Scuole di sci pronte: meno maestri, prenotazioni online
Gruppi ridotti, insegnanti con la mascherina
Maurizio Panizza, presidente del collegio provinciale dei maestri di sci del Trentino, crede che ci sarà meno lavoro nella stagiono invernale 2020-2021 o riuscirete a mantenere i numeri pre pandemia?
«Dai sondaggi che abbiamo portato avanti emerge che sicuramente non riusciremo a fare i numeri della stagione scorsa ma rimango abbastanza positivo. Se le cose restano come sono adesso, non ci allontaneremo molto dai livelli passati. Dovremo aumentare la clientela italiana per compensare una perdita di clientela straniera. Logicamente qui stiamo parlando di cosa succederà tra due o tre mesi, noi abbiamo calcolato che le condizioni restino quelle attuali ma se ci saranno altre chiusure avremo una caduta di presenze».
Riuscirete a dare lavoro ad altrettanti maestri?
«Tutte le scuole di sci si stanno attrezzando per la prossima stagione autonomamente, noi diciamo loro di non prendere tanti maestri da fuori ma di concentrarsi sui trentini. È probabile che qualche contratto in meno ci sarà ma solo qualcosina».
Farete lezione con la mascherina?
«Dovremo definire gli ultimi dettagli con l’azienda sanitaria, ma ovviamente manterremo sempre le distanze di sicurezza e la mascherina per i nostri operatori. La nostra è un’attività che si svolge all’esterno quindi su questo siamo abbastanza tranquilli. Per quello che invece sarà la gestione degli uffici delle scuole di sci valgono le regole dei locali al chiuso con mascherine, sanificazione e distanziamento».
Avete ripensato anche l’organizzazione delle lezioni?
«Il consiglio che diamo alle
nostre scuole è quello di implementare le possibilità di prenotazione online. L’ideale sarebbe che maestro e allievo si diano appuntamento in pista con tutte le pratiche e i pagamenti già svolti via smartphone. Per quanto riguarda i gruppi dovremo ridurre i numeri soliti e restare su un massimo di 10 persone, non di più».
Avete già ricevuto le prime prenotazioni?
«Mi riferiscono i vari direttori delle scuole di sci che cominciano ad arrivare, insieme alle richieste di chiarimenti sulle precauzioni sanitarie che adotteremo. Sono prevalentemente dal mercato italiano perché dall’estero c’è ancora troppa incertezza relativa al momento tra le nazioni. I consorzi si stanno muovendo per organizzare workshop all’estero che trasmettano la nostra sicurezza sanitaria in quanto attività outdoor. Puntiamo su quello perché lo sci si fa all’aperto, quindi è più sicuro. Aspettiamo di sapere cosa faranno le altre componenti del turismo poi inizieremo una campagna anche sui social (ogni scuola di sci sceglierà il suo mezzo preferito) per comunicare la nostra offerta».
Avrete delle convenzioni con le società di noleggio attrezzatura e soprattutto con gli alberghi?
«Già adesso in tutte le stazioni sciistiche i consorzi di scuole vendono pacchetti agli hotel. Il nostro obiettivo è vendere la vacanza completa, soprattutto per quanto riguarda i bambini che sono il nostro target principale. Il turista italiano si basa su una prenotazione last minute, in anticipo di poche settimane rispetto al soggiorno. A prenotare prima erano gli stranieri che quest’anno non ci saranno. Il nostro messaggio è che anche in questa situazione non facile si può tranquillamente venire in vacanza a sciare in sicurezza. Questa è la nostra strategia: mantenere tutta la nostra efficienza con attenzione particolare alla sicurezza delle zone esterne».