Il Caravaggio che dialoga con il Novecento
Al Mart apre l’attesa mostra fiore all’occhiello dell’era Sgarbi Dialogo con Burri e Verlato Esposizioni di Ventrone e Samorì
Ci sono opere che, a distanza di secoli dalla loro realizzazione, hanno ancora dei segreti da svelare.
È il caso del Seppellimento di
Santa Lucia del Caravaggio, il quadro più grande, più intenso e terribile del pittore Michelangelo Merisi. Un’opera che riflette con cupa forza sul pensiero della morte e sul «non essere» che segue l’esalazione dell’ultimo respiro. Da domani (opening con performance alle 11) la tela del maestro Caravaggio sarà al Mart di Rovereto, al centro della grande e attesa mostra
Caravaggio. Il contemporaneo che segna l’inizio della stagione Sgarbi al museo.
Il critico e presidente dell’istituzione di Rovereto ha salutato con soddisfazione l’arrivo dell’opera a Rovereto, dalla sua sede attuale nella chiesa di Santa Lucia in Badia a Siracusa. «Quella che sono riuscito a realizzazione in qualità di presidente del Mart è un’operazione artistica di grande rilievo che permette, oltre alla realizzazione di una mostra di sicuro richiamo internazionale, anche il ritorno dell’opera di Caravaggio lì dove era stata concepita - ha commentato Vittorio Sgarbi -. Al termine del periodo di esposizione a Rovereto il Seppellimento tornerà a Siracusa ma nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, sua sede originaria».
Nelle sale del Mart, Caravaggio verrà presentato come profeta dell’arte contemporanea grazie a un allestimento che mette la sua opera in dialogo attivo con l’arte di due protagonisti del Novecento.
Primo protagonista è Alberto Burri: «Il “non finito” della parte superiore della tela di Caravaggio, sfumando nell’indistinto della grotta che accoglie il corpo della Santa, anticipa l’arte informale della quale Burri sarà massimo esponente italiano», spiega Sgarbi.
Il secondo parallelismo chiama in causa Pier Paolo Pasolini, maestro del neorealismo cinematografico ritrovato cadavere, orrendamente sfigurato, sul lungomare di Ostia la mattina del 2 novembre 1975. «Roberto Longhi, responsabile della riscoperta di Caravaggio a metà del Novecento, è stato anche maestro di Pasolini - ricorda Sgarbi -. L’incontro con l’arte e la storia di Caravaggio fu così forte che Pasolini lo visse come un modello, fino ad arrivare a una sorta di transfert».
Al Mart il parallelismo tra i due artisti viene introdotto dalle opere di Nicola Verlato che ritraggono Pasolini quale icona contemporanea, dalle foto di Pasolini scattate da Dino Prediali, e approfondito da una consonanza che ruota attorno al martirio: quello della santa, vittima della persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano, e il martirio contemporaneo del poeta, segnato da motivazioni politiche.
La tela di Caravaggio sarà affiancata da una sua copia in dimensioni reali realizzata dalla Factum Arte di Madrid, azienda specializzata nelle copie d’artista: un’occasione per sfidare lo sguardo a cogliere le differenze tra l’originale e la replica. A concludere il percorso saranno due focus tematici dedicati ad altrettanti artisti contemporanei nelle cui opere si può cogliere l’ispirazione da Caravaggio. In Luciano Ventrone. La grande illusione sono esposte 18 tele del pittore romano, specializzato in nature morte tanto realistiche da sfociare nella metafisica, a cui si affianca l’ Allegoria della Primavera di Carlo Saraceni e del Maestro di Hartford,
considerata una delle opere germinali della natura morta in Italia. In Lucìe sono raccolte le opere di Nicola Samorì, artista che ha fatto della figura di Santa Lucia il centro nevralgico della sua ricerca artistica e della matericità di tela, pietra e colori a olio i mezzi espressivi per avvicinare la modernità con la pittura antica.
Questa mostra sarà la prima di tre altre grandi operazioni artistiche, una per ogni anno di presidenza di Sgarbi al Mart. All’esposizione dedicata a Caravaggio seguiranno due analoghe mostre incentrate sulle opere di Raffaello e Canova, messe a dialogo con una molteplicità di artisti e suggestioni contemporanee, per dimostrare che la grande arte è senza tempo e intimamente connessa con l’evoluzione del pensiero umano.