problema di rappresentanza politica – ripete Dellai – ed è su questa strada che bisogna semmai muoversi». L’ex deputato ed ex governatore guarda anche alla possibile declinazione trentina dell’iniziativa che oggi a Roma presenta il simbolo della nuova formazione politica: «Il Trentino è terra di laboratori politici, lo sappiamo — osserva Dellai — e sarà interessante capire se c’è voglia e forza per immaginare qualcosa di nuovo tra le forze liberal-popolari, per poi chissà, federarsi a livello nazionale con questa nuova formazione». La sua convinzione è infatti che «non sia più il periodo in cui si piantano bandierine»: «Nemmeno più quello delle discese in campo, del leaderismo. Si apre una stagione complessa, di ricostruzione, che passa inevitabilmente dai territori».
Ivo Tarolli, ex senatore trentino che non ha mai smesso di credere alla riunificazione dei cattolici italiani, non ha dubbi: «Questo è il primo passo, ma dopo 28 anni, da quel 1992 in cui fu scolta la Democrazia cristiana, siamo ora di fronte a un passaggio molto promettente. Finalmente, dopo tanti tentativi, sembra che le tre anime divise possano finalmente unirsi. I cattolici democratici che hanno operato nel centrosinistra, i liberal-democratici che si sono invece spesi nel centrodestra, ma anche i movimenti, la componente solidaristica articolata nelle parrocchie e nelle associazioni cattoliche». Nemmeno per Tarolli «fatta l’assemblea costituente e scoperto il simbolo» si avrà raggiunto l’obiettivo: «Solo se riusciremo a creare tra noi le condizioni di una convergenza culturale sarà poi possibile innervare questa cultura politica nella società». Oggi, comunque, nome e simbolo saranno votati dall’assemblea riunita a Roma: «Da qui si inizia, e speriamo che questa sia la volta buona», si augura Ivo Tarolli.
L’evento Oggi nella capitale sarà presentato anche il simbolo della nuova forza