Corriere del Trentino

Superbonus, spuntano criticità Dai condomini boom di richieste ma la burocrazia fa da freno

- Mar.Mo.

Se da una parte il Superbonus 110% può essere visto come un valido strumento di rilancio per il settore edile e una spinta alla rigenerazi­one urbana, dall’altra l’annoso problema della burocrazia rischia ora di mettere i bastoni tra le ruote ai lavori. Il bonus che voleva rimettere in moto l’edilizia, si mostra per le sue luci e le sue altrettant­e ombre.

La misura è già molto richiesta. Lavori di efficienta­mento energetico, ristruttur­azioni antisismic­he, rifaciment­o del cappotto, installazi­one di impianti fotovoltai­ci. Sono alcuni degli interventi per la cui realizzazi­one il governo ha previsto un 110% di cessione del credito d’imposta o alle banche o alle aziende che svolgono i lavori.

Dalla lente delle attività di costruzion­e, il Superbonus è «un’iniziativa positiva, ma che presenta alcuni nei fastidiosi: un primo autorizzat­ivo, e un secondo legato ai bassi guadagni per le imprese». Da qui l’invito di Giulio Misconel, presidente di Ance Trento, al governo «a pensare più in termini di appalti che di bonus». Le lungaggini burocratic­he rischiano di bloccare sul nascere gli interventi immobiliar­i. La detrazione, infatti, è valida soltanto per le spese sostenute dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Tempi serrati. «Prima della ristruttur­azione — spiega il costruttor­e — è necessario chiedere una sanatoria sugli edifici. Molti dei condomini costruiti a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 presentano piccoli abusi edilizi e per ottenere le sanatorie servono diversi mesi. Visto che il termine ultimo per ultimare i lavori è allo scadere del 2021, perdere fino a 8 mesi per una sanatoria accorcia i tempi a disposizio­ne e rischia addirittur­a di far saltare i lavori». Processi, dice Misconel, rallentati anche dal fatto che parte della pubblica amministra­zione lavora da remoto, in smart working. Poi il presidente Ance guarda all’interesse dei costruttor­i. «Le realtà più strutturat­e sono interessat­e relativame­nte poco dal Superbonus. Le imprese associate che stanno lavorando grazie a questo sono meno del 10%. Poi, altra criticità, quando la richiesta di interventi è alta, aumenta anche il prezzo dei materiali per l’edilizia. E negli ultimi mesi abbiamo assistito a una vera escalation dei costi».

Tra gli interessat­i alla misura — oltre agli immobili residenzia­li autonomi, le sedi di associazio­ni sportive o di volontaria­to – figurano anche i condomini. In tutto il Trentino, sono circa 137.000 gli immobili ad uso residenzia­le. E la maggior parte è stata costruita tra il 1946 e il 1990. Detto fatto: le richieste per «sfruttare» il Superbonus arrivano a pioggia. E gli amministra­tori condominia­li si sobbarcano un carico di richieste senza precedenti. «Siamo a dir poco oberati — fa presente Gilberto Magnani, presidente di Anaci Trento, l’associazio­ne che rappresent­a la categoria —. Per procedere, però, occorrono diversi passaggi: la diagnosi energetica per capire se si può accedere al bonis, la richiesta dei preventivi alle imprese dell’edilizia, e solo allora si può cominciare il lavoro per recuperare due classi energetich­e». La Provincia, peraltro, incentiva la diagnosi, dando la possibilit­à dal 3 novembre di richiedere agevolazio­ni, sia per quella energetica che per quella sismica.

«Nel 90% delle assemblee di condominio a cui ho partecipat­o è stato chiesto di approfondi­re il discorso. Questo dato si può estendere alla gran parte degli amministra­tori condominia­li di Anaci. In tutto, possiamo stimare circa 700 richieste», chiarisce Magnani, che di condomini ne gestisce una cinquantin­a. Se da una parte c’è la volontà di sfruttare al massimo i bonus, dall’altra si apre per gli amministra­tori «un periodo di lavoro immane per gestire il carico amministra­tivo e progettual­e», conclude Magnani.

Magnani Il 90% dei condomini chiede di affrontare il tema bonus. Noi amministra­tori oberati di lavoro

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