Cembra, scatta il mini lockdown
Eventi con massimo sei persone e divieto di praticare sport. La spesa va fatta nel paese
Il Comune di Cembra Lisignago, con l’ordinanza che è in vigore dalla scorsa mezzanotte fino al 24 ottobre, è il primo municipio trentino a diventare sorvegliato speciale. I 70 casi positivi riscontrati su 1.826 abitanti hanno fatto propendere la provincia per una restrizione consistente, anche se non può definirsi lockdown. Locali chiusi a mezzanotte, massimo 6 persone alle feste e nelle strade o parchi, divieto per i cembrani di fare sport su tutto il territorio provinciale.
Non è un lockdown vero e proprio ma il Comune di Cembra Lisignago, con l’ordinanza che è in vigore dalla scorsa mezzanotte e fino al 24 ottobre, è il primo municipio trentino a diventare sorvegliato speciale: locali chiusi a mezzanotte, massimo 6 persone alle feste e nelle strade o parchi, divieto per i cembrani di fare sport al chiuso (palestre) o all’aperto su tutto il territorio provinciale (fatta salva l’attività di jogging individuale). Dopo la festa di laurea del 12 settembre infatti il focolaio si è esteso e con i 7 registrati ieri sono 70 i positivi del Comune che conta 1.826 abitanti. Un terzo di loro è in quarantena.
La «zona arancione»
La decisione è stata presa di concerto tra amministrazione provinciale guidata da Maurizio Fugatti e comunale, con la sindaca Alessandra Ferrazza. «Abbiamo condiviso con il presidente l’idea di non bloccarci da un punto di vista economico ma di agire sulle occasioni di incontro e assembramento. In paese c’è preoccupazione, ma spero e credo che i cembrani si impegneranno a rispettare non solo gli obblighi ma anche e soprattutto le indicazioni». Se i divieti sono pesanti ma sostenibili le raccomandazioni incidono di più sulla vita dei cittadini: l’ordinanza prevede il divieto di organizzare feste con più di 6 persone, e lo stesso numero è il massimo previsto per gli incontri in piazza o al parco; si impone poi la chiusura entro le 24 di tutti i bar, ristoranti e pub, il divieto per i residenti e i domiciliati a Cembra di frequentare, su tutta la Provincia, luoghi dove si pratichino attività sportive al chiuso, come palestre, ma anche all’aperto, come i campi da calcio. Consentita
l’attività di jogging in solitaria. Bar e ristoranti potranno accettare solo un massimo di 4 persone per tavolo e negli uffici pubblici si entra solo su appuntamento. Inoltre viene vietato l’accesso a strutture sanitarie o socio sanitarie per far visita ai parenti. Le raccomandazioni sono quelle di favorire lo smart working, di limitare ai soli conviventi o a situazioni di bisogno i contatti con gli over 70, di sospendere le attività sociali e di far spesa solo nel proprio Comune. Studenti e lavoratori pendolari possono uscire dal territorio «ma cercando di limitare gli spostamenti al solo tragitto casa-scuola e casa lavoro». Del resto dei 39 positivi registrati ieri (cui vanno aggiunti i 13 positivi al test antigenico) 7 erano a Cembra, che arriva ad avere «un tasso di positività del 2,66 per cento, che desta preoccupazione anche se per ora non risulta esteso a altre zone» aggiunge Fugatti. Un terzo del paese è in quarantena. «Il territorio è oggetto di attenzione e medici di base e pediatri stanno venendo addestrati in queste ore a ulteriori livelli di attenzione dal direttore Pierpaolo Benetollo» spiega Giancarlo Ruscitti, direttore del dipartimento salute della Provincia.
I numeri
Fra i casi di ieri 9 sono over 70, 7 i minorenni, 2.182 i tamponi. Le classi in quarantena scendono a 32, mentre salgono a 25 i ricoveri. Nessuno è in terapia intensiva ma uno di loro, affetto anche da altre patologie, viene trattato con il plasma iperimmune. «La rete del contagio — continua Ruscitti — si è spostata dalle filiere lavorative a casa. I tamponi rapidi fatti sugli studenti dopo almeno 24 ore dalla comparsa di sintomi Covid specifici, se negativi, danno facoltà al pediatra di riammettere il bimbo o ragazzo a scuola». Da lunedì, va ricordato, che il drive thorugh tamponi di via Briamasco si sposta al parcheggio del PalaTrento in via Fersina.
Case di riposo
E se a ieri non si registravano nuovi focolai in case di risposo, la Provincia vuole farsi trovare preparata: per questo ha creato altri 100 posti in rsa da destinare a ospiti delle varie strutture residenziali che si rivelassero positive al Coronavirus: ai 20 attualmente disponibili a Volano ne saranno aggiunti altri 60 e altri 20 sono stati individuati nella Rsa di Tione: le due strutture saranno interamente adibite a questo fine. La decisione è stata presa dalla giunta su indicazione dell’assessore Stefania Segnana. La giunta provinciale ha anche prorogato al 16 novembre i termini di domanda per accedere alle misure a sostegno delle attività economiche danneggiate dalla pandemia Covid-19.
La sindaca
In paese c’è preoccupazione: i cembrani rispettino le regole
Governatore
Si può andare al lavoro ma la spesa è meglio farla nel comune