IN ALTO ADIGE NUOVI SCENARI
In questo ballottaggio, bolzanini e meranesi hanno votato più numerosi rispetto al passato. Di fatto è stato questo dato a segnare il risultato elettorale nelle due città. A Bolzano, Caramaschi ha vinto con un distacco maggiore rispetto a quando il suo avversario era Tagnin. I suoi voti non li ha presi solo nei quartieri «tedeschi» ma anche negli altri risultando primo ovunque eccetto che a Don Bosco dove ha però decisamente aumentato i consensi. Per cui è di certo vero che la preferenza degli elettori Svp è stata importante, anzi fondamentale, ma sono stati soprattutto gli altri voti a far vincere Caramaschi. Per cui appare ipocrita la reazione del leghista Maturi che — con un tocco di nazionalismo — sostiene come la Svp a Bolzano abbia eletto sindaco e vicesindaco.
Se la Volkspartei avesse sostenuto Zanin — candidato scelto su misura proprio per piacere ai capi bolzanini della Stella alpina guidati dall’onorevole Steger — come lui e i suoi alleati invocavano a gran voce, non sarebbe accaduto esattamente lo stesso? Meglio sarebbe invece che nel centrodestra bolzanino tornassero al più presto la calma e lo spirito unitario. Quelli di Fratelli d’Italia, tanto per capirci, hanno già sparato ad alzo zero contro il Carroccio per come ha gestito la campagna elettorale e soprattutto per i silenzi dei suoi due assessori provinciali quando Kompatscher si è apertamente schierato per Caramaschi. Il Presidente della Provincia ha così spinto il suo partito — Achammer compreso — a fare unanimemente la stessa scelta nel nome dell’antifascismo e dunque proprio contro Fratelli d’Italia, i principali alleati della Lega.
Ora Caramaschi andrà avanti per la strada da tempo segnata e resa nota, con una giunta di centrosinistra con la Svp e pure quelli di Gennaccaro che sicuramente vorranno smettere di stare alla finestra per andarsi a sedere su una qualche poltrona. Il sindaco ha già pronta una lunga tabella di marcia che ha del resto da tempo annunciato. Dentro la sua maggioranza nessuno potrà però pensare di averlo in ostaggio. In quello che sarà, verosimilmente il suo secondo e ultimo mandato, Caramaschi si sentirà infatti più che mai uomo libero, puntando meglio ai grandi obiettivi, avendo dalla sua parte il forte legame con Kompatscher, anche lui uscito vincitore da questo ballottaggio. A Merano invece poco è mancato — 37 voti — che ci fosse una svolta epocale: un sindaco italiano 25 anni dopo la socialista Claudia Chistè. Il che dimostra come — con un buon candidato come lo è stato Dario Del Medico e senza rinunce aprioristiche in nome di una interetnicità falsa e subalterna — Merano non è destinata a restare in eterno con un sindaco tedesco. La grande sconfitta è la Svp che con il suo candidato neppure finita al ballottaggio pur rimanendo per un soffio primo partito in città. Poi, per fobie etniche e ideologiche, si è dichiarata inopportunamente blockfrei. E adesso? Il sindaco ha davanti il compito di ricucire una città mai così tanto divisa politicamente. E non è da escludere che i civici di Del Medico. vincitore morale del ballottaggio, possano diventare interlocutori interessanti.