Cori, spaccatura nella Federazione «Il canto popolare è parte di noi»
Formazioni divise sul significato della musica. Zanotti (Sosat): «Tensioni dal 2016»
TRENTO Tensioni in seno alla coralità trentina. In vista dell’assemblea di sabato durante la quale verranno rinnovati i membri del consiglio direttivo, la Federazione dei Cori del Trentino si trova a fronteggiare una crescente frattura interna tra due diverse visioni della musica e della coralità.
«La tensione c’è ed era evidente ancora nell’ultima tornata elettorale del 2016 — ammette il presidente del coro della Sosat Andrea Zanotti, ricordando i tumulti che seguito all’elezione dell’attuale presidente in carica Paolo Bergamo e che portarono alle dimissioni, poi ritirate, di 5 consiglieri su 9 —. Ed esiste questa sorta di incomprensibile dicotomia che vede contrapposti coloro che sostengono la via polifonica e chi invece rappresenta la tradizione del canto popolare di montagna. Il pericolo sta nel contrapporre la musica colta e la musica popolare, quando l’unica divisione deve esistere tra buona e cattiva musica. Cantare bene non è un fine, ma un mezzo: quello che conta è ciò che si vuole raccontare con la musica».
Appare dunque improbabile la possibilità della nascita di una federazione alternativa destinata a raccogliere esclusivamente i cori maschili alpini. Nata nel 1963 in un contesto sociale e politico diversissimo da quello attuale e con soli 25 cori, la Federazione del 2020 conta circa 200 gruppi associati e pecca, secondo Zanotti, dell’assenza di una visione forte che guidi le sue azioni.
«In questo mandato abbiamo vissuto una condizione di pace precaria e non sono state trovate delle sintesi efficaci », spiega. «Il tema più importante ora è ritrovare un significato profondo che motivi l’esistenza della Federazione: o si trova un nucleo serio per le proprie attività oppure il rischio è di ridursi a essere un crocevia di denaro pubblico — ammonisce Zanotti, allargando poi lo sguardo a una visione politica complessiva —. In questi tempi difficili, e nel futuro che si prevede sarà ancora più duro, bisogna capire se è ancora giustificabile, e se sì sotto quale profilo, un investimento pubblico tanto importante. Serve un obiettivo forte per ben indirizzare le risorse». Nel solo 2019, tra acconti, saldi e contributi straordinari, la Federazione ha ricevuto dalla Provincia un contributo superiore ai 152mila euro, senza contare quanto arrivato dalla Regione e dalla Fondazione Caritro.
«Dal punto di vista rappresentativo è indubbio che a livello nazionale e internazionale il Trentino sia conosciuto per i cori di montagna — ricorda ancora Zanotti, alla guida di quello che è forse in assoluto la compagine corale trentina più conosciuta e stimata in Italia e nel mondo —. La canzone popolare è parte della nostra terra, capace di suscitare un movimento di commozione intergenerazionale».
Il docente «Bisogna ritrovare il significato profondo che motivi l’esistenza di un sodalizio»