«Il soccorso alpino è un ente privato, no al danno erariale»
TRENTO Il ragionamento giuridico è lo stesso seguito dal collegio di giudici nella precedente sentenza, ma questa volta l’ex presidente del soccorso alpino trentino, Adriano Alimonta, era finito nei guai non per i soldi spesi per l’acquisto delle divise, ma per i compensi. Nei guai era finito tutto l’ex consiglio direttivo. La Procura della Corte dei Conti contestava un danno erariale da 142.190 euro, di cui 85.580 euro erogati all’ex presidente tra il 2014 e il 2017. Compensi che, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbero stati «maldestramente mascherati» come corrispettivo per «l’eccezionale attività legata alla riqualificazione operativa» già affidata però a un consulente esterno. Versamenti illegittimi secondo il procuratore regionale Marcovalerio Pozzato che il 7 gennaio scorso aveva depositato un atto di citazione a giudizio. I soccorritori si erano difesi evidenziando, tra le altre cose, anche «l’altissima valenza sociale dell’attività svolta e l’elevato rischio per la propria incolumità personale».
I giudici hanno preso atto delle difese, ma non sono entrati neppure nel merito della vicenda perché si sono dichiarati incompetenti rinviando tutto al giudice ordinario. Secondo la Corte il soccorso alpino è un ente privato, anche se finanziato dal pubblico. «È del tutto pacifica — scrivono in sentenza — la natura formalmente privata del Cnas-Tn e di conseguenza del suo patrimonio». Ci significa che se danno c’è stato dovrà essere valutato da un giudice ordinario e non da quello contabile. Ma la Procura della Corte dei Conti ha già presentato appello.
Il procuratore Marcovalerio Pozzato nell’atto ribadisce il fatto che l’associazione è «alimentata per la stragrande maggioranza delle proprie disponibilità economiche da provvidenze erogate dalla Provincia» e si richiama ad alcuni consolidati principi affermati dalla Corte di Cassazione secondo i quali «viene attratto nell’alveo della giurisdizione contabile anche il soggetto privato che si trovi a partecipare a programmi pubblici e utilizza a tal fine le risorse pubbliche». La Procura richiama alla memoria anche la sentenza della Corte dei Conti su Trento Rise, allora il consorzio era stato ritenuto di natura pubblica per i finanziamenti pubblici e le finalità di natura pubblica perseguiti dall’associazione. Stesso discorso vale per il soccorso alpino, secondo la Procura. Ora decideranno le Sezioni centrali di appello.