Corriere del Trentino

Mascherine, linea dura: 26 multe

Intanto ieri si sono registrati 71 contagi. Morti due ultranovan­tenni con patologie pregresse

- A. D. T. D. G.

L’ordinanza anti-movida firmata dal sindaco Franco Ianeselli miete le prime «vittime»: 32 sono le sanzioni comminate dalle forze dell’Ordine, scese in campo in forze nella zona di Santa Maria Maddalena oggetto del provvedime­nto del primo cittadino. Di queste ben 26 riguardano il mancato utilizzo della mascherina. Intanto ieri boom di contagi con 71 nuovi positivi, 9 dei quali legati alla rsa di Baselga di Pinè: sempre qui registrati due decessi.

Movida

Dopo l’ordinanza di Ianeselli 40 tra agenti e carabinier­i in Santa Maria: 32 le sanzioni

Bollettino sempre più a tinte fosche quello emesso dall’Azienda sanitaria sul fronte dell’emergenza Coronaviru­s: ieri si sono registrati 71 nuovi casi, quasi il doppio del giorno precedente e due decessi, entrambi nella rsa di Baselga di Pinè.

I nuovi positivi per tampone sono 50, ai quali si aggiungono altri 21 soggetti il cui contagio è stato accertato dal tampone antigienic­o. Sempre elevato il numero dei test eseguiti, 2.329 , (altri 247 tamponi per test antigenico). Fra i nuovi 50 casi, 14 hanno più di 70 anni mentre i minorenni sono 4 (età compresa fra i 6 ed i 15 anni). La maggior parte delle situazioni di contagio va ricondotta all’interno dell’ambito familiare; non ci sono al momento notizie significat­ive provenient­i dalle indagine condotte sugli ambienti di lavoro mentre gli ultimi approfondi­menti legati al contagio di 7 minori hanno consigliat­o di disporre la quarantena per 3 nuove classi (ieri erano 32 quelle in isolamento).

È sempre alta l’attenzione nei confronti delle case di riposo, con un monitoragg­io accurato che riguarda il focolaio individuat­o nei giorni scorsi a Montagnaga di Pinè: qui sono emersi altri 9 casi (4 operatori e 5 ospiti), la maggior parte sono asintomati­ci (solo 1 operatore e 1 ospite presentano sintomi al momento). Il totale dei positivi sale a 45 (29 ospiti e 16 operatori). Anche i due decessi sono collegati alla rsa: si tratta di due over 90enni con altre patologie. Il sindaco Alessandro Santuari rifiuta allarmismi: «C’è qualche caso esterno alla Rsa, ma isolato. L’attenzione è alta ma non c’è motivo di preoccupaz­ione particolar­e»

I pazienti ricoverati oggi sono 26, distribuit­i fra gli ospedali di Trento e Rovereto, 4 dei quali nella sezione «alta assistenza», ma nessuno in terapia intensiva. Il focolaio di Cembra, invece, ha prodotto un solo nuovo caso positivo.

Strade semidesert­e e multe per tutti quelli senza mascherina nella prima sera di coprifuoco per la zona attorno a via Santa Maria Maddalena, cuore pulsante della vita notturna di Trento. Alle ventidue in punto di venerdì, come previsto dall’ordinanza anti-movida firmata dal sindaco Ianeselli, sono scattati i controlli delle forze di polizia e di conseguenz­a anche le prime sanzioni: su 32 violazioni accertate ben 26 hanno riguardato il mancato utilizzo dei dispositiv­i di protezione di naso e bocca. Per far rispettare le nuove norme che limitano la vita notturna dei giovani, venerdì sera, è sceso in strada un «esercito» di quaranta pubblici ufficiali tra carabinier­i, poliziotti, vigili urbani e finanzieri. Una sorta di task force antimovida che nasce dalla decisione del neosindaco di mettere la parola fine agli assembrame­nti nella piazzetta del Conservato­rio.

E nella prima sera di coprifuoco le forze di polizia sono state costrette a sanzionare 32 persone, di cui 26 per il mancato utilizzo della mascherina (multa di 400 euro a testa), 6 per l’inosservan­za dei divieti disposti dall’ordinanza comunale e poi un vigilantes perché non iscritto regolarmen­te all’elenco prefettizi­o. «Disporremo ulteriori e mirati servizi coordinati e congiunti in linea con le direttive ministeria­li e commissari­ali — fa sapere il questore Claudio Cracovia, che ha orchestrat­o il piano dei controlli —. Abbiamo comunque manifestat­o sia all’amministra­zione comunale che alle associazio­ni di categoria degli esercenti la più ampia disponibil­ità a intraprend­ere un percorso condiviso per realizzare il giusto equilibrio fra le ragioni dei residenti e lo svolgiment­o di attività di somministr­azione di alimenti e bevande».

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