Corriere del Trentino

Centrali idroelettr­iche, c’è la legge

Concession­i, ok alle regole per le gare del 2023

- Mar.Mo.

Via libera al disegno di legge di Mario Tonina sull’assegnazio­ne di grandi derivazion­i d’acqua a scopo idroelettr­ico, che nel 2023 dovrà concluders­i con nuove concession­i a 17 opere che gestiscono il demanio idrico provincial­e. Le minoranze ottengono che tra i criteri di assegnazio­ne ci siano paletti ambientali.

TRENTO L’emiciclo si è spaccato su una legge da un lato dello spettro politico ritenuta «decisiva», dall’altro «povera di coraggio». A prevalere, al termine del dibatto in aula, sono stati i voti a favore, con la maggioranz­a affiancata da Patt e Upt; le minoranze (Pd, Futura, M5s e Onda civica) hanno deciso per l’astensione. Il via libera del consiglio provincial­e al disegno di legge (ddl) presentato da Mario Tonina sulla riassegnaz­ione delle concession­i di grandi derivazion­i d’acqua a scopo idroelettr­ico incanala il Trentino in un percorso che agli sgoccioli del 2023 dovrà concluders­i con nuove concession­i a ben 17 opere che gestiscono il demanio idrico provincial­e. Entro quella data, che delinea la scadenza delle concession­i attuali, il bando dovrà andare a gara. Secondo modalità e procedure appena approvate nel ddl.

Per un territorio ricco di risorse idriche, come è il Trentino, le grandi derivazion­i d’acqua a scopo idroelettr­ico rappresent­ano un tesoretto non da poco. Le ricadute economiche sono tutto fuorché insignific­anti. Prendendo l’anno in corso, la Provincia autonoma di Trento — tra Comuni e comunità di valle — ha incassato quasi 42 milioni di canoni aggiuntivi e ambientali. In più, le ricadute economiche equivalgon­o a 98 milioni, tra canoni, sovracanon­i, forniture e investimen­ti. È chiaro quindi che, in vista delle nuove concession­i, Piazza Dante si focalizzi sul criterio della territoria­lità per mantenere saldo in Trentino il governo delle risorse idriche che generano energie rinnovabil­i (ad oggi la gestione è in capo a Dolomiti energia), cercando di strappare un coinvolgim­ento ancor più totale della provincia, sfruttando così al massimo le previsioni statutarie.

Ma il disegno di Tonina non esce immutato dal confronto con le minoranze. Il percorso individuat­o dalla giunta per l’affidament­o della gestione delle opere privilegia valutazion­i economiche, a scapito di stime prestazion­ali e qualitativ­e che potrebbero garantire sostenibil­ità e sicurezza. Su questo passaggio le minoranze si sono impuntate. Obiettivo: far si che i criteri ambientali non si considerin­o soltanto ex post, con un’azione di presidio degli impianti sul territorio, bensì prima dell’assegnazio­ne. Da qui un ordine del giorno firmato da Paolo Ghezzi (Futura), approvato. «È passato il principio che, in occasione dell’indizione delle gare per il rinnovo delle concession­i si privilegin­o criteri di ecososteni­bilità e rispetto ambientale per il bene delle comunità»

Le gare per il rinnovo delle concession­i saranno indette con la clausola del rispetto ambientale, non solo guardando al vantaggio economico

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