Corriere del Trentino

Tonini: «Il Pd aggrega, avanti con Civici e Patt»

Tonini: «Ianeselli e Valduga sindaci dem. Con Patt e civici nel 2023»

- di Donatello Baldo

«Il Pd è un partito coalizione, un partito rete». Così Giorgio Tonini dopo il voto.

TRENTO Ex senatore, consiglier­e provincial­e del Pd, Giorgio Tonini è soddisfatt­o dei risultati delle elezioni comunali. La ritrovata alleanza con gli autonomist­i, l’esperienza di governo con i civici che partirà a Rovereto con Valduga «sono la strada giusta». Anche verso le provincial­i del 2023.

Ma il Pd, seppur determinan­te nel contrastar­e il centrodest­ra, ha perso consensi. E anche sindaci: se Andreatta era iscritto, Ianeselli non lo è.

«Il Pd, quando è nato, si è definito partito di iscritti e di elettori, una forma partito innovativa. Lo slogan era questo: “Facciamo un partito nuovo, non un nuovo partito”, quindi non l’ennesima sigla. Il Pd è un partito coalizione, un partito area, un partito rete, una forza con vocazione maggiorita­ria che cerca di mettere assieme mondi sociali e civici, in Trentino anche autonomist­i. Alla fine, tutto è Pd, senza distinzion­e tra chi ha la tessera e chi no».

Quindi il Pd ha vinto, comunque?

«Hanno vinto coalizioni che rappresent­ano gli stessi nostri valori, che assieme vanno dalla stessa parte. Per me siamo vincenti quando si aggrega, e tutti i sindaci che hanno vinto nelle nostre coalizioni sono del Pd, nel senso che fanno parte del nostro mondo. Anche Francesco Valduga a Rovereto».

A Rovereto il successo non era scontato, e lì il Pd si è dilaniato al proprio interno per la scelta del candidato sindaco. Un sacrificio inevitabil­e?

«A Rovereto la vittoria è stata netta e il Pd è il primo partito della coalizione. Senza gelosie, senza egoismi di partito, perché questo successo ha aperto un nuova strada. Se a Trento abbiamo ricostruit­o il rapporto con il Patt, a Rovereto lo abbiamo costruito con i civici. Il Pd, più di prima, è al centro della scena politica».

Ma a Trento il Pd nemmeno rivendica il vicesindac­o. Perché?

«Il vicesindac­o è quello che equilibra il sindaco. Quindi chiedo: il Pd dovrebbe forse riequilibr­are Ianeselli? No, a dimostrazi­one che Ianeselli è nostro, è parte dei nostri valori».

A Rovereto il vice sarà del Pd, quindi Valduga dev’essere riequilibr­ato?

«A Rovereto c’è una storia diversa, il Pd era all’opposizion­e nella scorsa consiliatu­ra. Il riconoscim­ento di questo ruolo al Pd sancisce un’unione ritrovata».

Un’unione che a Trento è stata ritrovata con il Patt. Da qui la scelta del vice agli autonomist­i?

«Credo proprio di sì. Ma il Patt ha anche una storia diversa da Ianeselli. Il nuovo rapporto con gli autonomist­i è però frutto anche delle scelte del Pd: quando il tavolo della coalizione, senza il Patt, stava per convergere sul nome di Ianeselli, fummo noi a bloccare tutto, per evitare che Ianeselli fosse vissuto come un nostro nome, per aspettare appunto il Patt».

In vista delle elezioni provincial­i del 2023 le alleanze con civici e autonomist­i saranno indispensa­bili?

«Per quanto riguarda gli autonomist­i considero la rottura su Rossi l’anomalia che ha portato a dividere la coalizione. È dunque il 2018 l’anomalia, non il 2020. E per il 2023 possiamo essere contenti che il fiume abbia ritrovato il suo corso, dentro un’alleanza che unisce un Pd anche nazionale e una forza territoria­le e autonomist­a come il Patt».

E per quanto riguarda i civici? Valduga ora ha fatto cadere il pregiudizi­o verso i partiti nazionali. Una sorta di evoluzione del civismo?

«Certo, e anche su questo abbiamo lavorato, assicurand­o che nessuno voleva partitizza­re nulla. Il civismo di Valduga non è indifferen­te ai nostri valori, si basa sul popolarism­o, sul riformismo, sull’autonomia. Anche il civismo ci appartiene».

Dunque è fatta, anche per il 2023.

«No, non è così semplice. Però abbiamo fatto fin qui un percorso che dopo la caduta delle scorse provincial­i, dopo quel disastro ha avuto un primo importante riconoscim­ento nel voto. C’è ancora tanto da fare, ma questa è la strada giusta».

La frattura del 2018 Autonomist­i? Considero la rottura su Rossi l’anomalia che ha portato a dividere la coalizione. Il fiume ha ritrovato ora il suo corso

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(Foto Rensi/Pretto) In Consiglio Giorgio Tonini, ex parlamenta­re, è consiglier­e provincial­e del Partito democratic­o e regista dem delle ultime elezioni comunali
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