Santi chiama Malfer «Giunta, pari dignità»
Esulta la neo sindaca di Riva Cristina Santi. «Con Malfer saremo pari», spiega. E sull’area ex Cattoi apre al dialogo.
TRENTO La sorpresa di questo turno elettorale in Trentino è arrivata da Riva del Garda: Cristina Santi ha tolto la fascia tricolore ad Adalberto Mosaner al termine di un ballottaggio equilibratissimo. La candidata di centrodestra ha vinto per 140 voti sull’esponente del centrosinistra cambiando il colore delle città dopo dieci anni anche grazie all’apparentamento con l’ex candidato del Polo civico territoriale autonomista Mauro Malfer arrivato sul filo di lana.
«Sono davvero molto soddisfatta — commenta la neo-sindaca, ieri già ai primi impegni ufficiali — credo che ci abbia premiato il lavoro di squadra che abbiamo fatto e la volontà di tenere i toni bassi in una campagna elettorale che alla fine stava andando in un’altra direzione». Rammaricato per il risultato, ma soddisfatto per essere riuscito a tenere aperta la partita fino alla fine l’ex sindaco Mosaner: «Partivamo con quasi il 25% di distacco e invece siamo arrivati a un’incollatura. Rispetto la decisione della città, a loro ora tocca l’onere e l’onore di governare in un periodo che sarà difficile economicamente». Rispetto a quanto si poteva prevedere prima del ballottaggio, l’appoggio di Malfer è stato appena sufficiente a Santi per riuscire ad espugnare il fortino di Mosaner. Se insieme al primo turno avevano ottenuto quasi il 61% dei voti con oltre 5.300 preferenze, l’accoppiata Santi-Malfer al ballottaggio si è fermata solo al 50,9%, perdendo circa 1.700 voti. Complice il calo dell’affluenza dal 64% al 52%, Mosaner è arrivato a un passo dal terzo mandato, venendo votato dal 49% dei cittadini che si sono presentati alle urne. «Di per sé — commenta l’ex sindaco — ha perso l’apparentamento. Ora valuteremo come vorranno amministrare per capire se ci sarà la possibilità di collaborare». Chi esulta è l’altra metà della coalizione vincente. «Questo deve essere il momento dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti –— spiega Mauro Malfer —, in primis noi che abbiamo vinto perché dobbiamo cominciare a mettere in campo quello che abbiamo indicato nel programma che abbiamo concordato. Ci aspettano degli anni difficili: dovremo mettere in campo più energie e una visione rinnovata per dare certezze a chi vuole investire per far ripartire l’economia locale». Dopo questa anche Silvia Betta, coordinatrice del Patt dell’Alto Garda ed eletta nel prossimo consiglio comunale di Riva del Garda nella lista degli autonomisti, che rivendica la bontà della scelta fatta dalla coalizione Malfer di allearsi con il centrodestra: «Riva del Garda aveva bisogno di un cambio di guida come avevano dimostrato i cittadini nel primo turno. Sapevamo che la nostra scelta avrebbe creato malumori, ma la direzione provinciale ci ha sempre lasciato l’autonomia di decidere».Tutta da giocarsi è ora la partita della giunta. Le componenti in gioco sottolineano che durante l’apparentamento non si è discusso di poltrone e per questo ora saranno necessari degli incontri per trovare una quadra. «La mia giunta avrà parità di competenze e non di genere – spiega Santi –. Non voglio mettere dei paletti di principio: la squadra dovrà essere di qualità e dare massima disponibilità. Confermo che ci sarà un assessorato al turismo e che politicamente le due coalizioni avranno pari dignità». Data questa premessa
Il Patt Sapevamo che la nostra scelta avrebbe creato malumori. Ma Riva aveva voglia di cambiare
viene naturale immaginare l’attuale presidente della comunità di valle Mauro Malfer come vicesindaco, anche se il diretto interessato preferisce frenare: «Andremo al tavolo e discuteremo per trovare una squadra in grado di rilanciare Riva del Garda». Tra i temi di cui si dovrà occupare la giunta c’è sicuramente quello dell’area ex Cattoi per continuare lo sviluppo del lungolago. Santi apre al dialogo con la società privata proprietaria del terreno, di cui è socio l’imprenditore arcense Paolo Signoretti che ieri ha partecipato alla festa per la vittoria della sindaca: «Credo che lasciare così l’area in attesa di una sentenza non sia corretto — spiega Santi —. Dobbiamo parlare con la proprietà per trovare un accordo che vada bene a entrambi. Per il Comune la necessità è sicuramente un parco, per i privati la possibilità di costruire. Sarà uno dei temi di cui ci occuperemo nei prossimi mesi».