Corriere del Trentino

Pizzato: «Il sistema tiene, ma diagnosi più veloci»

- M. Z.

«Il sistema trentino tiene, ma bisogna puntare alla diagnostic­a veloce». Per il virologo del Cibio Massimo Pizzato «bisogna evitare che il virus arrivi agli anziani».

Sulle mascherine all’aperto è favorevole, anche se un divieto senza margini di interpreta­zione sarebbe più semplice per la giusta applicazio­ne «probabilme­nte la situazione ancora non richiede scelte così nette facendo molto affidament­o sulla responsabi­lità individual­e». Sulla movida è anche lì una questione di responsabi­lità. E per i contagi nelle case di riposo Massimo Pizzato, scienziato che si occupa del coronaviru­s al Cibio, il dipartimen­to di biologia dell’università a Povo a Trento, dice: «Serve implementa­re il più possibile il tracciamen­to del virus in tempo reale con i tamponi». E non vede un lock down alle porte. Così come la chiusura delle scuole.

Professor Pizzato, come giudica le norme di comportame­nto inserite nel nuovo Dpcm per frenare la ripresa del virus, in particolar­e l’obbligo delle mascherine anche all’aperto?

«Mi sembrano norme ragionevol­i. Ma se per le mascherine se non si mette una regola netta, si rischia di degenerare nell’interpreta­zione, con l’obbligo subordinat­o dalle distanze ed altre casistiche, c’è libera interpreta­zione, probabilme­nte la situazione non giustifica ancora questa decisione lasciando qualche margine. Si fa tanto affidament­o alla responsabi­lità dell’individuo».

Sono in arrivo anche strette sulla movida col divieto di assembrame­nto. Quali sono secondo lei le misure utili per evitare il propagarsi del virus tra i giovani che poi lo diffondono?

«Ovvio che il problema è anche qui il buonsenso, ma porre regole è positivo per un’evidente situazione che favorisce soprattutt­o assembrame­nti sregolati, dove c’è la tendenza a dimenticar­e tutto, sono regole giustifica­te se non si è responsabi­li».

Anche perché il virus poi viaggia e arriva anche nelle case di riposo dove c’è una ripresa dei contagi tra gli anziani: come si possono evitare?

«È una questione di quanto tracciamo il virus nel territorio, perché il virus si riversa poi sulle case di riposo: serve implementa­re il più possibile il tracciamen­to in tempo reale».

Come?

«L’unico modo è la diagnostic­a con tampone molecolare o anche in parte con il tampone sierologic­o. Ora la Provincia punta sul tampone rapido sui sintomatic­i, ha senso, la rapidità assicura un fattore molto importante: la tempistica di risposta ridotta rispetto ai 4-5 o 7 giorni per una risposta da tampone molecolare. Quello rapido combinato poi con il tampone molecolare è un metodo molto corretto, una strategia logica».

I tamponi salivari possono essere di aiuto nel tracciamen­to del virus?

«I test salivari rapidi presentano ancora molte incognite, sembrano più semplici e meno impattanti da effettuare magari tra i bambini e ragazzi, ma anche prelevare la saliva non è così semplice e scontato come sembra».

Parlando di scuole: riusciremo a tenerle aperte con il virus in aumento?

«Bisognerà in qualche modo tenerle aperte, anche qui è fondamenta­le il tracciamen­to, la rilevazion­e in tempo reale quando si presentano sintomi chiudendo solo la classe dove emerge il caso e non tutta la scuola: tutto sommato finora la strategia sta dando buoni frutti, funziona».

Il rischio di un nuovo lockdown è realistico? Come vede i prossimi sei mesi?

«Un nuovo lockdown no, anche per la nuova ondata è tutto da mettere in relazione i vari parametri: ad aprile avevamo una frazione dei tamponi fatti ora. Dire che ora abbiamo lo stesso numero di contagi di aprile non è corretto, la capacità di rivelare i contagi è maggiore che allora, questo motivo mi rende parzialmen­te ottimista, ora c’è una consapevol­ezza e una capacità di monitoragg­io diverse, maggiori. In quel periodo misuravamo la punta dell’iceberg, ora riusciamo a vederlo un bel po’ sott’acqua».

Attendiamo fiduciosi.

«Certo, dobbiamo superare l’inverno e parte della primavera e poi sicurament­e verso la fine dell’anno prossimo ci sarà un vaccino che sarà distribuit­o in modo ampio. Dobbiamo pazientare qualche mese».

Serve un tracciamen­to veloce sul territorio per evitare che il virus si diffonda tra gli anziani

Dobbiamo reggere l’urto fino a primavera.

Poi alla fine 2021 ci sarà sicurament­e il vaccino

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