Casteller e orsi, aperte quattro inchieste
Vertice in Procura. Depositata la relazione dei carabinieri. Oipa: sequestrate il centro
La Procura ha aperto quattro inchieste sul Centro faunistico del Casteller dopo gli esposti degli animalisti e la relazione dei carabinieri del Cites. I militari hanno rilevato «una situazione di stress psicofisico grave» dei tre plantigradi. Parliamo del famoso M49, M57 e dell’orsa Dj3. Si indaga per maltrattamento di animali, ieri i carabinieri hanno incontrato il procuratore. Intanto Oipa chiede il sequestro dell’area e i veterinari di istituire un comitato etico.
TRENTO Sono arrivati in Procura alle 15 in punto. Il generale di brigata Massimiliano Conti, comandante del Raggruppamento Cites dei carabinieri, ha voluto consegnare personalmente la relazione dei militari forestali sul Centro faunistico al Casteller al procuratore Sandro Raimondi. Al suo fianco c’erano un colonnello veterinario e altri colleghi del Cites di Campobasso, Roma e Verona. Non è così frequente che sia proprio un alto ufficiale a depositare un atto, ma questo dà il senso del peso di una vicenda che sta scatenando un polverone a livello nazionale.
D’altronde le dichiarazioni del ministro all’ambiente Sergio Costa sono state eloquenti: «Sono sicuro che la giustizia faccia il suo corso e possa attestare le condizioni in cui versano i tre orsi, che sicuramente non meritano questa non-vita», ha scritto solo tre giorni fa in un post sul suo profilo facebook. Il procuratore Raimondi ha parlato a lungo con i carabinieri, poi verso le 16 i militari forestali hanno lasciato il palazzo di giustizia di Trento. «Nessun commento, parlerà il procuratore», spiega l’alto ufficiale pochi minuti dopo l’incontro. «Ho trovato persone di enorme competenza e preparazione professionale», afferma il procuratore Raimondi. «Ora leggeremo con attenzione la relazione e decideremo come procedere», continua. Ma la magistratura si è già mossa e sono state aperte quattro inchieste per maltrattamento di animali che con tutta probabilità verranno riunite in un unico procedimento.
Due fascicoli sono stati aperti dal pm Carmine Russo dopo due esposti presentati dagli animalisti, tra cui la Lav del Trentino, poi cè un terzo fascicolo aperto dopo la denuncia
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Il generale di brigata Massimiliano Conti (a sinistra) insieme ai colleghi lasciano il palazzo di giustizia dopo l’incontro in Procura dall’associazione Animal Aid e infine un quarto che è stato aperto in seguito alla relazione dei carabinieri del Cites. Durante il sopralluogo nel Centro Faunistico Casteller i militari hanno rilevato «una situazione di stress psicofisico grave» dei tre orsi che condividono l’area. L’orsa Dj3 vive da tempo al Casteller e ora si trova a dover dividere gli spazi con altri due plantigradi problematici, il famoso M49, soprannominato dal ministro Costa Papillon, e M57. Gli animali, secondo quanto rilevato dai carabinieri, sono stati trattati per otto giorni con benzodiazepine, inoltre «M49 ha smesso di alimentarsi e si scarica contro la saracinesca della sua tana, M57 ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata causandosi lesioni cutanee all’avambraccio sinistro e DJ3 si nasconde», si legge nella relazione dei forestali. La Provincia si è difesa e sostiene che si tratta di una «situazione temporanea dovuta ai lavori in corso per l’ampliamento dell’area». Ora sarà la Procura a valutare come procedere. Non si esclude un sopralluogo dei magistrati trentini.
Intanto, da quanto trapela dai corridoi di Palazzo Thun, anche il consigliere di Onda Civica, Andrea Maschio, ha chiesto alla Procura di verificare se ci sono responsabilità penalmente rilevanti anche per quanto riguarda il reato di rifiuto e omissioni di atti d’ufficio (articolo 328 del codice penale) per la mancata risposta da parte della Provincia alle richieste istituzionali di accesso all’area. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha invece presentato alla Procura un’istanza di sequestro preventivo del Casteller «per inidoneità della struttura a ospitare gli orsi attualmente detenuti, e gli altri che si prevede di catturare». L’associazione animalista si riserva inoltre di presentarsi in giudizio anche come parte civile. «La nostra richiesta vuole scongiurare l’ipotesi di ulteriori catture e reclusioni di plantigradi», afferma il presidente Massimo Comparotto. E ora scende in campo anche l’Ordine dei medici veterinari del Trentino che ribadisce «la necessità di istituire nel breve termine un Comitato etico provinciale, in grado di indirizzare la gestione orsi nel massimo rispetto delle loro caratteristiche etologiche».