Liberi Dentro, «nelle carceri c’è fame di cultura» Ogni mese a Trento scrittori e registri, obiettivo fare da ponte tra città e detenuti
TRENTO «Liberi da Dentro è un’attività di rete che vuole mettere insieme le realtà di volontariato che si preoccupano del fatto che in questa città c’è un carcere e che viene percepito dalla popolazione come qualcosa a sé stante e non integrato alla città». Così Alberto Zanutto, presidente della Scuola di Preparazione Sociale di Trento vuole descrivere il progetto “Liberi Dentro”, composto da una serie di iniziative per avvicinare il carcere alla cittadinanza. «Noi lavoriamo sulla cultura – continua – non ci occupiamo di strategie di gestione legate alla giustizia ma siamo motivati dall’idea che è necessaria una giustizia riparativa: giuste pene e giusti modi di sopportare queste pene. In questo senso noi lavoriamo affinché le persone rielaborino l’esperienza in termini narrativi e partecipino a laboratori di lavoro teatrale piuttosto che letterario e quindi possano maturare consapevolezza del perché della loro esperienza nell’ottica di un reintegro con la città». A causa del Covid gli eventi di quest’anno (il progetto è alla sua terza edizione) non potranno svolgersi con pubblico, studenti e detenuti insieme ma ogni singola iniziativa sarà ripetuta tre volte: nella casa circondariale, nelle scuole e con la cittadinanza di Trento. «L’evento che più ci piace citare è quello che faremo venerdì (domani, ndr) alle 20.30 al teatro San Marco (per iscriversi è necessario prenotarsi sul sito ndr) ovvero la presentazione di un film realizzato con la Corte Costituzionale che si è presa l’impegno di andare in alcuni istituti correzionali per trovare chiavi di lettura alternative alla gestione tradizionale delle carceri. Possiamo intervenire per trasformare il modo tradizionale di gestire le carceri che tende a separarle di netto dalla cittadinanza. Lì ci sono relazioni, lì ci sono persone e lì c’è anche fame di cultura e ricostruzione dei propri profili personali». Da ottobre a giugno 2020 è in programma un evento culturale al mese ed è già confermata la presenza di scrittori di punta come Marco Malvaldi, Annalisa Graziano e Adolfo Ceretti.
«È necessaria una giustizia riparativa: giuste pene e giusti modi di sopportare queste pene»