Robol verso la carica di vicesindaco Azzolini, Chiesa e Previdi le conferme
Totogiunta, le prime ipotesi. Anche Cossali (Pd) tra le new entry
ROVERETO Vittoria netta quella del sindaco Francesco Valduga al secondo turno delle elezioni comunali che si sono svolte domenica scorsa a Rovereto. Aveva al primo turno 9.352 voti, il 47,99%, al ballottaggio con il 64,64% ne ha guadagnati più di 200, arrivando a 9.576. Lo sfidante Zambelli, che al primo round aveva ottenuto il 31,41% dei suffragi con 6.121 voti, al ballottaggio si è fermato a 5.237, il 35,36%. Pur, quindi, con l’abbassamento dell’affluenza (dal 63,71% al 47,52%), il vincitore ha convinto qualche elettore in più, lo sconfitto no. Dalla prima analisi, Valduga ha mantenuto i suoi elettori ed è stato votato anche dagli elettori che in precedenza avevano sostenuto la candidata Gloria Canestrini, mentre Zambelli nei quindici giorni di campagna elettorale per il ballottaggio non solo non ha convinto altri elettori di altri schieramenti (tra cui quelli che avevano accordato la loro fiducia a Marco Zenatti al primo turno), ma ha perso per strada alcuni dei suoi: «Mancano i voti dei miei», commentava infatti a caldo domenica sera, quando affluivano via via i primi dati.
Domenica sera dunque, ancor prima del dato ufficiale, Zambelli si è congratulato con Valduga. Nel centro storico di Rovereto le due sedi dei due comitati elettorali si trovano a poco più di cento metri, da una parte gli urrà, dall’altra il vocio sommesso della sconfitta. Ed è lo sconfitto che si dirige verso il vincitore: «Faccio le mie congratulazioni al nuovo sindaco, e auguro a tutta la sua amministrazione di lavorare al meglio per la città. La legittimazione che hai avuto — ha detto Zambelli rivolto a Valduga — ti dà la forza di farlo».
Prima di farlo, però, Valduga dovrà costruire la sua squadra. Sarà nel segno della continuità, in fondo la città ha votato un sindaco uscente — sfatando anche la «maledizione» che nessun sindaco a Rovereto succede a se stesso — ma la composizione politica della nuova amministrazione ha pesi diversi al proprio interno. Il Pd ora è in coalizione, mentre per i cinque anni dell’ultima consiliatura era all’opposizione. E nella coalizione, spostando a sinistra l’asse politico, c’è anche Futura, forte dei suoi tre consiglieri eletti. Considerati i risultati delle liste che compongono la nuova maggioranza comunale, il Pd — forte del suo 14,8% — ambisce a due assessori, e nel caso si tratta di assessore, Giulia Robol a cui potrebbe andare il ruolo di vice di Valduga e Micol Cossali; al secondo posto, la lista dei Civici per Valduga, con il 10,1%, con l’ipotesi di altri due posti in giunta, Cristina Azzolini e Ivo Chiesa; poi un assessore per Futura (Mauro Previdi), per Rovereto Libera (Mario Bortot) e Rovereto al Centro (Carlo Plotegher). Rimarrebbero fuori dalla compagine di governo
Unione Popolari e Patt, le liste che hanno eletto solo un consigliere.
Queste sono solo ipotesi, ragionamenti che qualche sostenitore del nuovo sindaco già domenica sera abbozzava pensando alla composizione della futura amministrazione roveretana. Indipendentemente dai nomi, che comunque seguirebbero il criterio dei voti di preferenza e del peso delle liste della coalizione, sembra scontato che il Partito Democratico rivestirà un ruolo forte nella nuova giunta. Una presenza che sbilancia a sinistra, a cui — per l’equilibrio interno — dovrà essere contrapposta la presenza di Mario Bortot e Carlo Plotegher che rappresentano invece la componente più vicina alla cultura del centrodestra, anche se ora viene definita – sia da Valduga che da altri esponenti della nuova maggioranza roveretana – come «liberal». Altra novità, che i più informati ipotizzano, è la fine della tradizione tutta roveretana che vuole la presidenza del Consiglio comunale affidata alla minoranza. Valduga potrebbe rivendicarla per la maggioranza.