Riapre il reparto Covid
Fugatti: sì alle mascherine. E Roma restituisce ai governatori poteri sulle ordinanze
Il costante aumento di contagi da Covid-19 (ieri 32 casi) ha convinto il governatore Maurizio Fugatti e, dopo i tentennamenti dei giorni scorsi, dice sì alle mascherine anche all’aperto. Preoccupa la concentrazione di positivi nel comune di Cembra-Lisignago, «sorvegliata speciale» e a rischio zona rossa. Il focolaio è partito da una festa di laurea. Intanto dopo i primi anziani contagiati nelle case di riposo la Provincia ha deciso di riaprire anche il reparto Covid nell’ospedale di Rovereto. Sono cinque le Rsa dove si è presentato il virus. E Roma restituisce ai governatori poteri sulle ordinanze.
Se qualche tentennamento sull’obbligo delle mascherine all’aperto era emerso nei giorni scorsi per la mancata decisione in autonomia delle regioni sulle norme del nuovo Dpcm di Conte, oggi quel dubbio non c’è più. Almeno per le mascherine. Sia per l’aumento costante dei casi, decuplicati in un mese — che vede oggi 32 nuovi casi più altri 5 positivi al tampone per l’antigene, su 2127 tamponi più 114 test rapidi, di cui 5 minori e 4 over-70 — sia per la concentrazione dei positivi a Cembra Lisignago «sorvegliata speciale» dall’Azienda sanitaria e dalla Provincia a rischio zona rossa con 59 casi su 2.300 anime dal primo settembre a oggi. Focolaio partito da una festa di laurea il 12 settembre e che alla fine ha portato al ricovero di due anziani. Mascherine sì dunque, in attesa di poter decidere sulle altre norme, a cominciare dagli orari ridotti dei locali e al limite dei 200 posti nei palazzetti dello sport. «Nessuno nega che la situazione stia peggiorando ma abbiamo competenza ed esperienza necessarie per poter scegliere in autonomia sulle norme del nuovo Dpcm», è la posizione del governatore Maurizio Fugatti. Alla quale ha fatto seguito l’annuncio del ministro Boccia relativo alla reintroduzione della cabina di regia tra governo e regioni per concertate le misure e la possibilità di assumere provvedimenti derogatori rispetto a quelli nazionali dai territori: «Vediamo cosa deciderà la conferenza Stato-Regioni di domani (oggi, ndr)» sottolinea prudente Fugatti.
Reparto Covid
Che la situazione nel complesso preoccupi Provincia e Azienda sanitaria per l’innalzamento dei casi tra gli anziani emerge dalla decisione di riaprire il reparto Covid al quinto piano dell’ospedale di Rovereto. «I dati sono stabili rispetto a quelli degli ultimi giorni — ha spiegato il governatore — ma a fronte del lento peggioramento generale abbiamo deciso di riaprire il reparto Covid di Rovereto per i ricoveri degli infettivi e l’assistenza respiratoria non invasiva». Come sottolineato dal direttore pro tempore dell’Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo: «Si è reso necessario per l’innalzamento dell’età dei contagiati che abbiamo notato nelle ultime settimane, per non trovarci impreparati». Intanto nel reparto saranno trasferiti 3 pazienti ad alta intensità.
I dati
Delle 32 persone risultate positive ieri, 17 sintomatiche e 15 asintomatiche, 2 sono nella fascia 0-5 anni, 3 fra 6-15 anni e 4 sono ultrasettantenni, nessuna legata alle Rsa. Complessivamente, i pazienti ricoverati sono 20, nessuno in rianimazione, e le persone in quarantena sul territorio sono 1.500. Nella scuola sono 30 le classi in quarantena.
Case di riposo
Sono 5 finora le case di riposo dove si è presentato il virus, subito isolato. Due in città (un ospite agli Angeli Custodi e un operatore alla de Tschiderer) e tre sul territorio: un operatore nella rsa di Mezzocorona, uno alla Sacra Famiglia di Rovereto e un altro in una terza rsa. Intanto alcune strutture, come la Sacra Famiglia di Arco, stanno decidendo di sospendere in maniera preventiva le visite dei famigliari: «Lo faremo per 2 settimane intanto — spiega la responsabile suor Gabriella — per evitare che il Covid entri dall’esterno». Intanto sulle modalità per affrontare al meglio la seconda ondata ieri vertice tra l’assessora alla salute Stefania Segnana, il dirigente generale Giancarlo Ruscitti e il direttore Enrico Nava con i rappresentanti di Upipa e Spes. «Un confronto servito a fare il punto anche sulla gestione degli spazi e dei posti letto delle singole strutture» spiega Segnana, per valutare la possibilità di trasformare le Rsa di transito attuali in Rsa Covid per la degenza degli ospiti positivi al Covid-19. Altro tema i tamponi: «I test rapidi che attendiamo e i tamponi più frequenti su operatori e ospiti tornano alla frequenza dei 15 giorni nelle Rsa, come previsto dalle linee guida anziché 30 come accaduto in estate», ha detto fiduciosa la presidente dell’Upipa Francesca Parolari.
Stretta sulla movida
Stretta sulla movida in arrivo dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che ieri ha discusso delle problematiche legate alla movida, in particolare del distanziamento e che in questa fase di recrudescenza della pandemia è l’aspetto più delicato. Su richiesta del sindaco Franco Ianeselli verrà predisposta un’ordinanza che disciplinerà la presenza delle persone e correggerà i comportamenti scorretti. Come tra l’altro richiesto nel Dpcm. E più controlli sono annunciati anche sugli autobus
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«La scelta di riaprire il reparto Covid? È legata anche all’età dei pazienti che è in salita»