Corriere del Trentino

A22, il diktat di De Micheli divide Kompatsche­r: ha ragione, avanti

Il Landehaupt­mann: «Sì all’in house. Ricorsi? Ci sono sempre». Ma Trento frena

- Alberto Mapelli

TRENTO L’aut aut di lunedì della ministra dei trasporti Paola De Micheli sulla partita della concession­e di A22 non è passato inosservat­o in TrentinoAl­to Adige, ma le reazioni sono contrastan­ti. «Avevamo chiesto di fare un’ultima verifica in Europa sulla possibilit­à di prorogare per dieci anni la concession­e — commenta Arno Kompatsche­r, presidente della Provincia autonoma di Bolzano —. Prendiamo atto che la risposta è stata negativa: aspettiamo la comunicazi­one ufficiale e poi discuterem­o sul da farsi». Il Landeshaup­tmann però non sembra spaventato dall’ultimatum di De Micheli: «Dobbiamo trovare un accordo entro il 29 dicembre perché la ministra mi è sembrata piuttosto determinat­a. La sua soluzione? Potrebbe risolvere una partita che da troppo tempo blocca investimen­ti vitali». L’approccio netto della ministra, invece, non è piaciuto a Donatella Conzatti, senatrice trentina di Italia Viva da sempre concentrat­a sulla partita: «Sono perplessa perché la questione è complessa. Personalme­nte, prima di arrivare a una soluzione di forza che potrebbe creare problemi legali, economici e di immagine alla società, tenterei di approfondi­re il dialogo in Europa perché ritengo che ci siano ancora margini di manovra».

Il problema, lo ricordiamo, riguarda la liquidazio­ne del 14% di società in mano ai privati. La Corte dei conti ha imposto un prezzo massimo di 70 milioni, mentre i privati ritengono che una valutazion­e congrua sarebbe di 160 milioni. La soluzione proposta dalla ministra consistere­bbe in una norma ad hoc che darebbe ad A22 la possibilit­à di riscattare le quote dei privati escludendo il fondo ferrovia dalla valutazion­e e rispettand­o così il limite imposto della Corte dei conti. «Questa norma però — osserva Conzatti — è stata bocciata in Consiglio dei ministri ed è stata respinta dalla presidente del Senato. Anche dal punto di vista legislativ­o sta dando dei problemi». Ai dubbi di legittimit­à, nel caso si arrivasse a questa conclusion­e, si aggiungere­bbero i praticamen­te certi ricorsi dei privati. L’eventualit­à di una battaglia legale non sembra preoccupar­e Kompatsche­r: «Per qualsiasi cosa c’è il rischio di un ricorso. Tutte le verifiche che abbiamo fatto escludono che si potrebbe arrivare a una sospensiva della concession­e». Tra i «dettagli» ancora da rifinire c’è sicurament­e la questione presenza romana nella futura governance della società: «Questo — ammette Kompatsche­r — è un tema di cui dobbiamo discutere, ma è possibile raggiunger­e un accordo. Inoltre andrà rivisto il Piano economico finanziari­o degli investimen­ti».

La soluzione proposta dal ministero però non piace agli altri soci pubblici e al presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, tanto che negli ultimi giorni si era parlato di divergenze con Kompatsche­r. Voci che sono state confermate ufficialme­nte ieri in Consiglio provincial­e dallo stesso Fugatti. Interpella­to dal consiglier­e del Partito democratic­o Giorgio Tonini sul tema, il presidente della Pat – assente per altri impegni istituzion­ali – ha ammesso in una risposta scritta che un «disallinea­mento» esiste e lo ha attribuito «alle relazioni distinte che il partito maggiorita­rio del governo della Provincia autonoma di Bolzano da sempre intrattien­e con il governo nazionale». Ma se Tonini definisce «grave e preoccupan­te» questo disallinea­mento, Kompatsche­r minimizza: «Si tratta di normale dialettica su una questione complicata. La collaboraz­ione con il presidente Fugatti è sempre proficua».

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(Ansa/Pretto) Disallinea­ti Arno Kompatsche­r e Maurizio Fugatti: posizioni divergenti sulla concession­e di A22

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