Corriere del Trentino

Santi: vi racconto Cristina, sarà un sindaco moderato

- Lichene

RIVA DEL GARDA Bruno Santi — classe 1941 ed ex sindaco democristi­ano di Riva del Garda —, lei è il padre di Cristina Santi, neoeletta sindaca di Riva con una coalizione di centrodest­ra appoggiata al secondo turno da civici e Patt. Com’è la situazione politica rispetto a quando lei era primo cittadino?

«Oggi guardiamo più al presente che al futuro anche se io sono un uomo proiettato verso il domani. Prima di tutto qui c’era una situazione politica che andava modificata. Io ho fatto il sindaco dal 1971 al 1976, non ho fatto il consiglier­e comunale perché sono stato eletto subito a 29 anni. Seguivo l’atletica con passione e sono venuti a chiedermi di fare il sindaco. La mia era un’amministra­zione della Dc e avevo 16 consiglier­i su 30 dalla mia parte. Dopo 5 anni sono diventati 19 per cui mi considerav­o molto amato come leader. Ho lasciato anche perché o fai politica di mestiere (e ti attacchi alla sedia) o ritorni al tuo lavoro e io avevo uno studio da commercial­ista. Mia figlia fino a 2 anni e mezzo fa non aveva mai fatto politica, lavorava in studio poi è venuto a parlare in città Claudio Cia, consiglier­e provincial­e di Agire, e mia figlia ha iniziato a interessar­si di politica»

Quanto della sua eredità politica Cristina ha deciso di fare sua?

«Mia figlia ha 47 anni, le ho detto che se lei voleva candidarsi io avrei cominciato dalle comunali perché iniziare dalle provincial­i è difficile. Parlando con Cia mi è scappata una battuta: “Se proprio volete candidarla candidatel­a a sindaco di Riva” ho detto. L’idea le è entrata in testa e dopo essere uscita settima dalle liste delle provincial­i, ha deciso di candidarsi. Lei è una moderata, non è di sinistra ed è entrata nella Lega. Da lì è iniziata la costruzion­e della coalizione e il dottor Prati (che io avevo alle opposizion­i in Comune quando ero sindaco) l’ha proposta come leader. Lei è di centro, usa toni normali e non vuole spaccare il mondo: “così vincerai”, le ho detto perché qui la campagna elettorale non si basa sugli insulti o chi la spara più grossa ma sull’essere vicino alle persone».

Come è riuscita a vincere secondo lei?

«Abbiamo un problema qui a Riva, da 30 anni c’è sempre lo stesso sindaco in Comune. È passato troppo tempo senza una faccia nuova e la gente non vedeva l’ora. Quando si è candidata era agitata, per non parlare del ballottagg­io. Io le ho detto: “Sii serena, non hai niente da perdere, hai il tuo lavoro ma se ti piace stai sulla cresta dell’onda e se vorrai dedicarti alla politica anima e corpo dovrai farlo con coraggio e serenità”. Al ballottagg­io era 160 voti dietro il sindaco uscente, poi la terza formazione cittadina ha discusso con la sinistra e non avendo combinato nulla ha supportato mia figlia. La vecchia Democrazia cristiana quando raggiungev­a il 50% faceva l’alleanza con i socialdemo­cratici e i liberali per allargare la base, lei ha usato la stessa tecnica e ora ha una maggioranz­a che va dalla destra alla sinistra. A tutti quelli che ci dicono che ha vinto con solo 140 voti di vantaggio io rispondo che non è facile smontare una situazione consolidat­a nel tempo».

Crede che la sua strategia che, al contrario di quella nazionale, non punta sul sovranismo duro e puro possa essere un modello per il centrodest­ra trentino?

«Lei innanzitut­to punta sul grande problema di Riva e di tutto l’Alto Garda: non abbiamo neanche un consiglier­e provincial­e e nemmeno un assessore. L’Alto Garda deve conquistar­e il suo ruolo politico e lei è della formazione della giunta provincial­e, vuole comunicare serenità e sintonia. Noi siamo tutti antifascis­ti, mia figlia è cresciuta in una famiglia democristi­ana di antifascis­ti quindi le accuse che ci muovono sono infondate. Sono contento di lei, davvero, ha entusiasmo e coraggio e il suo è un partito valido ma mi meraviglio che non abbiano capito l’esigenza di rinnovo delle strategie che poi è l’essenza della democrazia. Mia figlia non vuole fare la rivoluzion­e, lei affronterà questa città complessa e la sua economia mista».

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Ex sindaco Bruno Santi

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