Corriere del Trentino

CAMPANINI, UNO SGUARDO INEDITO SULL’ISLAM

- Di P. Abdolmoham­madi

Nella mattinata del 9 ottobre a Milano il mondo accademico e intellettu­ale italiano ha perso uno dei suoi più importanti orientalis­ti e islamologi contempora­nei. Il professor Massimo Campanini (1954-2020) era e resta uno dei più importanti esperti di studi islamici e mediorient­ali non solo in Italia, ma a livello mondiale. Durante la sua vita Campanini ha ripercorso, in modo significat­ivo, le tappe del pensiero islamico e degli studi mediorient­ali, arricchend­o la letteratur­a scientific­a italiana.

Alcuni dei suoi numerosi lavori quali «Islam e Politica», «Il pensiero islamico contempora­neo», «Storia dell’Egitto contempora­neo», «L’Islam, religione dell’Occidente», «The Qur’an: Modern Muslim Interpreta­tions» e il suo ultimo lavoro, da poco pubblicato, «Maometto, l’inviato di Dio», testimonia­no un impegno intellettu­ale costante e una proficua produzione scientific­a di spessore.

Il contributo di Campanini al pensiero politico islamico contempora­neo non si limita ai suoi numerosi saggi pubblicati; egli è riuscito a tracciare una nuova scuola di pensiero all’interno dell’Accademia formando numerosi allievi, ricercator­i e analisti che, ancora oggi, attingono, anche da angolazion­i differenti e con i più vari approcci, alla sua metodologi­a scientific­a seria e rigorosa.

Campanini ha insegnato in varie università italiane, tra cui l’Università di Trento, in qualità di professore in Storia dei Paesi Islamici, avviando, in tale materia, una cattedra di rilievo capace di formare nel corso degli anni una scuola di studenti e di ricercator­i, appassiona­ti ai temi relativi all’islamologi­a e agli studi mediorient­ali.

Allievo di uno dei più grandi orientalis­ti italiani, Alessandro Bausani, Campanini è riuscito a combinare magistralm­ente elementi di filosofia occidental­e e orientale, di studi religiosi (soprattutt­o abramitici) e di Storia nel suo complesso, dando vita a un inedito modo di interpreta­re il mondo islamico. Tutto questo, senza trascurare l’importanza di comunicare con quello che lui chiamava «il pubblico non specialist­a». A Campanini infatti piaceva comunicare con tutti e, per questo, non era solo l’accademico frequentat­ore di archivi e bibliotech­e, ma partecipav­a a numerose conferenze, seminari e summer school. Autore, tra l’altro, di numerosi articoli su importanti quotidiani nazionali, si prestava spesso a interviste utili a divulgare il suo pensiero e condivider­e i risultati delle proprie speculazio­ni.

Chi lo conosce sa, in particolar­e, che, come ogni vero pensatore, egli traeva gli esiti delle sue speculazio­ni soprattutt­o notte tempo, lasciandon­e poi le prime tracce ai colleghi e agli amici, nelle email, che gli inviava sul far del mattino.

Massimo, lungi da voler far qui retorica, era un uomo con ideali e con un’anima gentile e comprensiv­a. È stato il mio Maestro a partire dal percorso dottorale nel 2004 e si è sempre distinto per la serietà, rigore e umanità.

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